Via Consolare - anno I - n. 1 - dicembre 1939

V E T M. Kawlings - Il Cucciolo - Bompiani editore - L. 15.' Per molti la letteratura americana si riduce a ben pochi nomi; il pubblico non conosce che gli scrittori già affermati e noti all'estero. anche perchè gli editori pubblicano solo quelli di sicuro successo: Steinbek, Lawis, Faulkner, Dos Passos e pochi altri che le riviste di attualità rendono noti con brevi racconti. Ma1jore Kinnan .Rawlings ha vinto quest'anno il premio Pullitzer e Bompiani si è affrettato a pubblicare il suo romanzo « Il Cucciolo». L'autrice è nata e vissuta in una fattoria del Maryland ed il romanzo ritrae la vita degli agricoltori dell'interno della Florida. Racconta la vita dura di una famiglia di contadini che vive in un «isola» di terreno strappato alla foresta ed ai suoi abitatori. Senza acrobazie stililistiche, ma con una narrazione semplice e scarna, propria a parecchi scrittori d'oltre oceano, quasi attraverso l'enumerazione delle azioni dei protagonisti, riesce a dare in pieno la rappresentazione viva ed interiore dei propri personaggi è dell'ambiente. A differenza di quasi tutta la letteratura americana, che è dominata da un senso negativo della vita e da una generale insoddisfazione, una specie di velato ottimismo, e di speranza nei momenti più penosi della vita, dominano l'atmosfera che alita intorno ai personaggi del libro. Leggendo di Jody, il cucciolo, e dei suoi genitori, del loro caparbio attaccamento alla terra, constatiamo come l'America ultramoderna e scandalistica che ·Hollivood ci mostra nei suoi film. sia l'aspetto del paese che meno conta nella nazione. Nella gente dei campi e delle officine è il sacro vincolo della famiglia che regola tutte le azioni; e questa è una delle cause principali della potenza cieli'America. Un libro insomma istruttivo oltre che appassionante. VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì R I N A. L'edizione di Bompiani è come al solito accurata; la traduzione del Coardi pecca qualche volta in certe locuzioni italiane. Ronchi Ferruccio Quintavalle - La politioa internazionale nel pensiero e nell'azione di G. Mazzini - La Prora, Milano - L 15. L'autore in una premessa fissa i limiti entro i quali desidera contenere il suo Saggio. L'argomento che il Quintavalle, con entusiasmo e profonda preparazione, tratta è certamente una ricca miniera. « Dividere l'azione di Mazzini per nazioni: in ciascuna di queste vederne lo svi-. luppo, gl' intrecciamenti con altre e l'esito, principalmente per mezzo della sua corrispondenza : accettarne i fruiti immediati, e anche i futuri per lo stato d'animo da lui creato - nelle popolazioni oppresse e nelle nazioni libere: studiare le sue relazioni con gli uomini maggiori del movimcntci rivoluzionario europeo, con gli uomini politici più notevoli, con governi: vedere l'opera sua per fare della stampa periodica un'arma potente d'educazione e d'offesa: raccogliere in una grande sintesi il contributo dato da Mazzini al trionfo dei principii di libertà e nazionalità con gli scritti e con l'azione. pubblica e segreta:. infine fissare i principi i fecondi di nuova vita che egli ha lasciato ai posteri>. Oggi più che ieri bisogna ascoltare la voce che si sprigiona da Staglieno. Bisogna affermare l'uomo come valore, assegnargli una missione ed una responsabilità _universale non chiuderlo nel cerchio egoistico del suo Io. Questo è il monito di Mazzini: questa è la base sn cui è eretto il volume del Quintavalle che merita ponderazione appassionata e sincera l\1atteini Edoardo Bedeschi • La giovinezza del Duce - _S. E. I., Torino - L. 10. Del Duce è vivissima io tutti gli italiani la figura secolare quale si è venuta incidendo col bulino del tempo sullo sfondo delle guerre. e della rivoluzione combattute colle armi, colla penna e cogli istituti giuridici. Fuori di questo mito restano gli anni giovanili dei quali, fuori della Romagna che se lo è allevato, poco è trasparito. Alcuni sanno di qualche frase di vaticinio espresso dal fanciullo e dell'adolosceote fremente sotto il freno comune della scuola livellatrice di intelligenze, o intollerante coi compagni. E niente di più. Il Bedeschi, in un libro appassionato, per buona parte fatto di ricordi personali, rievoca, sopratutto per la let, tura dei giovani, la pagina della prima giovinezza di Benito Mussolini, quando lo possiamo vedere ancora ragazzo in mezzo ad altri ragazzi, studente sottoposto alle stesse sanzioni di tutti gli studenti non precisamente innamorati della meccanica scolastica, prima che il grande volo lo trasporti nella solitudine in cui un popolo si raffigura i suoi eroi. Sopratutto l'episodio della vifa collegiale di Mussolini è ampiamente illustrato con abbondanza di notizie e di notazioni interessantissime dal punto di vista della penetrazione psicologica. Ma tutti i fatti della giovinezza sono qui presentati in una prosa scorrevole nella quale sono, con intelligenza delicata, intrecciati i brani degli stessi ricordi mussoliniani nel generale trapunto del lavoro. Il quale si conclude con una rievocazione sommessa - è lodevole l'assoluta compostezza di questa operetta che, disdegnando le sforzature <epiche, riesce alla fine anche più efficace - dei familiari defunti del Duce, dei quali, già in precedenza, si erano ben stagliate sullo sfondo del racconto le figure. È: notevole, per la completezza delle notizie anche un abbondante documentario riportato in appendice. Ravnglioli

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