UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943
precisamente nella realtà che noi chiamiamo sensibile. Così il mondo del senso, che da un punto di vista puramente razionale doveva dissolversi ed annientarsi, una volta che si tenga conto dell'esigenza morale di una distinzione della volontà umana dalla volontà divina, si conserva e vive in una certa sua indipendenza: un'indipendenza, che natural– mente, non potrà mai diventare assoluta: nè dal punto di vista logico, perchè logicamente tutte le realtà si unificano nella Realtà divina; nè dal punto di vista morale, poichè la vo– lontà morale potrà trovare nella realtà sen– sibile solo quel tanto di bene che essa partecipa da Dio, sommo ed unico bene. L'indifferenza che nasce da questa con· cezione non è più, dunque, indifferenza di annientamento e di morte, ma di ordine, di equilibrio e di armonia. L'indifferenza, cioè la quiete e la pace, sorge continuamente (e non senza lotta, giacchè la volontà può essere tentala di fermarsi al senso, come unico e sommo bene) dalla conformazione della volontà umana alla volontà divina, e dalla considerazione delle realtà individuali come più o meno partecipi della perfezione divina, e quindi anch'esse degne d'amore. 39
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