italiano (ciò potrebbe accadere solo nel caso assurdo che l'autore italiano si esprimesse nella sua lingua e pensasse con cervello, poniamo, inglese o americano). Il secondo, il più grosso, che nega al personaggio italiano, come tale, ogni possibilità di contrasti, imponendogli la maschera di un ottimismo forzato, innaturale, antiartistico. Perchè questo? Pur concordando su quanto già detto, e cioè su questo senso ottimistico che, conseguenza del rinnovamento sociale del nostro popolo, deve presiedere all'arte del tempo fascista, io affermo che, nei casi specifici, provvidenze sociali ed elevazione delle masse non significano sparizione assoluta della miseria materiale e morale; repressione della delinquenza e bonifica morale, non significano eliminazione totale della perversità; che saldezza e compattezza spirituali di un popolo nei confronti dello Stato, della vita della nazione, della grandezza presente e avvenire, non significano assenza di quei problemi spirituali e dei conflitti personali che hanno sempre animato le creature della vita e del palcoscenico. Segni, ancora sporadici, ma sicuri di rinnovamento si sono già recentemente visti e si è visto anche che nell'imponente massa. della gioventù fascista cresce con l'amore per l'arte e per il teatro, la schiera di coloro che in un prossimo o lontano avvenire potranno dire questa tanto a llesa nuova parola. Guardando l'avvenire dal punto di vista pratico, la soluzione 22 FondazioneRuffilli- Forlì chiara e definitiva sta in quel Teatro di Stato sulla cui realizzazione tanto è stato detto. Non spenderemo altre inutili parole sull'argomento. Ma certo è che solo un serio organismo dipendente dai superiori enti culturali dello Stato fascfsia, può affrontare un complesso problema come il rinnovamento del teatro fondando la sua azione su intenti assolutamente artistici, senza intrusione di particolari interessi e di personali . apprezzamenti. Siamo certi che anche il Teatro di Stato sarà in breve realtà. Resta l'ultimo punto più nevralgico e importante: il pubblico. Possiamo noi, in attesa di ciò che deve venire, lasciare che il pubblico continui a inquinare i suoi gusti o addirittura si disamori del teatro? Educhiamo dunque questo pubblico, facciamogli a poco a poco riacquistare coscienza di valori spirituali poet1c1 e artistici che nel «vero,. teatro trovano completa estrinsecazione. Basterebbe che in attesa delle immancabili nuove opere, i lavori eliminati venissero sostituiti con i capolavori dei classici teatrali di tutti i tempi. t questa un'idea, soltanto una povera idea mia: ma la cedo volentieri a chi. ritenendola buona abbia forte voce e voglia farla sua. Luciano Ceotazzo ~~ Davanti alle manifestazioni di ... (censura della R. !) di certi film italiani non verremo a portare in causa l'epoca imperiale in cui viviamo, i valori etici riportati in primo piano dal Fascismo, il grado di cultura raggiunto dal nostro popolo. La questione è molto più semplice : si tratta di dignità. Dignità di una nazione che nel campo delle arti e delle scienze mantiene un primato incontestabile e che non può e non deve restare in un livello di inferiorità per quanto riguarda il Cinema. Il piccolo, o piuttosto meschino, mondo del Cinema italiano è uno di quegli angolini che attendono di essere ripuliti da una mano ferma e sicura. Troppa gente, in quel mondo, pensa soldi Wa-ltei 1Jiiani tanto a riempire le tasche di biglietti da mille e ad addobbare i propri salotti con fotografie di amanti rivelate dall'ultimo concorso per una smorfia o un sorriso o il più fotogenico sbadiglio. Siamo stufi di smorfiette più o meno graziose, della diva X che è l' incarnazione italiana di Danielle, o del divo che sostituirà. presso le signorine sentimentali il troppo presto rapito ai loro affetti, Bob Taylor. E, più che con questi disgraziati, i quali un giorno o l'altro capiranno la precarietà e la vergogna della loro situazione, noi ce l'abbiamo con certa stampa la quale li incoraggia e specula ignobilmente sulla dabbenaggine del grosso pubblico. Non deve accadere che un film VIA CONSOLARE
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