UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943
12 Educati al pensiero e alla ragione non l } potremo mai accogliere una fede dogmatica, ( ma per ciò stesso non potremo starcene paghi ad una indifferente contemplazione di un acefalo impersonale fluire. L'idealismo, negando la possibilità di ogni oggettivazione, ci ha dato la coscienza del– l'inevitabile trascendentalità della esperienza. Ma questa asserzione di una legge universale extra-storica minaccia il dramma della per– sona, negandone la individualità empirica. Solo noi, singolarmente presi, siamo i veri protagonisti del!' esistenza, i soggetti concreti, non l' IO puro, non il Soggetto trascenden– tale, e quella legge non è un giudizio di valore, in quanto ha per oggetto un essere e non un dover essere, una necessità, non la libertà. La sintesi trascendentale, o che è lo stesso, l'immanenza del tutto alla razio– nalità, non arresta il processo conoscitivo e non assolve dal dovere morale. Tuttavia, additandoci la via del soggetto, l'idealismo ci ha dato una consapevolezza critica formidabile, e, interpretato nella sua curvatura religiosa più che nella sua formu– lazione teoretica, esso è la più viva istanza contro qualsiasi agnosticismo.
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