UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

ARCOLAIO L 1 eco110111ia libera ha certo creato cose grandiose. Le nostre città gigantesche, le ferrovie, la flotta, le officine, il movimento commerciale sono là a dimostrarlo; sappiamo che negli ultimi cento anni gli uomini viventi sulla terra sono aumentati di molti milioni e tutti nutriti, vestiti, alloggiati: ecco quanto ha fatto /'eco110111ialibera. Jllla una cosa però non ha ottenuta, che pure si era aspettata da essa, lo stabili"rsi cioè della u armonia sociale". li mondo non è mai stato tanto pie110di disarmonie, di affanni, di agita::io11i, di litigi e di odi. T11tta questa economia non è altro che ,ma guerra sel– vaggia di tutti cont.-o tutti. A guardare da vici110. si disti11guo110grandi gruppi con identici interessi economici che si combat/0110 a vicenda co11 le più acri. lotte eco110111ichee politiche. Scendendo poi a 1tna c1-itica pi,ì minuta di questa economia libero, domandiamo in prima linea se essa è poi tanto pro– duttiva quanto pot1-ebbe esserlo, date le materie e le energie a sua disposizimie. E la risposta deve essere negativa. Cli esponenti del/'eco1wmia libera non si pongono neanche lo scopo di produrre il mas– sinio possibile; mirano invece a guadagnare il mas– simo possibile, vogliono ottenere il massimo utile netto, e questo si raggiuuge molte volte col pro– d1irre meno di quanto occorrerebbe alla gran, massa. No» è il bisogno della maggiora11::a che decide, bensì il desiderio di gHadagno della mi11ora11za, non il tenore di vita di tutti, ma quello di pochissimi. Otto Neurath 69

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