r.' U N I V E R S I T À L I II E R A· 121 ·enza averPc l'aslidio, gli insetti della case,rma. E se vol•eva inlenerire una fandulla crudele, bastava che immerge se l'osso in un bicchier d"acqua e la faoesse bere. Analoghe istruzioni riceveva il giovane Bavarese; e poi: « Può darsi che non riesca a procurarti un osso di cristiano ... 1 i conservano così bene! Frattanto, va dallo scorticatore! » S~de del pensiero e dell'intelligenza, pez.zo essenziale dell'apparecchio umano, il cranio vale da solo quanto e più .che tutte le altre vertebre. Come coppa, è la -regina delle coppe, che istilla alla bevanda virtù speciali. Come marmitta, dà ai cibi della cucina infernale il loro vero sapore. E se quel cranio avesse alloggiato il pensiero di un omicida o di un assassino, tanto meglio. · Il Siberiano crede che nessuna salsapariglia, nè alcun'altra erba simile, abbia una virtù paragonabile a quella delle foglie bollite in una delle teste che si estraggono dai « Kulgani » e che appartennero agli antichi Tsciudi. Gli empirici po -toghesi mettono sollo un cranio le bende che serviranno alle medicazioni impregnandole <lelle sue virtù. Sino alla fine del secolo X\ Ili, la raschiatura della testa fign rava nei libri accreditali come il rimedio indicato in caso di epilessia, e in tutte le malattie della psiche umana. T crani e i cervelli erano indispensabili nelle operazioni l'Ìguardanti la co_noscenza delle cose future. - . PaTliamo, per esempio, <lei Terafim, più volte citali nei nostri Libri Sacri. I commentatori ortodossi non si spiegano vo- ' lentieii su questo argomento. Tuttavia uno dei più dotti, e fo_rse il più illustre, l'abate Calmet, nel suo grande Dictionnaire de la Bible, riferisce dal Rabbi Elihezes, dal Rabbi Tanciuma, e dal parafraste Jonathan, come venivano procurati questi Terafim. · Bisognava uccidere un figlio primogenito; gli si spaccava la testa, •e dopo averla .pulita con sale ed olio, e dopo averla installata in una nicchia della parete, gli si introduceva sotto la li.Q.gua una lametta di metallo con sopra scritto il nome di questo o cli quel genio. Davanti a questa figura si accendeva una lampada, e si evocava il demone. San Clemente di Roma, l'autore delle Ricognizioni, accusa il famoso Simon ì\Iago d'avere operalo similmente con lo spirito di un fanciullo assassinato, che era eYocato da irresistibili parole. Bodin racconta, nella sua: Démonomagie, che un monaco, comandato da un 1 e cristiano, tagliò la · testa di un ragazzo primogenito, e mettendola sopra un'ostia le fece <lire l'avvenire. I rncconti orientali ricama.no spesso e a lungo su questo lema. Gli Haidah di Voncouver bruciano iJ. morto; con cura gelosa ne conservano le ceneri nella loro dimora; e pretendono che, se dei malvagi se ne impachoni sero, fa famiglia e tutta la lribù correrebbero gravi pericoli.
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