UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944
non possa più godere di lm attimo buono. Su che potrò ottenere questo. Oltrepassando questa soglia sapevo che avrei dovuto lottare contro un'ultima no– stalgia. '.\Ia il ,·i11cerla mi è stato più facile di quanto sperassi ». 1li alzai a sedere sul letto, tremando. Facendo forza a me stessa, a \'OCC bassa, quasi per convin– cermi, non seppi che dire ciò che più mi tenta,·a e pur era terribile e insincero: « Ti odio, Rosa. An– che per me sarà facile vivere sola». Sentivo però che non ero giustificata e non seppi aggiungere altro. Rimanemmo così ancora qualche attimo; poi 1 affranta, dovetti stendermi. Rosa passò le11tamen– te nel raggio caldo di sole che scendeva dalle per– siane socchiuse, uscì. 1fai mi era appari.a bella come in quel momento. Di più non so dirle, reverendo; da allora la mia \'ita è stata una continua prigionia. ?\011 so cosa possa ispirarle: a me basta aver avuto la forza di confidarla a lei, e già essa mi sembra più umana». * * * Don Luoni non ave,·a potuto aggiungere alcun commento a queste parole. Per tutta la durata della confessione il suo viso aveva conservato una espressione talmente affabile da incitare la donna a non tralasciar nulla_. neppure nell'ostacolo delle lacrime che ella versava senza ritegno. Quando poi Giulia uscì 1 egli rimase pieno di tristezza. Non sapeva incolpare la sua penitente. Comprendendo le paure da cui era stata agitata, la trovava disgra– ziata e misera, una po\'era creatura che non aveva saputo calcolare la difficoltà e l'impossibilità delle sue aspirazioni, destinata già in terra a soffrire per i suoi errori. Esaminando Giulia egli pensava con stupore alla sorte di certuni che trovano la condanna nell'ir"requietudinc e nello sconforto. Ad 53
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