UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945
rato le spalle. L'assistente e il capocarnpo uscirono subito nell'urlo del vento. La voce del vento che rovesciava ogni cosa in disordine, il cuore, i pen– sieri, i propositi, le speranze e questi tonfi den– tro di noi della porta e delle imposte. « Diocane la tormenta», disse Federico. In mezzo allo stanzo– ne Luciano si guardava le mani, rosso, grottesco per una vergogna patita. e E la guerra non finisce~. disse, « la guerra non finisce», diceva stupito, of– feso e sembrava volesse piangere. Che uno cominci e piangeremo tutti, sono tanto inutili anche le la– crime, noi stessi siamo inutili, tu io e gli altri pos– siamo piangere quando vogliamo, non commuove– remo nessuno. Tutti abbiamo soltanto paura, Eric, Tommaso, io, gli altri, tutti abbiamo soltanto pau– ra di noi stessi, di quel nulla che siamo noi. Quante volte abbiamo pensato cli essere arrivati sotto una muraglia e che oltre fosse la luce, la salvezza. Qual– che passo avanti ed eravamo salv.i, ma poi a cam– minare si viene stanchi. E avevamo il timore di non sapere tornare indietro. Luciano si guardava le grosse mani, e gli altri guardavano lui. Tutti immobili in silenzio. Poi la voce di Federico che bestemmia,·a ruppe il cerchio, le parole preci1,ita– rono spezzate. Tommaso si vestiva, le dita impac– ciate indugiavano sui bottoni; si buttò sulle spalle una giacca, voleva fare presto e non sapeva perchè, come se Iui potesse allontanare una disgrazia. La tormenta lo rovesciò indietro, camminava lungo la parete della baracca e le gambe g-li tremavano: un naufragio, in questa luce livida. la morte. Passò davanti alla cucina: clalta finestra Kata doveva ve– derlo, si sentì spezzato come se lo avessero colpito in mezzo al corpo. Camminò avanti senza respiro . • 1 ell'ufficio del capocampo erano l'assistente, Lo– renz, Adam: lo guardarono con sospetto, con osti– lità. L'assistente parlava al telefono e g-li fece segno cli rimanere in silenzio. Lui stava addossato alla porta e attendeva. Si sentiva la voce dell'altro al telefono, una voce acuta, snervata, uno che grida- 57
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