UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

generosità e ho deciso di curarmi di lei con solle– citudine, E' di vostra sorella che parlo, e sarei felice se non vi urtasse oggi aiutarmi a sciogliere molti nodi del vostro comune passato che mi com– muovono e mi esasperano. Non penso 1 sappiatelo, di essere indiscreto, sebbene giusto, come la mia missione esige continuamente da me ». Nella pausa che seguì, ìl prete sentì fluire un silenzio duro e ostile nella sua garbatezza. Una lunga lista di sole entrava dalla persiana socchiu– sa, screziando curiosamente un mazzo di alte penne di pavone. Lo sguardo gli vagava sui chiari mobili della stanza. Le sorelle si erano divise meticolosa– mente gli appartamenti della villa : qui era evidente che abitava Rosa. I colori tenui delle tende, i vel– luti delle poltrone, l'intera aria di morbida gravità che spirava all'intorno erano familiari, complemen– tari alla figura aggraziata della donna che gli stava seduta dinanzi, Don Luoni sì chiese dove riposasse Giulia; immaginò subito la sua vecchia figura esan– gue sotto il baldacchino del letto, il ronzio di qual– che mosca oltre il velo della zanzariera, la came– riera seduta accanto alla porta ìn attesa di ordini, il tavolino ingombro di medicine. Tornò a Rosa, le mosse con gli occhi un'inter– rogazione. Rosa ebbe un gesto accomodante. « Non vedo quali notizie io possa darvi, nè quale aiuto. Non oso pensare d'essere contenta per la vo– stra visita; pure vorrei, ora, che mi s1>iegaste bene ciò che volete da me. Vivo sola, lo sapete, e ho perso ormai ogni confidenza col mondo. Da tanto non penso a giudicarmi o alla possibilità di essere giudicata. Se una persona al mondo m'è oggi, e da gran tempo, distante, questa è mia sorella. Non le parlo da più -di venti anni, ed è ormai un'abitu- 55

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