UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

22 vece una conseguenza misteriosa e felice da me– ritare (con l'amore e l'accanimento) e mai rag– giungibile con i metodi (estetici). L'estetica, che vizia la nostra mente, che panneggia il nostro pensiero, ci giustifica tutti gli errori: essa di– scute ed abbellisce e legittima tuttoJ ci asso]ve di tutto, anzi ci pre-assolve, ci impedisce di dire sic sic 11011 11011, sì o no. Mentre sappiamo che la verità è sì o no e che solo per viltà non diciamo sì o no, e .disertiamo nell'estetica). (Ora diciamo, finalmente, che l'architettura è destinata sovratutto, anzi soltanto, al bene del– l'uomo: sic. Che essa è cattiva se lo serve male - e questo lo si può giudicare: sì o no. Le bellezze dell'architettura le constateremo dopo, dopo tanti anni: saran state il dono che ci avran fatto temperamenti felici d'architetti in momenti felici. Ma al diavolo i presupposti este– tici della bellezza: mai epoca fu più fertile di presupposti (tutti gli ismi) quanto la nostra e mai più povera nei risultati di quegli ismi sempre superati dopo qualche stagione. E rima– ne invece quel che fu ispirato da Dio). Un motto di Giovanni Evangelista - « lo zelo della tua casa mi consuma» - l'impiegai per un altro assunto particolare, architettonico anch'esso, e più diretto: per la Casa di Dio, per l'edificio di una chiesa. Ma quanto stupenda-

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