UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

50 la negazione più rigorosa, han diritto di esser chiamati nuovi : essi son venuti dopo l'esperienza delle lettere nuove che è esperienza fondammtal– mente snperatrice delle 11/time forme storiche del romanticismo letterario : il fut11,rismo e l'i1nprcs– sionismo. Essi non impongono, perciò, alcuna legge, se non per gli sciocchi, e i pedan,ti, che è ,zin/altra specie di sciocchi, e se, da mi. lato, segnano wio spontaneo convergere, che la critica ha messo con,– venien.temen.te in. rilievo, di certe opere d'arte in certi caratteri con-umi, dall'altro sono a,nche il se– gno di certe esigenze profonde della civiltà delle lettere. Si ritiene ormai comuneme>tte, ed è verità anche troppo facile, che la questione dei generi abbia scarsa attinenza colle ragioni assolute della poe– sia, ne abbia, invece, di molto vive con le ragioni civili, e in un ce,:to senso collettive del gusto (r): e di fatto, a definire il gusto di w,:epoca, intanto, a definire, per esempio, il territorio del gusto con– temporaneo avrà Pnre qualche significato la con– siderazione che questa letteratura preferisca espri- . 1nersi nei modi della lirica, della narrativa, del saggio («senza co1nplementi >>) e rinunci o a que– sti assoggetti quelli della tragedia, dell'epica... La natura individ11ale della parola, la violenza delle « leggi letterarie>>. sui poeti, qui non sono in gioco. Croce, a questo p11,nto,farà delle obiezioni di logica. Quanto a queste 11lti111e,egli deve farmi grazia, e lasciartni alla mia convinzione che non ammette, almeno nel suo senso 1netafisfro, la idmtificazione di esistenza e realtà (m questo punto H egei nella Fenomenologia ha detto parole riveia– trici, sulle qua.li converrà ritornare): non è vero in nesswi modo che esiste solo ciò che sia logica- ( 1) Sulla coscienza cli questo rapporto tra i ge– tHWi letterari e il gusto vedi i nostri Sa.ggi (li voe– tica e <li poesia, pag. 16 (Ed. F.lli Parenti, Fi– renze, 1940).

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