La Voce di Molfetta - anno I - n. 4 - 24 dicembre 1950

2 LA VOCE 01 MOLFETTA LECAUSE D LLA CRISI DELLA PESCA NELL'ADRIATICO. Ricavo dal 1Sizionario Enciclopedico Fedele, riassumo 1~ notizie che seguono, che ritengo necessa~ie allo sviluppo della trattazione della crisi peschereccia nel no- . stro mare : '' L 'fi driatico è lungo poco meno di ottocento l<m. dalle foci dell' llonzo (ino ad Otranto e largo trecento Km. dal golfo di Man/redonnia a quello del Drin. Misura un area di centotrentadue– mila chilometri quadrati. Col canale di Otranto, largo settantuno chilometri, /r(l Otranto e Capo Linguetta, comunica col mare Ionico. L'Adriatico consta di due parti diverse, distinte l'una dall'altra dalla soglia sottomarina di <Pelagosa, che in nessun punto si deprime·, tunlo da toccare la isobata di duecento metri. La parte settentrionale è una lama di piccole acque, che . coprono un piatto ta– voliere. La parte meridionale, ali' opposto, é uno dei bacini di sprofondamento, una conca che scende tra Bari e Durazzo fino a millecinquecentonovanta metri ,, . E' notorio che il Tirreno e lo Ionico sono molto meno pescosi dell'Adriatico di pesci commestibili, e ci6 è dovuto alla modesta profondita di quest'ultimo. La modesta profondità delle acque, che ai profani potrebbe sembrare un elemento negativo in riferimento alla pescosità dei mari, è al contrario un coefficiente di ric– chezza ittica, poiche è risaputo, e quindi pacifico, che i mari pr<Aondi sono scarsi di plankton, il quale abbonda invece nei mari di bassi fondali. Il plankton, per chi non lo sappia, é costituito da piccoli- organismi animali e vegetali, che fluttuano nelle acque marine, che vivono e vegetano, estraniamente alla esistenza di fondali. Sono organismi di sospensione, che salgono e scendono, sotto l'influenza ·della luce, tra la superfice del mare e la pro– fondità massima di duecento metri L'a dovizia del plankton influisce gran~ demente sulla pescosità dei mari, giacché molti pesci, all'infuori di quelli predaci, s1 nutrono dei piccoli organismi plan– ktonici. Come è stato già accennato, questi piccoli esseri viventi o vegetanti, fluttuan– do nelle acq~e marine, sono soggetti a cambiamenti di zona sotto l'influenza delle correnti e sçesso dei fortunali. Si spiega· così perchè la pesca abbon– dante degli sgombri, delle sardine, delle alici e in generale dei cosidetti pesci azzurri, si verifichi da noi dopo e in seguito a scon– volgenti tempeste Il pesce, che si alimenta del plankton, non si t_rasferisce da zona a zona, per– ché spinto dalle onde, ma perchè segue il trasferimento del cibo, di cui ha bisogno. Qu~ste premes~e sono necessarie per spiegare uno degli aspetti della crisi della pesca nel nostro. mare. La costa della Dalmazia, non sfruttata intu .. ~r... i...1te dalla ptsca moto1izzata, rap– presenta la zona più ricca di pesca del-- 1' Adriatico, nella quale vi sono pesci stanziaJi, che non emigrano, e che si pos– sono pescare solamente in loco, ed altri che· seguono, come abbiamo detto, la tra~lc1zione d l plankton. La costa dalmata rai: presenta un con– tinuo rifornimento di pesci planktonici, ma conserva per sé l'immenso patrirnonio dei pesci stanziali, che sono in generale quelli di maggior volume e quindi di maggior peso. La Jugoslavia vuole conservare per sè questo suo, patrimonio ittico, e non aven– do mezzi adatti e sufficienti per realiz– zarlo, intende cederlo, dietro compenso adeguato, a chi ha interesse e mezzi per utilizzarlo. Vi sono leggi internazionali, che divi– dono i mari in zone cosidette territoriali, e siccome per il mare non vi sono fron– tiere visibili ed invalicabili, come per la terra, le invasioni sono possibili, se