UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

cora al primo giorno d, png1011ia,quel gJorno /or– se non ha valore: non è da allora che comincia la prigionia, ma dura da sempre, un peso che molti portiamo. Un tempo avevamo cercato di il– luderci, tante parole, tanti propositi, ma è stata una rec.itazione insincera, una brutta faccenda. 'fommaso guardava la sua pala, una giornata da trascorrere ... \on s1 1a menu.:, non si lavora quasi, soltanto i capi si muovono e gridano. Come prima che Tommaso andasse all'ospedale, da un istante all'altro può scoppiare una rivolta, solo che uno degli operai gridi, alzi la pala, tutti lo sanno; ma niente si risolve, niente si decide. Tommaso ave– va tre sigarette in tasca, ne voleva accendere una. Prese a camminare lungo la fila degli ope– rai. Non era per la sigaretta, aveva pensato improvvisamente a Attilio, che si erano appena visti la mattina all'uscita per il lavoro. At_ tilio era poco avanti con uno straccio rosso di la– na legato intorno alla faccia, stava immobile, ap– poggiato alla pala. Attilio non aveva fiammiferi. Diceva, « dio cristo l> e restringeva il collo tra le spalle, sembrava un essere informe, grottesco. Tommaso premeva la sigaretta tra le dita, cadeva neve tra d1 10ro. 4. Lo.::,t sono tornato», diceva Tommaso e Attilio Io guardava senza entusiasmo, senza affetto. « Niente finisce», diceva, « ogni gior– no è uguale, ogni giorno è peggio>. « Non devi dire così», diceva Tommaso, ma erano parole inutili. Viene il giorno in cui ti accorgi che tutto è inutile, che sino ad ora sei vissuto di illusioni, non sei niente. Eppure non sai nemmeno rinunc.iare alle illusioni di prima, sei dentro una tela di ra– gno, ormai preso. Nè avanti, nè indietro: aspetti; e non sai cosa, non sai neppure cosa sperare. Tom– maso salutava Attilio con la testa. Andò via pia– no sotto la neve, aveva le spalle fradice. Capo Lo– renz scriveva i nomi degli operai sul suo libro sfascicolato: i segni della matita copiativa, bagna– ti, divenivano subito .indecifrabili. Lui compitava 47