UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

sua sana irrequietudine nacque in me, come un'eco, un·amore verso me stessa che mantenevo segreto, quasi per promettere al mio povero corpo acerbo una riYincita, e annullare con la ,·olontà le mie im– perfezioni. 1'1a ero triste 1 senza consolazione. Rosa s'accorse di questo un giorno, quando, conversando (dovetti simulare un'indifferenza che mi affatica– va) riuscii a chiederle cosa pensasse della sua bel– lezza e di mc. Quanto scabroso era mai quel di– scorso, e come fui grata a Rosa per le sue parole. << Che importa? » ella disse. << Da bambine ci sem– brava naturale che doYcssimo sempre vi,·er sole, e non sposarci mai. Penso che il nostro bene non possa affievolirsi nel resto della nostra esistenza, se ci è bastato per ,·ent'anni ! ». Queste parole, le ricorderò sempre 1 mi rin fran· careno. Alla notte, quando d'estate non riuscivo a dormire, una tortura indefinibile mi prendeva, aYvi– liva il mio corpo sino alla sposSatezza. Chiamavo allora Rosa. le ripetevo quella domanda con mag– gior febbre, voleYo che m'accarezzasse e mi te– nesse compagnia sinchè mi assopivo: poi tutto fi– niva in un sonno senza rimorsi, che si stacca,·a dol– cemente dalla cattiva realtà nel debole tepore della mano di Rosa che mi accomodava i capelli. Pure, Rosa non tardò a fidanzarsi con un giovane medico che trascorreva qui il tempa della villeg– giatura. Improvvisamente mutò. La sua vivacità era scomparsa, ella era divenuta taciturna e quasi ma– lata. Mi preoccupai. Quando finalmente osò con– fessarmi il suo sentimento, durai fatica a disto– glierla dall'ipotesi che non aveva commesso alcun tradimento nei miei riguardi. Sarebbe venuta an- • che per me la fortuna, le dicevo, ambedue saremmo state sercné. E se così non fosse stato (questo lo aggiungeva involontariamcnte 1 con le lacrime agli 39

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