UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

- che rimanderà quella distensione, quella meritata e lunga pace ricostruttiva che la umanità attende tra il fragore della bat, taglia. Perclzè, ognuno ne è certo, di tanto diminuiscono le probabilità di una pace durevole, di quanto si lasciano soprav, vivere, o peggiorare, i motivi di ingiu, stizia. È chiaro che la prepotenza dei vincitori sui vinti; lo smembramento delle unità geografiche, culturali e morali dei popoli; la divisione economica; il pre, dominio del capitale o di una classe, sono tutte cause vive di un profondo turba, mento che s/ocierà inevitabilmente in un nuovo conflitto o in un'era di pesante sopraffazione. Non è più discutibile ormai che la pace interna di un popolo è im, possibile senza un ordine internazionale e che l'ordine mondiale è minato pro/on, damente nella sua esistenza quando un popolo è diviso da lotte sociali. C'è tra di loro un 'interdipendenza di rapporti, sl che toccato !"uno, reagisce immediatamente l'altro. Per quanto resistano gli ostacoli all'espandersi di quest'altra convinzione, diverrà presto del pari indiscutibile che l'ordine, la convivenza armonica tra i

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