150 L'UN IVER 0 S l,TÀ LIBERA privilegio, sulla supersfizione? No, sulla 11lebe, .sulla filosofia, sulla Rivoluzione. Separamini, popule meus l - Nessuna comunanza con gl'intriganti e gl'ipocriti ! Alleiamoci, come Bertrand Duguesclin e Olivier de Clisson, per la libertà ad _ogni costo, contro tutti coloro clte possono vivere e morire. Appoggiamo l'opera emancipatrice da qualunque. l?arte venga e in qualunque modo si produca; combattiamo il pregiudizio senza riguardo, anche nei nostri correligionari e nei uostri fratelli. Se son vere le notizie pubblicate dovunque dai giornali, ecco già che lo zar Alessandro rende alla Polonia una parte della sua più prezios,l libertà. Come se proprio lo zar avesse voluto realizzare la predizione del vostro manifesto! Mentre l'Occidente, che combatte per la Turchia, si dichiara contro lo zar e contro la Rivoluzione insieme, lo zar chiama a sè la Rivoluzione! A chi dunque, ~oi, filosofi umanitari, daremo la palma: all'aristocrazia inglese che, in una libera tribuna, afferma solennemente il suo disprezzo dell'Ungheria• e della Polonia, o all'autocrate che comincia la restaurazione della Polonia? A chi l'onore, al pontefice romano, che condanna l'insurrezione polacca, o al capo della Chiesa_ scismatica, che riconosce il diritto dell'insurrezione? ... Ora dall'Oriente ci ritorna la Libertà, dall'Oriente considerato come barbaro, dalla patria degli ultimi servi, dal paese dei nomadi riaffluisce su noi la vita morale uccisa in Occidente dall'egoismo borghese e dalla bestialità giacobina. Mentre il materialismo ci .divora, e la peste e la mitraglia sterminano il nostro disgraziato esercito, il popolo russo è trasportato al campo di battaglia da tutti i sentimenti che nobilitano· l'animo umano, la nazionalità, la religione, l'odio della barbarie, che dico? la speranza della libertà accesa dallo zar. La storia è piena di queste contraddizioni. I nostri soldati, così coraggiosi, così eroici di fronte alla morte, ci p_orteranno almeno quel contagio dei grandi pensieri, dei nobili sentimenti che riempie l'anima dei Russi? Non so. Ogni comunicazione con l'Occidente. è cosi ben chiusa per loro, la meccanizzazione disciplinare, il detestabile spirito di caserma, la ridicola vanità li hanno cosi profondamente abbrutiti, che bisogna credere che ritorneranno tali e quali come sono andafi: soldati del papa -e dell'imperatore, di Roma e del 2 dicembre. Ma quel che non farà la carne eia cannone, saprà realizzarlo la penna dello scrittore. Dalle rive della Cernaia, del Dnieper e della Vistola, la Libertà, portata sulle ali clel pensiero, verrà a far vergogna alla vecchia città rivoluzionaria. Evoche1·à contro di lei i ricordi del 14 luglio, del 10 agosto, del 31 maggio, del 1830 e del 1848. Allora il mondo saprà se la Francia, vittoriosa in Crimea, - voglio ben concedere all'orgoglio ·della mia nazione questa ipotesi gratuita, - conserva lo scettro della civiltà e del Progresso, o se lo cede alla sua nemica vinta, ma allora veramente trionfante, la Russia. Addio, caro amico .. Serbate intatta e pura la vostra bella e generosa individualità: è l'unico augurio che cre~o di dovervi fare; è il pegno del vos'tro successo. Vi stringo la mano. (Corréspòndartce, VI, P. J. PROUDHON. 219. Traduzione di Paolo Flores).
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