di ferro verniciato, pieno del cbiaccl:ericcio degli allievi di mamma Rosa, dove era sbocciata la sua prima adolescenza, già affiancata ma non stremata, al passo del maggiore fratello, non doveva riaverselo. Soz:o gli anni dell'emigrante. Benito in !svizzera, manovale e studente alla scuola di Pareto; Arnaldo andrà pure in !svizzera dove sarà manovale e giardiniere. Mentre il primo si addestra a riconoscere gli uomini e ad individuarne le intime varietà, il secondo, curando le piante impara l'arte - che dovrà giovargli - di essere delicato anche in quelle potature e io quei piegamenti che dolcemente ma inflessibilmente bisogna pure operare sugli esseri umani. L'estero che vantava le città della luce, la vita doviziosa, le cattedre famose, doveva apparire come il pellegrinaggio d'obbligo per la gioventù di quei tempi che avesse un certo respiro. E ci pare che Arnaldo dovesse avere nell'intimo questa molla di conoscere, così come si rispecchiava nel volto ampio pacato e intento tutta la forza dello scrutare e il desiderio di toccare con mano, proprio della gente di Romagna che ba, sulla terra, la stessa positura di realismo e di ragionare scoperto e a ragion veduta che è del navigatore. Lo strazio per la perdita della madre doveva dare l'ultimo colpo alla sua vacillante fede nell'oltrefrontiera. Egli sente il bisogno di sostare nella sua terra; la scuola agraria di Cesena lo riaccoglie nell'ottobre del 1905 in qualità ora di prefetto di disciplina e di sottocapo coltivatore. Ventenne appena, tornava nella sua scuola con una responsabilità e con una esperienza di vita che dovevano distaccarlo, più di quanto non lo portasse l'età, dai giovani che gli erano intorno. :f: così che la sua amicizia verso di loro diventa quasi paterna, formatrice può darsi di quello spirito di saggezza sorreggitrice che doveva poi essere caratteristica della sua vita. Appunto a quell'epoca, che per lui rappre~entò una parentesi, una di quelle pause di raccoglimento che, venendo dopo forti esperienze, servono per maturare le impressioni e per dare nuovi orientamenti allo spirito, (quanto può significare anche un piccolo fatto che ci colpisca in quei momenti !) sono tutte rivolte nostalgicamente le poche lettere che abbiamo fra mano e che egli indirizzò da Monza, prima, da San Vito al Tagliamento, poi, ad un giovane amico conosciuto appunto alla Scuola di Cesena. Sono lettere calde, mai banali anche se trattano di cose necessariamente mediocri. In tutte c'è almeno una frase che eleva il tono, una specie di colpo d'ala che innalza, trasportando dal particolare all'universale e dice parole di portata vasta. Noi osiamo vedere in esse la traccia della sua prima maturazione spirituale nel senso della bontà comprensiva. La sua amicizia che queste pagine ingiallite testimoniano è VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì - se l'amicizia tollera gradi di dignità - quella del maggiore verso il minore. Quella di chi cioè - siccome le più belle amicizie sono quelle in cui c'.è come una tacita gerarchia fra un'anima più intenta, forse più meditativa, che sostiene e consiglia e un'altra meno matura o più distratta che si lascia riscuotere - è il primo a farsi avanti tutte le volte che uno screzio turba le relazioni, che un timore, un sospetto fuggevole minacciano la buona armonia. Arnaldo fuga le oscurità delle reciproche incomprensioni, rompe il silenzio pesante con mano leggera, diresti persino con l'apparenza della noncuranza che può talvolta evitare la istintiva reazione di un animo toccato nel suo pudore. Ecco che da S. Vito scrive il 16 Ottobre del 1909; Carissimo S. Tu mi dirai indolente, pigro, dimentico dei miei doveri, ed w in parte ti dò anche ragwne. Ti ho pensato spesso, assai spesso e ciò è attenuante al mio silenzw. Anche tu - parliamoci chiaro - non sei grafomane. Fidanzarti uffteialmente e non avere neanche La delicatezza di farmi partecipe! Credi tu di fare le cose alla chetichella? Oramai, tu che sei sulla via della celebrità, bisogna che ti persuada che ogni tuo atto entra di domini-Opubblico ed a trecento chilometri di distanza anch'io so tutto. Ti dispiace forse? Eppure quando eri gio1Janettoed w un uomo. scialbo ti ho guidato in certi passi difficili (per l'età che avevi) e della guida anche ora penso che non a1Jrai a dolertene, ora, dico e insisto, che sei sulla via della celebrità. Sono certo però che mi scriverai qualcosa, altrimenti metto il broncw. .....Oh, caro S., quando mai potremo ri1Jedercie par• lare, non dico molto, ma mezza gwmata? Quante cose da dirti, quanti progetti, quante idee, quante speranze! Tu che hai passato un pò d'estate a Cesenatico, non potevi forse 1Jenireall' Esposizwne d'arte a Venezia ? i?, aperta ancora a tutto ottobre e la spesa è una miseria. Io sono stato coll'Augusta alla fine del mese di settembre ; è qualcosa di meraviglwso ! E tu che sei un amatore d'arte ti lasci sfuggire le OC· caswni miglwri ! ,,, Quanto desidererei di 1Jedert!i Tu non puoi certo pro1Jareil mw desiderw perchè sei sempre a contatto degli amici della tua gwvinezza, ma io sono tagliato fuori dalla Romagna, in un ambiente dove sono amato e stimato più del necessario, ma appunto per questo non. posso farmi quella cerchia d'amici che sono di grande conforto nella 1Jita. Del resto a S. Vito ci si vive bene..... Piccole cronache di un piccolo mondo! Nella mia. 11
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