... tanta cedrina ..... » è il cupo cimitero : « le pietre - bianche, là, tra cipressi e sicomori » , è insomma tutto quel suo « mondo ideale» - come egli stesso scrive - « tutto fronde e tutto gorgheggi, che ha per confini il Luso e il Rio Salto, e per centri la chiesuola della Madonna del!' Acqua e il camposanto fosco di cipressi ..... ». È il San Mauro che si è inciso nella mente del poeta per gli avvenimenti fatali della sua famiglia ; il rimpianto di tanti anni e il non a~erlo più riveduto lo pongono quasi nel campo della fantasia, per la sua inde• finitezza nello spazio e nel tempo, ne fanno mirabile materia di creazione artistica, forse più che se il poeta fosse per sempre ritornato al suo caro nido. Ma, quando - finalmente - un giorno vi si ritrova, la gioia del ritorno, le sensazioni non più provate da tanto tempo scrivono una nuova, bella pagina della poesia pascoliana. E il 2 maggio 1897, fra le acclamazioni ed i festeggiamenti dei compaesani ritorna a San Mauro. Ma egli gode solo quando si può abbandonare a solitarie peregrinazioni fra i luoghi dei suoi canti. Tra i campi di rosso trifoglio tra i campi di giallo fiengreco mi trovo. Mi trovo in un piano che albeggia tra il verde di chiese ; mi trovo nel dolce paese lontano..... e si abbandona a rivivere la sua giovinezza, a risognare le fantasticagggini amorose per la dolce tessitrice, che è già morta, o per l'altra, che un giorno gli disse: « per sempre ..... » ed oggi è sposa e madre .... , a rivedersi nella chiesa, sulla panca vicino alla mamma, a credere di sentire nel suono delle campane un commento al suo ritorno VIA CONSOLARE Fondazione Ruffilli- Forlì « Ritorna ! Rimane ! Riposa ! » , ma poi, mvano interrogata l'ombra della madre pietosa, invano tentato il mistero dell'al di là, invano cercata una fede nei luoghi ove un giorno ebbe la fede, viene il commiato : Sfiorava il crepuscolo stanco, cadeva dal cielo rugiada. Non c'era, avanti me, che il bianco della silenziosa strada. Non tornerà più. Non è .riuscito a riavere la sua casetta che, con i fratelli, nei giorni delle strettezze aveva dovuto vendere e allora va ad acquistarsi un rifugio in Lucchesia, a Castelvecchio. E ha con sè una pianticella di cedrina, · di quella che cresceva davanti alla casa di San Mauro: « Portavo - scrive - con le masserizie ed i libri, anche quel vaso. Portavo la casa con me. Portavo tutto l'amore con me, e tutto il dolore. Portavo la fanciullezza e la poesia» . · Ormai il San Mauro del poeta non è più realtà, è « fanciullezza e poesia » • E Giovanni Pascoli non tornerà più nella sua patria, perchè come Ulisse - così egli narra dell'eroe itacense nel nostalgico canto Il ritorno di Odi ed inni non la riconoscerebbe. Nel suo cuore l' immagine di un giorno è svanita in un sogno di mille bellezze e mille profumi. E il richiamo della realtà gli fa-mormorare tristemente, amaramente : Io persi quello che più non si trova e vano è stato il mio lungo cammino. A notte vedo, stanco pellegrino, che deviai sull'alba del mio dì. Cesare Bologn!'•i 15
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