Via Consolare - anno I - n. 1 - dicembre 1939

sibile r-itorno Russo; ed infine un blocco nordico (Danimarca, Svezia, Norvegia} espressione concreta di un'unità geo-politica, ricca già di ottimi risultati. Il tentativo d'intesa generale baltica comprendente anche gli Stati scandinavi s'insabbiò ben presto, non ot• tenendo neppure ... l'onore di un esame da parte della Conferenza della Pace. Del resto tanto la Svezia quanto la Norvegia erano contrarie ad en• trare in un blocco baltico che le avrebbe coinvolte, o prima o dopo, in problemi continentali ad esse e• stranei. Passata la bufera bellica sull'Europa, chiusi pure i battenti di Versaglia, è la Finlandia, politicamenie più forte e prima degli altri Stati vicini sorta ad indipendenza e libera dallo straniero, a gettare i ponti di un' intesa generale, appoggiandosi ali' Estonia, alla Lettonia, alla Lituania ed alla Polonia, interessate particolarmente nella lotta contro i bolscevichi. Dal 15 al 22 Gennaio 1920 ad Helsinki ebbe luogo infatti la prima conferenza con la partecipazione di rappresentanti dei cinque Stati suddetti. Successivamente a Bulduri nel- )' agosto 1920 fu firmato dalle sopra citate Potenze, a cui si era aggiunta la Ucraina, un progetto di convenzione politica che, se non fu ratificato, sopratutto per il latente contrasto polacco-lituano, costituì tutta• via un passo considerevole verso una prossima intesa. Intanto, l'accordo politico-militare integrato da un trattato di alleanza difensiva che fu raggiunto a Tallin il 10 novembre 1923 tra l'Estonia e la Lettonia, era divenuto un elemento in grado di dar un' indirizzo più rapido all'equilibrio politi~o dell' Europa orientale. La Finlandia, indecisa fino allora se collaborare intimamente con gli Stati baltici ovvero se aderire al blocco degli Stati scandinavi, finì coli' abbracciare quest'ultimo partito che le dava maggiori garanzie nei confronti del problema sovietico. Il Ministro YIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì finlandese degli Esteri intervenne invero alla conferenza dei rappresentapti degli Stati Nordici che ebbe luogo a Oslo nel settembre 1934, cosi come a quella tenuta, sempre nella capitale norvegese, il 28-29 agosto 1935. Nello stesso anno il Parlamento finlandese, con un 'unanimità assoluta, espresse la volontà di stringere più solidamente i legami della Nazione con gli Stati scandinavi. Il che, in realtà, è accaduto, tanto che la politica di solidarietà degli Stati nordici è divenuta l'aspetto più caratteristico della attività delle quattro Potenze, attività che ha continuato a svilupparsi, con ritmo regolare, in uno spirito di reciproca comprensione. A questo innato senso di collaborazione non ha mai cessato di unirsi un risoluto e marcato indirizzo di neutralità armata, accentuato più che mai negli ultimi tre anni che han visto terribili burrasche politiche e spirituali. Le nuove regole di neutralità adottate il 27 Maggio 1938 a Stoccolma, dalla Svezia, dalla Nor• vegia, dalla Danimarca, dalla Finlandia e dal!' Islanda, oltre che essere una revisione ed un completa.mento di quelle fissate il 21 dicembre 1912 suila base delle disposizioni della convenzione dell'Aja del 18 ottobre 1907, vollero significare che ormai era indiscutibile una stabilita direltiva politica comune. Questa è sembrata ancora rivelarsi in una luce solare, il 18 e il 19 ottobre di quest'anno, quando la Svezia ha convocato a Stoccolma i Re di Norvegia e di Danimarca, il Presidente della Repubblica Finlan• dese ed i rispettivi Ministri degli Esteri per una conferenza che ha dimostrato come gli Stati scandinavi volessero procedere stretti dinanzi alle egemoniche mire sovietiche. Solo infatti attraverso all'orientamento finora perseguito, la Finlandia ha potuto sottrarsi ali' isolamento nel quale i paesi Baltici sono caduti, e non è detto che il suo dignitoso al• teggiamento, se tangibilmente soste• nuto dalla riaffermata solidarietà degli Stati amici, non porti ad una soluzione non troppo umiliante della crisi. Nevio Matteio.i rBatttmant Così hanrw parlato ..... Paolo Bozzi, il 6 dicembre scorso, neUa sala del •Carlino» sopra • Saturrw Montanari>: Egli è di coloro che superarw /or.mule e ricette. E di ciò solo, gli va data piena lode. Canta come sente: l'ispirazione gli viene dalla sua grande Terra nativa. E, veramente, nella semplicità dei tocchi, si avvertorw i brividi del Candiarw, del Savio e del pineta in marzo. Non disdegna le rime, se corte, lip_icamente - direi - romagrwle : che sanrw imprimere, alla struttura stroJale, il volo e l'afflato opportuni. (applausi calorosi al critico avveduto e al criticato avventurato). Piero Bargellini nell'arengario del •Frontespizio•, lo scorso novembre, discorrendo del « Movimento letterario», ci ha colpito con questo verdepassaggio: Una storia letteraria fatta per generi col suo capolavoro dominante e le imitazioni a contorrw, somiglia a un giardirw fatto ad aiuole, col fiore più bello nel mezzo e l'orlatura delle piantine più modeste nel giro dei sassi spugnosi. Ogni villinirw ha avuto questo giardinirw, ma rwn va forse dimenticato che in quei poveri disegni si continuava, senza saperlo, immiserendola, la tradizione dei giardini all'italiana. A un certo momento parve più bello il giardirw all'inglese, apparentemente intricato e scompigliato, come un bosco, ma che bosco rwn era. Fu, se rwn sbaglio, il Romanticismo a esaltare le ragnaie domestiche come simulacri di vergini foreste. Nello stesso tempo, anche le storie letterarie vennero sistemate a giardino inglese. I boschi artificiali, soppiantarorw gli artificiali giardini. (da poveri botanici quali siamo, ascoltiamo e ammiriamo). 19

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