UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

IL CRITICISMO DI ROSMI I (a Giuseppe Bozzetti, con devozione) II. - L' Essere e gli esseri Accettare l'esperienza per quello che è, co– me un fatto puro e semplice, come qualche co– sa di neutro, che non depone nè pro nè con– tro la realtà in sè, può sembrare, a prima vi– sta, ingenuo, semplicistico o altro di simile; mentre a noi sembra la cosa più retta che si possa fare. Si parla spesso di errori del senso o di testimonianze dell'esperienza; ed anzi que– sti, specialmente da Cartesio in poi, sono diven– tati dei tristi luoghi comuni, in fìlosofìa. Ma, come Rosmini osserva di frequente, con un umorismo più profondo, anche se meno bril– lante, di quello di Cartesio, non si può parlare, propriamente, nè di verità sperimentale nè di errori del senso. L'esperienza o il senso sono semplicemente dei fatti: essi si potranno nega– re, o subordinare, o esaltare in rapporto ad al– tri fatti; ma, almeno nel principio di una ricer– ca fìlosofìca, bisogna prenderli, semplicemente, per quello che sono. Esistono delle scienze spe– rimentali, è vero; ma solo in quanto l'esperien- 53

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