UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

26 LETTERA SUL ROMANZO Caro Valsecchi, è trascorso un anno esatto da quando passeggiando insieme per le strade di Mi• lano, cosparse di vetri e calcinacci, respirando l'aria bruciata delle case incenerite, quasi senza volerlo ci facemmo le prime aperte confessioni. Confessioni che sentimmo così piene di aspirazio– ni, così necessarie da pingerci a ritrovare dentro e fuori di noi un appiglio cui arrembare con più fiducia quei giorni estivi, lievitati allora da una desolazione che le bianche macerie della città tra· mutavano nel petto in un sincero dolore. Così, al– lora, tra un treno e l'altro nacquero i quaderni. «Uomo» ce lo siam creati dentro a poco a poco con una ostinazione senza limiti, con' una speranza segreta di vedercelo J>OÌ tra le mani come è ora, lindo dentro e fuori: pulito 1 pulitissimo nei mar– gini e nelle parole. E possiamo anche commuo– verci ripensando a quei passi d'avvio, alle prime affannose ricerche di cuori che battessero all'uni– sono col nostro e che anelassero ad un uguale ed umano impegno di scrittura. i 1 [a non tiriamone bilanci, perchè l'esperienza è stata breve e vissuta poi così, a denti stretti, nel cerchio di un anno troppo violento di fatti e di intenzioni. Non sorridiamo ai consensi. Sappiamo che le pagine scritte non c'interessano più. Ten-

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