UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

franto e si fa dolore di tutti per il Bene tradito: è qui la «presenza» di Montale perchè egli al– larga commosso la sua frattura d'anima all'an– sia di tutti domandando allo sgomento una certezza che con lui salvi anche noi. Questo considerarsi artista e soprattutto uomo entro il limite dei rapporti creaturali reca all'opera una larga eco di socialità; e sono rapporti che il poeta vede così correlati alla funzione del suo canto da scandire a prologo di « Finisterre » questi versi di d'Aubignè: Les princes n'ont point d'yeur pour voir ces [grands merveilles Leurs mains ne servent plus qu'à nous f persécuter... Non l'astratto noumeno o la felice ignoranza di un'arte incontaminata stanno in queste pa– gine di poesia; ma ne erompe l'afrore di una vita smarrita e ricercata: ... ciò che manca e che ci torce il cuore... è un perduto senso, o il fuoco, se vuoi, che a terra stampi figure parallele, ombre concordi... Qui la pena è lievitata fino ad investire la pena di tutti, qui da un limine disperato una voce si protende ad afferrare un appiglio nella comune desolaziqne; che è la deserta desolazio- 71

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