L'Unità - anno IX - n.46 - 11 novembre 1920

. \ • 188 L.'Jtnlin, onodntn all'Inghilterra o ingan– ll<Hn da.ll1-1illusionr bolscevica, ha perdulo il prirno posto. )la puì, conquistare ancorn il secondo posto, sr almeno nd<'sso snprà • nndnrp prontamcnt(' incontro nllu dcmo– t'rnzia ru'-sn. Bisog,rn ,., ,, J'ltnlio di )Iazzini - e il gruppo cli 11'1 11itrì de\'C nrfermare questo /WIQ l"/19.~()a{(alOl(J. (I;;: COSI\ J)UÒ fnr(' l'ltlilia J)('I' il pop()IO 111~soIn q11cst'orn tC'nibilC" di disastro? -Certo, l'Hnliu è troppo porf'ra ed è i11 rnnditioni trvp~n cliffkili pe1 poter Js\l'e un ni11to mntrritllf', T11tt'nl più c&sn può fare lllUlC'rinhnl"lllC Ire CO"if.!: n) non romprn,.., p1oclùlli alimenlarr in 11c~-,11n pac11:c dello Ru~sio: b) <.,pprlire in Russif, limoni, aranci, vi– no e naNlicinoli per srorbutici, nmmnlati: e) mandare mNliC'i 1 e in genere uomini rnlenterMi. Prendern, insummu, nelln ~rande trage– dia dclln Russin In funzione di uno Croce Hossn. Hirhiumo l'nttenzione spC'cinlmente sulln primo ldC'fl: 110ncomprare pJ"odotti alimen– lnri in 11rsstt1w 1wrle della Russia. Nel quotidiano l'olia Ho.uii {u Volontà. della Russln 11), che si stnn1pn in Praga sotto la direzione di autorevoli socialisti rivoluzio– nllri, e in cui sono npparsc notizie terribili ~ullc ntluoli disnstrost' condizioni della Ru,sio, e appelli di~pf'fnti per sollC'eiti niu– .ti ,Il rorrlspondf"'ntl' delln Crimcn. in dntn 10 ottobre 1920, scrh·e C'he II il generale u \\i"ro.ugel, a somiglinn1.0 dei bolscedchi, ,(1 riono"-tantr lc terribili" minaccia della fn- 11 me. vende a.gli !-ltrnnicri, per ristabilire u In ~un poslidont' Hnnnziuria disastrosa, 11 tnUr le riserve di grano, nccnpnrrote nel– u lo fC'rtillssiml\ zona da lui occupata; e fra u qunli stranieri figura anche una delega– u ;i()nr it<lliana diretla dai ,ignori rorelli u r .,tagfoli 11. Lo situazione è dunque <1ue· ~tn: all'i11ss1>11ta del popolo italiano - il <111nlelgnom che quest'anno. mancherà il grnno \11 Russia - una delegnzlone italia– na lo\·ora per mezzo del reazionario \\Tran– g<'I n strnppurc l'ultimo pezzo di pone dnlla bocca del popolo russo nrrnmnlo. Orbene, vuole llr0prio I' Itali& - ohe C<'rtnment.e ri– c:evcrà meno di tutti gli nitri e già in que– . sta corrispondenza è il solo pncse accusato di tn1Hn scellC'rfit<'zzn!- vuole. o non vuole J'Itnlia prendere dalla Russia nffnmnln l'ultimo suo grano? Crede l'Italia che sin suo inl<'l'<'SSC privare Q8gi cli questo poco grnno In Hussin, per ottenere domani, come Jrutto legittimo della rapina odierna, tanto odio dol 1>opolorusso? . \fl\terlnlmentc, noi. democrnticì russi, rhiedin1no poco o nulla all'Italia. Dal pun– to di dstn mnterinlc, noi poniamo tutta In nostra speranza nello ricca e potente A- 1nertcn. All'llnllo chiNliomo solo che non s.i disonori oggrnvnndo i nostri mali senza vantaggio suo. :'Il;,, l'ltnlin può e de\·c S\·olgcre un'azione mol'alc, dc..gnn delle sue tradizioni mazzi· nianr <' prczlosn per In Russin. 