UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945
54 4) Alla fin fine, il Croce più che far critica ha, qui, c01ne spesso ama e suole, fatto della satira di un po' grossi sapori partenopei, e (tralascio quel che più particolarmente mi riguarda) ha preso a pretesto il mio lavoro anche come ,rnnveniente e disteso bersaglio per dimostrare il suo disdegno verso ,ma forma e 11ntempo delle ll!'ltere che non gli piacciono. Davvero, il Croce non ha affetto per questa no– stra letteratura; egli ha per essa una incompren– sione ed una avversione più volte aspra11iente ri– badite. I suoi saggi su Mallarmé, Leopardi, la« poe– sia pura», Rilke sono rivelatori della differenza della sua lettura da quella variamente tentata oggi dai nuovi. Croce non vuol ne1mnen.o intendere il significato morale (un risentimento di profonda disperazione sociale e di metafisica a,igoscia) che il diverso gusto ha avido Per noi: e lo nega sen,– z'altro. Il distrnttore dell'idolo dei generi letterari non può quindi accettare e comprendere il seuso di queste nostre ricerche. Il suo parere va rispettato : ma sembra che, con un moto ra.pido di sopyacciglia contratte, egli con– danni tante verità pur buone e degne di esser sal- vate. La poesia di Saba, di Ungaretti, di Monta/e ... Certi accenti che restano 1iel cuore degli uoniini ... Un tratto di così profondo disdegno ricorda la mancanza di generosità di Goethe, del Goetlze che, nei Colloqui, consiglia Eckermann di non occ·n– parsi dei giovani del suo tempo ... E' questa, d·unq1te, 1.u1ain.generosità propria agli uo11iini grandi e fortunati.'! Ma quanto gioverebbe, invece, alla civiltà delle lettere im diverso atteg– giamento : al posto delle magnanime irrita.z-ioni, che si r1·solvono ·fn tm lasciare vuoto il cm11,po di una lotta infeconda, tentare ,,.,. moto aperto di com– prensione, domandarsi con qualche premura d'uma- 110 affetto se sotto q11elleforme nuove e diverse
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