presenteremo, è così intimamente - senza essere tendenzioso - programmatico, che si fa posto da sè fra la caterva delle idee correnti. Non pensiamo neppure di fare un torto eccessivo alla nostra orìginalità e magari alla nostra intelligenza - ne abbiamo in onesto grado (si assicuri lo scettico blu che ci osserva di sottecchi} e se essa potrà manifestarsi in opere egregie, dipenderà soltanto dal restarcinell'animo questa purissima fede di oggi e questo ardentissimo cuore. Camerati, noi non abbiamo un manifesto e neppure sei capolavori composti in età di « fanciulli prodigio » • Diremo semplicemente, con espressioni di trent'anni fa, che « siamo delle speranze » , dei « giovani che si fanno onore » , come più o meno ci hanno tutti palinodiato i giornali provinciali. Sia_ mo quindi, nè più nè meno, come tantissimi altri giovani che questa nostra patria vividissima di energie ha prodotto e produce. Ma _intendiamo di fare sul serio, di lavorar~, di agire colla volontà su quel fondo di doni naturali che ciascuno di noi può possedere. Siamo certi che riusciremo a dare a voi che ci seguirete attentamente - e; magari, insieme a voi se vorrete essere dei collaboratori, come noi ci auguriamo - /,a misura di noi stessi. Non solo di noi stessi, ma speriamo anche del/,a nuova generazione politica ed artistica che intendiamo di interpretare - non in esclusiva, si badi - e condurre alle necessarie chiarificazioni di fronte ai problemi della vita moderna. Parleremo di politica e di arte. Senza vergognarci del connubio, perchè non riusciamo a scoprire quali idiosincrasie esistano fra di esse. Ma - cogli occhi aperti sul!' intero panorama del mondo e cordiali con tutte le oneste sfumature di pensiero - non saremo 2 FondazioneRuffilli- Forlì neppure degli a.ffastellatori insensibili o degli eclettici senza pudore. Ci creeremo un tono nostro. Un poco alla volta. Intanto cominciamo colporre in primo piano tutte le forze provinciali - ed è ovvio il perchè - rappresentandole in questa Romagna, espressivissimafra le regioni d'Italia. Chissà, che così facendo, noi, che senza un manifesto nasciamo, non dobbiamo approdare ad un manifesto. Così, quando dovremo andarcene da questo tavolo, ipedanti avranno la soddisfazione di trovarci colle carte in regola. Via consolare. Perchè ? Siamo cresciuti sulla ansiosa prospettiva di questa lunghissima strada di Emilio, prodigio di uomini in mezzo a una distesa di terra che è capolavoro di Dio. A nord e a sud, nell'adolescenza, questo nastro d'asfalto ci ha trasportato a sognare meravigliosi tesoretti lontani. Quel nome ci parla di marcie e di battaglie e di improvvisati accampamenti e non ci solletica vezzeggiate visioni di corone di lauro o morbose immagini di lontanissime feluche. Per tutto ciò ci siamo scelto questo nome. L'Emilia, la « Via consolare» è dominata, nel giorno, da una Rocca, vigilata, nella notte, da un faro. Quel castello è in pochi anni assurto a simbolo e centro della Romagna nostra battagliera e tutto cuore. Di lassù si scoprono le rotte per ogni navigazione, anche rischiosa ; di lassù da cui lo sguardo è preso talvolta dal balenio dell'Adriatico. Per tutto ciò che questo simbolo ci rappresenta vogliamo lavorare. Attorno a questo simbolo, come sintomatico omaggio, noi chiamiamo oggi tutti i giovani camerati d' 1 talia. Paolo Silimbani VIA CONSOLARE
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