UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944
Rosa mi prospetta va ormai con sicurezza il suo gioioso futuro, mi avvidi che 1v!ario aveva lenta– mente abbandonato quel suo incantato parlare per curarsi di certi sottintesi che parevano interessare solo me. Quando, senza malizia, rimanevo sola con lui, egli si rivolgeva a me come per farmi partecipe di un'attenzione che non mi poteva più chiaramen– te esporre. Questo suo atteggiamento dapprima mi stupì: poi cercai d'essere meglio convinta. Vo– levo subito spartire con Rosa i miei dubbi, ma una sfortunata prudenza mi tratteneva. « Quando avrò le prove che il suo amore per Rosa è divenuto solo una leggera indiscrezione», pensavo, « le mostrerò quanto sia meglio fidarci di noi sole e non dare ascolto a chi vive fuori di noi>>. Così mi illudevo, e mi avvicinai a Aiario, quasi invitandolo a cor– teggiarmi. Avrei dovuto pensare che una donna non bella e inesperta non avrebbe dovuto spingere tanto il suo coraggio. Le clandestine attenzioni di Mario dapprima mi lusingarono, ma dopo pochi giorni mi trovai nelle identiche condizioni di Rosa, innamo– rata di lui senza scampo; m'ero spinta troppo oltre per potermi ritirare senza dolore da quella avven– tura. Mi avvidi che stavo per sostituire l'affetto per Rosa con un altro sentimento: « ma, mi chie– devo, l"ogg-etto del suo amore non è pure l'og– getto del mio?». Non consideravo quanto fosse assurdo quell'intrigo: ero annebbiata dalla vanitosa constatazione che in un'occasione decisiva per la mia vita m'ero comportata come mia sorella, e tal– voita riuscivo a gioirne. Io sola, però, ero in grado di riso!vere tutto: avendone la possibilità dovevo pur sentirne il do– ,·erc. Amavo 1lario ma non ero ancor disposta a 41
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