UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945

le è proprio, essa non saprebbe inserirsi nell'esi– stenza. Come v'è un fiore nel diritto naturale, che non si può raggiungere se non grazie alle virtù della Nuova Legge, vi è pure una fioritura, un uma– nesimo vero nella vita civile che non si può rag– giungere che grazie a queste virtù. Il compito de– gli istinti e delle tendenze irrazionali è sentito di 1>iù nella vita politica degli uomini. Perchè sia possibile una vita politica, ove il dinamismo della eguaglianza si eserciti nella buona direzione, biso– gna che abitudini e costumi, derivati alla moltitu– dine umana dalle virtù cristiane, raddolciscano l'ir– razionale con la ragione e diano sviluppo a degli istinti retti. Perchè il senso reale di una eguaglian– za senza egualitarismi, e di una amicizia civile che non sia un dono della natura, ma una conquista eroica della ragione e della libertà, possa svilu(}– parsi tra gli uomini in quest'ordine temporale che rappresenta il luogo tipico dei conflitti, delle debo– lezze, e dei peccati del mondo, occorre che la linfa evangelica, il senso di eguaglianza soprannaturale dei chiamati alla vita divina, il senso di carità fra– terna penetrino in esso per vivificarlo ed elevarlo. « Dovunque regni una religione diversa dalla no– stra, scriveva J oseph de Maistre, la schiavitù è di diritto, e dovunque questa religione si indebolisce, la nazione diviene, in modo esattamente proporzio– nale, meno suscettibile della libertà generale ... Il go– verno da solo non può governare, e gli occorre o uno schiavismo che diminuisca il numero di volontà attive nello stato, o una forza divina che, per una specie di innesto spirituale distrugga l'asprezza na– turale di queste volontà, e le metta in condizione di agire insieme senza nuocere» (1). E finalmente, per tornare al tema centrale del nostro studio, il realismo della nostra intelligenza è così debole, e l'amore naturale per i nostri simili così poco vigile, sia a causa della infermità della nostra natura, sia a causa delle sue ferite, che (I) Ioseph de Maistrc, _Le Pape, [, lii, c. 2. 29

RkJQdWJsaXNoZXIy