UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

40 È ovvio che ad una tale concezione del– I' indifferenza non possono essere di guida e di conferma che dottrine di filosofia cri– stiana, poichè è caratteristica fondamentale di tutto il pensiero cristiano, da San Paolo a Sant' Agostino, da San Tommaso ad An– tonio Rosmini, di aver messo in evidenza I•aspetto volontaristico, oltre che razionale e metafisico, del rapporto fra Dio ed il mondo. Il Rosmini, poi, fu il pensatore cristiano che più esplicitamente di ogni altro ha enunciato il fondamento filosofico dell'indifferenza col mettere in rilievo la forma morale dell'essere, rispetto alla forma reale ed ideale, e che del!' indifferenza intesa, appunto, come lieta accettazione della volontà di Dio in ogni contingenza della vita, ha fatto il codice, per così dire, della vita spirituale. Ma la ragione intima e vera, per cui il pensiero cristiano ha potuto considerare nel suo giusto valore il rapporto fra volontà umana e volontà divina, è che per arrivare ad una tale considerazione era necessario che la stessa volontà dell'uomo fosse buona. Ora, il Cristianesimo, ma che dico: il Cri– stianesimo? Cristo stesso ha reso buona la volontà degli uomini da meno buona che era.

RkJQdWJsaXNoZXIy