Via Consolare - anno I - n. 1 - dicembre 1939

NATURA Andavamo a cercare lucertole lungo il muro del cimitero. La via che vi conduceva, esposta a mezzogiorno, era inondata sempre dal sole. li muricciolo era tiepido fino nella notte e i mendicanti vi si accovacciavano a ridosso, sul marciapiede polveroso, a chiedere la carità di un poco di sole per il loro povero corpo. II muro era scrostato, le pietre sconnesse in gran parte, e nidi di lucertole dappertutto. Comparivano le sagittate appuntite testine dagli occhi veloci, tra un mattone e l'altro, così somiglianti ad una foglia d'erba. Poi s' impigrivano al sole e pareva che morissero di piacere alle carezze d'un soffio di tramontana. Allora Luca le prendeva di mira con la fionda e non ne mancava una. Le bestie si ravvoltolavano in un ultimo brivido mortale ; i ventri gonfi e bianchi, squarciati, mettevano fuori visceri e sangue mcolore, un pò torbido. Quello strazio mi metteva nel sangue un ribrezzo che mi tramortiva e mi faceva male. lo, invece, con erbe flessibili facevo dei piccoli cappi, e soffocavo le lucertole quando mettevano fuori la testa dal buco ; e m1 voltavo, per non vederle morire. In primavera andavo sulle colline a fare l'amore. Susanna aveva una camicetta di seta sottile, trapunta di piccoli fiori di lana rossa : dolcissimo il respiro della seta. VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì ············-·-··-··---- MORTA Le colline erano civettose, così vestite della festa. Mi piaceva di vedere, nella sera, sfumarsi il tremulo biancore degli ulivi. La contegnosa, un pò mesta fioritura dei peschi, mi comunicava un turbamento strano. La campagna m'esprimeva a volte tale castità serena, che avevo vergogna di baciare Susanna. Sul tramonto s'andava vicino al macero per ascoltare le rane ; poi cominciavano i grilli, che mi trascinavano via lontano, verso cose e persone e tempi forse perduti. Susanna si lasciava baciare, così tenera, così morbida, che mi gonfiava nel cuore una riconoscenza infinita. Pregai la Madonna, quel giorno, perc.hè mi donasse il tuo amore. Le immagini più belle fiorivano nella mia mente, solo che vi fiorisse la tua immagine. Mi pareva continuamente di sentir battere alla mia gola il mormorio del tuo cuore. Ed ero così triste. Non c'è nulla di più desolato che coricarsi la sera senza avere per l' indomani una qualsiasi, sia pur piccola cosa, di cui sperare. ,,. Ora non ricordo pm tratti del tuo viso, che mi appare q~asi come una luminosa macchia bianca. E mi dispero come se tu fossi morta. Il novellatore 9

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