UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

da cosi improvviso naufragio. Ricominciò a consi– derare il mondo e sè stessa. Un anno dopo la mor– te di Mario mi disse che era giusto fermarci da sole a lottare contro il tempo: aveva voluto for– zare il suo destino e per questo tutto si era abbat– tuto su di lei. Ci abbracciammo rasserenate. Sebbene tentassi continuamente di convincerla che non aveva mai a,·uto nessun torto Yerso di mc, in cuor mio giurai che non bisogna,·a più indulgere ai rimorsi: 11011 a,-rei d'ora inanzi nemmeno dovuto ascoltarli. Ciò che avevo sognato era vicino a me, fortificato per di più da un'esperienza che doveva restarmi segreta. Rosa aveva nuovamente scelto d'amarmi, questo importava. Non dirò degli anni che trascorremmo. La pace era entrata nuovamente nella nostra casa, non più come nei sogni dell'adolescenza ma carezzevol– mente egoistica, insegnandoci a godere di ogni gior– nata buona, cli ciò che il paesaggio 1 le stagioni e il mutare delle conoscenze attorno alla nostra \'illa ci offrivano. Viaggiammo. La mia felicità consisteva nel veder Rosa sempre più affezionata alla vita che le proponevo. Passava il tempo. Come a,Tei potuto rimpiangere ciò che lasciavo alle spal– le se ]°invecchiare significa,·a per noi raggiungere una suprema co11fidenza, un legame senza nodi e s,·eltito dalla fiducia in ciò che stavamo avvici– nando? Fu in quegli anni, strettamente collegato al nostro sentimento, che ambedue ascoltammo il desiderio di rivolgerci a Dio con maggior forza di quanto sino allora avessimo fatto. Il continuare 11cll'al di là quell'armonia in cui non vedevamo che bene, ci portava a chiedere con insistenza che la nostra bontà fosse messa alla prova e noi potes– simo conoscere ogni dovere cli fronte al nostro animo. 45

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