UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

18 UNA LETTERA Non posso sinceramente affermare di aver provato dolore alla notizia della morte di Stefano ; restai forse più sorpreso che addo– lorato per la conclusione della sua attesa innumerevole. Era ormai consuetudine dissua– derlo dalle paure che si succedevano con ritmo sicuro, ma la cui assenza gli avrebbe tolto una ragione di essere. Il suo viso era perennemente segnato dal– l' attesa disumana, i suoi atti erano brevi e conclusi; era ormai abituato a vivere come un condannato e nemmeno la ragione poteva trarlo da questa abitudine. Mi disse un giorno che viveva come tra un treno e l' altro; mi colpisce ancora la proprietà del!' immagine. Perciò la mia sor– presa non fu grande quando mi recapitarono una lettera con la soprascritta: "Da aprirsi dopo la mia Morte,,. Era il suo stile; anche la maiuscola del!' ultima parola era sua. Apersi la busta e spiegai il foglio, deter– minato a leggerlo con certa assenza per la convinzione che quanto concerneva le sue paure aveva ormai poca importanza. Ero preso più dal dovere amicale e dall' or-

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