UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
28 delizie della dispersione mentale e l'uniformità del vuoto; io non l'ignoro; ma non ritengo nemmeno che la condizione di illetterato sia di per sè buona. Resta però il compito di rinnovarci e di metterci a ben cercare il bene. Il lievito di eguaglianza, qua– le l'egualitarismo pseudo-cristiano ha propagato, ha riempito il mondo di fermenti malsani : ma c'è un altro lievito di eguaglianza (1) che è lievito di giustizia e stimolo consueto della storia, il quale cerca di sollevare la massa umana verso un modi'> di vita veramente umano, in cui le diseguaglianze non siano soppresse ma compensate, e subordinate alla suprema eguaglianza che consiste nell'uso co– mune dei beni che nutrono ed esaltano la natura ragionevole. In definitiva l'errore è stato di cer– care l'eguaglianza in un regresso verso la base rap– presentata dalla «natura» ed in un livellamento alla base; deve essere perseguita, invece in un mo– vimento di progresso verso il termine finale costi– tuito dai beni della vita razionale diventati, per quanto possibile ed in gradi diversi, accessibili a tutti, grazie alle medesime ineguaglianze, rivolte dalla giustizia e dall'amicizia fraterna non più al dominio, ma dalla cooperazione. profana, e senza la sublimazione che la civiltà tem– porale riceve dalle energie cristiane nell'ordine che L'eguaglianza di cui abbiamo ora discorso deve essere definita come l'eguaglianza cristiana, non soltanto perchè essa è conforme alla concezione cristiana della vita, ma anche perchè, senza l'jn– flusso del fermento cristiano deposto nella storia (l) «Quest'egua~lianza fondamentale è attiva e brillante ... Essa crea una sorta di dinamismo egalitario, un· lievito d'e– guaglianza che sollevi per sempre la massa umana verso un modo di vivere in cui le distanze che separano dimi– nuiscano sempre, in cui la vera fraternità si realizza sempre più perfettamente •.. • Card. Verdier Problèmes sociaux, Reponses Chétiennes.
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