UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944
48 mia fantasia raccoglievo la sintesi di una scelta, quando davanti ai miei occhi in una traiettoria sen– za fine io tracciavo con un gesto solo tutta la mia esistenza 1 solo allora io mi sentivo vero. Intorno a me non vedevo che uomini e uomini, grandi e pic– coli uomini scaglionati nella storia di ieri e di oggi. Ricordo le ore passate in biblioteca cercando sulla copertina dei libri una parola di guida, la sug– gestione all'agire, lo stimolo assente per rimuo– vermi da quel torpore. Avrei voluto penetrare ogni cosa rapidamente in un solo giorno in un'ora sola con uno sforzo sovrumano; alla ricerca dell'imma– gine prerogativa dei poeti, alla ricerca della for– mula possesso degli scienziati, alla ricerca del sen– so delle cose monopolio dei filosofi. Leggere quei libri, e da che parte avrei incomin– ciato? e allora mi bastava sfogliarli, mi bastava guardarli, con religione io li toglievo dal loro posto, mi bastava amare in essi ciò che di grande imma– ginavo vi fosse. Eppure tutto io avevo tratto di lì da quelle pagine, nulla vi è in me di originale e ho poche icleuzze per il capo. Tutto come un mo– saico ciò che era dentro di me. Come amavo le cose che 11011 potevo comprendere, la meccanica quan– tistica di Planck, la Somma di San Tommaso. Un fascino grande emanava da Pascal, non è forse egli il mio genio? Poche pensées mi bastano come po– trò leggere fino in fondo tutte le provinciales? Do– mattina all'alba io correrò a vedere nascere il sole, sarò ancora il fanciullo Emile, maestro istruisdmi
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