- LA FINLANDIA NEL GRUPPO DEGLI STATI NORDICI Contrariamente a quanto si era voluto credere in certi anbienti internazionali, la Russia ba proseguito nel suo programma di espansione nel Nord -Est europeo, tentando di piegare con un'improvvisa aggressione la resistenza del Governo di Helsinki. Mentre scriviamo, là, dove non eran valse le minacce, non è riuscita ancora la violenza; il compito assegnato alle armate sovietiche si è subito dimostrato quanto mai arduo di fronte ali' eroica tenacia del popolo finlandese, solo, per il momento, a fronteggiare con le armi il soldato dalla stella rossa. Siamo giunti al punto in cui dovrà vedersi quali forme concrete sappia assumere la solidarietà degli Stati Nordici. La solidarietà invero degli Stati Nordici non è determinata solo da contingenze politiche o da particolari interessi. Essa è invece l'espressione concreta di necessità storiche, geografiche e politiche ed è l'eco fedele di una tradizione di buoni rapporti che vanta almeno un secolo di vita. l legami di raZ?.a e di cultura, il livello sociale elevato e la mancanza di una stridente causa di concorrenza economica, la consapevolezza di una posizione di distacco dal resto del- ]' Europa ed il pericolo comune del- !' espansione Russa sono stati tutti motivi che hanno condotto la Svezia, la Norvegia e la Danimarca e più tardi la Finlandia a costituire un complesso storico e geografico di una certa unità. Non trascorse molto tempo che lo scandinavisnw, venuto a maturazione versa la metà dell' 800, prima semplice nesso spirituale, assunse materia di consistenza pratica ed effettiva in un atteggiamento caratterizzato da un comune, solidale, duraturo interesse 18 FondazioneRuffilli- Forlì di 1ieu.i(). 1Jiatteini politico a cui si affiancò un'identica tendenza di neutralità armata. La cessione dei Ducati dello Schleswig- -Holstein e di Lavenburg alla Prussia ed ali'Austria (Trattato di Vienna : ottobre 1864) mentre attutirà in parte la tensione tedesco-danese può ritenersi il battesimo politico dell' indirizzo di distacco dai problemi europei della Svezia -Norvegia (unite fin dal 15 giugno 1815) e della Danimarca. Nè la Danimarca che pur alimentava le sue rivendicazioni sui Ducati. nè la Svezia-Norvegia che pur si videro minacciate più volte da un' oppressione russa vollero mai ingolfarsi in una politica di alleanze, ritenendo che solo un orientamento di stretta neutralità e di comprensione reciproca avrebbe dato loro una preminente funzione politica nel campo internazionale. Basti ricordare che invano la Germania tenterà nel Febbraio 1895 di far aderire la Svezia alla Triplice, prospettandole I' imminente minaccia della Russia. Da Stoccolma non si celò che si preferiva vivere sotto l'incubo di una possibile avanzata russa piuttosto che annodarsi a qualsiasi alleanza, sempre foriera di complicazioni. Lo scandina<>ismo rmai esperimentato al martellare dei quotidiani avvenimenti internazionali e nazionali, reso più solido dalla già fruttuosa politica di neutralità, era pronto a misurarsi anche a crisi di più vasta portata. Ed in effetti si misurerà con successo riuscendo anche dopo terribili mareggiate politiche interne ed esterne (dissidio tra Svezia e Norvegia appianato a Karlstadt, 1905 ; questione finno-svedese per le isole Aland risolta nel giugno 1921 ; controversia politico territoriale tra la Danimarca e la Norvegia a proposito della costa orientale della Groenlandia, risolta all'Aja il 5 Aprile 1935) ad affiorare più vivo e più forte che mai. Segno è. che esso non era una patina frutto d'artificio di reggitori sibbene intimo principio di vita radicato nell'animo dei popoli. La guerra mondiale non riuscl a scardinare lo scandinavismo che rimase immutato nella sua essenza e nella propria forza politica. Norvegia, . Danimarca e Svezia, fin dagli inizi del conflitto, dimostrarono di voler continuare a stringere i legami di solidarietà reciproca, intensificando il loro atteggiamento neutrale. A Malmo, il 18 Dicembre 1918, i re di Svezia, di Norvegia e di Danimarca si riunirono per la prima volta, con i rispettivi ministri degli Esteri, confermando il fermo proposit_odi perseverare lungo il cammino già felicemente battuto; le innumeri conferenze dei capi di Stato e dei ministri degli Esteri che si svolsero durante la guerra e nei primi anni della pace non furono altro che un logico corollario di un postulato, perennemente vivo nell'animo dei tre popoli. Ma la formazione dei nuovi Stati di Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, dichiaratisi indipendenti tra il 1917 ed il 1918, l'anelito della Germania e della Russia di riprendere le vecchie posizioni di privilegio nel Baltico, misero gli Stati nordici nell'improrogabile necessità di rivedere, in un quadro più lato, i loro indirizzi politici.- 'E per questo che a Parigi la Delegazione estone presso le Potenze dell'Intesa, fin dal 13 Novembre 1918 aveva elaborato un progetto che contemplava la formulazione di una lega generale baltica che raggruppasse tutti gli Stati rivieraschi ad eccezione della Germania e della Russia. La proposta estone prevedeva: la formazione di un'intesa Polacca-Lituano, mirante a contemperare la volontà d' /ndipendenza dei lituani con l'aspirazione ad un accesso al mare dei Polacchi ; un raggruppamento baltico - orientale (Lettonia, Estonia, Finlandia) inteso ad arginare un posVIA CONSOLARE
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