UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944
40 occhi) avremmo a,,uto ancora la possibilità di d– ,·crc assieme, e di ,·olerci bene. lv[a 11011 ero, per la prima volta, sincera. Ton soltanto pro,·avo gelosia per Mario S**, il fidan– zato di Rosa: lo odiavo. Senza saperlo egli com– metteva un delitto, separandomi da mia sorella. fili giurai (e questo è il mio primo peccato) che 11011 avrei tralasciato l'occasione, se mai si presentasse, cli allontanarlo da Rosa. Quando però conobbi Mario, mi trasformai. Era un giovane stranissimo, degno davvero di accom– pagnarsi con una bellissima creatura come R0sa (che s'era leggermente sfiorita: ma cosi pallida mi pareva ancor più adorabile): silenzioso sinchè in sè s'entusiasmava, e allora i suoi discorsi apri– vano convinzioni sempre nuove per noi. Quando ci lasciava, dove,·amo un poco tacere. ancor presi dal ricordo dei suoi gesti e dal tono delle sue pa– role. Anch'io rimanevo sottomessa al suo agire : mi accorsi subito che una segreta dedizione a lui nasceva in me, e mc ne vergognai. In realtà ci do– mina va : Rosa abbandonata ormai completamente a lui, fantastica,·a e si mostrava subito accesa ad ogni sua parola, sempre convinta della sua intelli– genza e della sua bontà: pensa,·o che ne fosse già la vittima. Questa supposizione mi risollevò dall'in– feriorità a cui mi sentÌ\'O legala quando ~Iario era presente; e mi indusse a rafforzare i miei propo– siti di staccare Rosa eia lui. Più mi accanivo nel cercare l'occasione propizia, più ,·aiutavo quanto mi sarebbe costata cara una sconfitta : avrei sempre avuto lontana l'unica persona che amavo. Rosa sa– rebbe mutata talmente sotto l'influenza di lui da sembrar ormai morta al mio affetto. Era passato frattanto un mese quando quella occasione si delineò. Nei nostri discorsi, in cui
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