UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

52 gi11stificare ogni parola) ogn.i accenno, a.nche 11u·– nimoJ di quelle m.ie definizioni. Ed ora paò accadere di ritornare a quelle pa– role di Croce che erano sembrate così pla11sibili. La condanna filosofica dei generi artistici e let– terari è la dimostrazione e formolazione rigorosa di ciò che l'attività artistica ha sempre operato e il buon gusto sempre riconosciuto e di pmsarle un po' meno probabili. Commique, resta che in 11,nazona teoreticamente non pura q11ale è quella delle poetiche (e in questa sede di fatto io ne ho parlato), anche se i generi possano appa,·ire a chi rifletta sistematicammte prodotto arbitrario di un gusto determinato, anzi proprio per questo, è lecito lecitissimo parlare di <111esta distinzione; quanto alla filosofia dell'a,-te, ebbeae, spero che sia permesso pensare che i pro– blem.. i non sono mai risolti, sono sempre aperti, anche quello dei geaeri: o non sarà il caso di esa– minare, ormai, la q14estione nei 1nodi di una fi/tJ– sofia veramente non dogmatica, di una filosofia che, libem dalle gravi aporie del « realismo co11- cett11ale » lascia al concetto il s1t0 pieno movimento vitale? Nei modi di una teoria davvero liberata da ogni residuo di metafisica? Ma per gi,mgere ad una tale posizione critica co,wien~ avere della filosofia 1,na visione che non sia determinata da una volontà d'im,perio sulla ·vita (volontà sempre rid1tttiva) o da una tendenza, sia P1tresuperiormente Pedagogica, ad indica,·e alla vita le sue strade. La vita (anche la modesta vita dei qmeri letterari) conosce bene le strade che deve prendere, si ride o si serve delle teoriche violm~e; e, nel sentùnen.to acuto della « presenza attiva» di Aristotele, Orazio, dei grandi morti (a cui dob– biamo sem.pre render conto alm.etto quanto essi

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