UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

74 una tua frase che mi suona perentoria: « Educati al pensiero e alla ragione non potremo mai accogliere una fede dogmatica>; e seppure essa è frenata dalla successiva considerazione che « non potremo starcene paghi ad una indifferente contemplazione di un acefalo impersonale fluire», c'è quel mai che si aderge con un' impennala di irri– ducibile baldanza e fa troppo resistenza. Capisco quel che tu hai voluto dire, e ctoe intendi ricusare una soluzione di pas– siva e cieca obbedienza; ma voglio dire, dal mio canto, che infine dogma è proprio pen– siero, formulazione di pensiero logico, un tentativo di speculazione teorica del simbo– lismo religioso, il cui sorgere è strettamente connesso col passaggio a un simbolismo razionale. Ma tu vuoi accennare a quel fortilizio irrigidito e chiuso in un sistema ostile ad ogni penetrazione di elementi intellettivi, ed io dico allora che non si tratta di un rifiuto, bensì di un rinnovamento del suo valore, di una reazione intensa e profonda che mira a riformare la vita religiosa nella sua inte– riorità e al contempo a rinnovarne il fonda– mento teoretico, con un ardore, un fervore,

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