non troppo, facili. Di quì scaturisce il grave ·conflitto di interessi, seguito da sequestri dei moto- IN T. ERESSI A Molfetta non esiste la grande pro– prietà agricola. Le 1 ~ mila vigne, pari a 5.000 l-Ia. sono di proprietà di non poco più di 4.000 piccoli proprietari, non tutti agri– col tori in proprio. Rappresenta quindi un prezioso mosaico di verdeggiante ed intensiva cultura. Va da sé che costoro vivono una vita stentata ed hanno per speciale prerogativa l'individualismo piu assoluto. . . Sono 4.000 criteri ognuno tante volte in contrasto con l'altro. Tre Associazioni - 2 tabelle diverse - una a ,Via Dante, ove si riuniscono i maggiori esponenti della nostra Agricoltura, l'altra a Piazza Paradiso con tanto di tabella <~ Associaziope Provinciale degli Agricol– ton ». A Via Dante - ch'io sappia - (non se l'abbiano a male- gli amici ag1icoltori) i problemi del nostro territo~io agricolo si discutono, si sviluppano e si risolvono f-ulle quaranta carte da gioco : se non si profila una serrata di agnostica· satira con– tro il pubbli 0 co che, passeggia ed, in man– canza, fra loro stessi. Al largo Paradiso, poi, esiste da qual- 24 Dicembre 1950 pescherecci, quando i nostri marinai per errore o per malizia, infrangono le norme del diritto internazionale. Da· questa situazione, · sotto un certo aspetto paradossale, emerge un fatto: L'A– driatico ha. ancora una· grande ricc~ezza ittica sprofondata nelle acque del mare, che rimane inerte, perchè la Jugoslavia ha il diritto e non i mezzi, e ' ta i" 'l i mezzi e non il dirittò di effettuarne la pesca. E' il caso di esclamare con Petrolini: « Il mondo va male, c'è tutto da rifarei» Ho tentato di spiegare una delle cause che hanno dato origine alla nostra lamen– tata crisi della pesca; crisi che colpisce specialmente la nostra provincia, e in mag– gior misura la nostra città; ma vi sono altre cause che cercherò di prospettare nel prossimo numero di questo giornaletto, che per il suo formato, non permette la trat– tazione integrale di certi problemi di grande importanza. su un solo numero. La trattazione a fondo vale la pena, .perché il problema che tratto coinvolge, oltre la classe degli armatori e quindi .dei marinai da pesca, altre numorose industrie sussidiarie della pesca e altre · classi di lavoratori. Basta accennare: cantieri navali, c·ana– pifici, fabbri~he di ghiccio, fabbriche di imballaggi per la esportazione del pes~e nei centri ·di maggior consumo, ecc;· senza ·.contare il danno ai bilanci comunali e le difficoltà per l'alimentazione. Sergio A zzollini AGRICOI.JI che anno una tabella e nel locale mai - dico mai - un agricoltore, ma un noto com– merciante di frutta di mare. Ed è « Associazione Provinciale » ••• ? Su queste due associazioni di proprie-– tari agricoli eh~ impropriamente sono chia– ·mati « Piccoli » è basato il « Ceto agri~ colo molfettese >). Risultati negativi, sia sul rapporto te– cnico sia di conseguenza sul rapporto sin– dacale - economico. 11 nostro agricoltore rassomiglia assai · al marinaio,. il quale al di là del molo foraneo diventa l'acerrimo nemico del suo collega, spiegabile ciò dal fattore della libertà delle zone · di mare da sfruttare. Ma il nostro agricoltore non ha alcun a ragione di essere individualista. La sua disagiatezza è precisamente de– terminata, dalla sua disorganizzazione. Ognuno guarda in cagnesco il suo vi- . cino, senza darsi conto che\ le provvidenze celesti e· governative, come le deficienze dell'una e dell'altra, vanno estese per tutti. Se non piove ~ anno 1 9 5 O- non piove per il proprietario A e· per il proprietario B. Se piove è pr~mio di Dio alle nostre •

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