UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943
2 Caro Malagoli, ho atteso un po' di calma e di libertà per rispondere alla tua cara lettera. Ho Lello con molla ailenzione il tuo scritto < La concreta persona ». Vi ho risen li lo nostre precedenti parole e talune affermazioni, risolute e franche, centrano di bollo alcuni dei problemi più vivi che inquietano le nostre coscienze. Quell'equilibrio che tu indichi tra fede e ragione non lo sento soltanto come un accorto giuoco di pesi ben distribuiti, bensi come un'esigenza, anzi già una soluzione aperta a infiniti risultali, del nostro spirito. Infatti, quella posizione di virile umiltà che è implicita al riconoscimento « del limite creatura/e>, non è la chiusura del cerchio in una rigida dialettica, nè lenta di risolvere le antinomie in una dipendenza quasi ge– rarchica fra irrazionale e razionale o in una meccanica logica (come, ad esempio, in Martinelli), ma scioglie i dissidi con un allo di libera subordinazione alla legge del e totalmente altro » che è già un impulso di 71
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