UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

36 è tutto pervaso dalla ragione e da essa tra– sportato nell'ordine di una realtà infinita ed assoluta, così la volontà si dovrebbe annul– lare in quanto aderisce non più a beni particolari e contingenti, ma ad un bene universale ed assoluto, quale la ragione sol– tanto, o una realtà razionalmente intesa, pos– sono offrire. Ma a questo punto, si presenta il fatto nuovo ed unico nella vita dello spirito: il fatto, cioè, che, mentre noi pensiamo il senso come logicamente annullato nell'ambito della razionalità, non possiamo dire altrettanto della volontà ; anzi possiamo dire esattamente il contrario, e cioè che il volere non è vera– mente volere finchè è stimolato da motivi particolari e contingenti, e che è, invece, volontà vera e totale, quando aderisce ad un bene sommo ed assoluto. Si obbietterà: qui si tratta, appunto, di un volere universale e cioè divino, nel quale le volontà dei singoli soggetti si devono an– nullare. Ebbene, è pur lecito chiedere a nostra volta perchè le volontà dei singoli soggetti si dovrebbero annullare in una vo– lontà universale o divina. Naturalmente, quando l'oggetto della volontà sia il sommo

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