11 Go\·erno itnlinno p11ò e deve prcudcre s\Jbito ln ini– zinth•o. di 'nffermnre la necessità e il dove– ·re che tulti i popoli, ciascuno nella misura delle sue forze, aiutino ln Hussia. Esso può e (lrw• rivolgere ,in np1>ello in questo senso alla Società clrlle ~a1ioni. All'l"11itd, che è il solo giornale italiano vernn1e11le competente in questioni inter· nazionali. all'Unità che ha dato tanti esem– pf di ini1Jotivn onesta e coraggiosa.. spetta porl'O questo problema innanzi olla opin-io- 111• pubblica italiana. ~ci momenti slrnordinori della storia, lo tleC'isione pronta, In ropiclu iniziativa pos– sono n\'Cl'C C'ffctti grandissimi. La vera sa- • pi<'nlO politico. consiste nell'afferrare l'av– w•nimento mcnlre stn per rrnscere. In que– sto momf'nto, chi saprà svolgere con la nHl~~imn energia un'azione umanitaria per il popolo russo, .,;offerente per un inaudito disastro, ;colui preparerà le pili Pteziose vie nl prow·<'sso clf"'ll'Europo e del mondo. f°,i rnuo socialista-ri'j;olu;ionario amico dell'llalia. I ,,l&l)Qiwitevi wubll-0 : la /or,:a a, I un gwrnau aeUtmanau è t·utta fWllll~ aMonamenti. :: :: :: :: :: :: L'UNITA' Il libero scambio e la crisi economica del mondo 11 <'<mgrer,.;so Inte1 nazionale del lilJt'ro sc·n111bio, tenuto~i gio1·ni so110 a Londra. 11('1· il <·nrfltlC't·(• prt·gerole dt:lle memorie k!ttt•\'i da 11111:-.ll•i t•t·onomisti. per le di– soussioni cfif' d r,.;i ~\·ol~<'ro - non ultima rpwlJi:t sull'ini'luit.ì. n111.-i :-ull'iutostituzio– n:1 lit;\ d('!l(' Ll!<-1'(' di eF-po1·ti1z.ione~ul car– ho1w - nmu·hé pt•l momento iu cui è r,.;tnto tPnnto, (' 1wr In prC11"<en1 .... 1 di \·arii delrgnti t('der;rhi. 111r1·ita ,rer,.;f..ere com- 111e11tato <·011quakhe nmpiez1.:1 di pnrti– <·<llnri. er,.;!-.C'nd<1 fon.:(> la mi:;:lior dilnc·ida– ziouc cl<"i tlt 1 1ilwr:1tl della ('onfe1·eu1,a. fi. n11nzi:ui,1 rii Hruxf'lle~. tt·o i quali. pra-• th-ame111t• rotato nll'unauiruitù. è quello rwr l'.1d("iz!onc- unh·ersnle del libero ~.-nmbiQ. .. C'omill(•ii11110 <l1.til'Qr,.;r,.;er,·nrc• l"opportuni– tù tlt•l 111omento. Jl problema capit:tle del. 1"01:1. ,·lit• pn~i;:,1. 1'- il ripristino tlt:'lla pro– duzione Pu1·opea ;d li\·ello del l!l14. f.:: no. lo a t ntti \-lie la fonnnzioue. in consr· ~11t•u1.:1 dt~lln. dit,.1:it.t.n degli Imperi C,en– trall, Ottomnno <' Htt1':-:o, di molti nuo\·i SJt1tt<'1·rlli rn,1.iounli. ciaf.lcuuo ~C'on bnrrie– re doj!auali ,me 1wo1n•ie. fa sl rbe popoli. fi110 a ini co111pre~i- nt>lln ~tess'a nniU rtononik,1. !ilinno og~i f.ltranieri g-li uni u~li nitri. r deltlinn dtpende1·e dall'Ame– t·ka pc-r nppnµ:n r l;ik()!?1ti. d1e prima C'NI. no nppllf!llll dni 101·0 \'itini. Se ln demo– lizion(• llclle nut(ltrazir militari era unn ue,•eSfoCitil1.aliticn. la moltiplicazione de– gli ~tnti na1.ionali ef::trnn;i µli uni agli altri è ~tata ecouomicniucnte una cata– strofe. p<'r la c1unle occorre tro\·nre un rimc.-rlio: l'adozione ciel prinC'ipio fodera– le nei Balcani. lungo il lhmnbio, fr-.1. il llalti<'o, il Mar Nero e il Ca..,10, Il C-On– gresso cli Parigi, poi. costituendo la Le– ga (lellc Xn1.lo11i, e creando nello stesso tempo una nno\·a Europa erouomicamen• te. pl1) divisa, dell'nutico, hil fatto open1 non fK)lo contruddittoria. 1 wu folle. Que•tn follia v& aggiunta alla immen– sn di!;trnzione di ricchetia e di uomini: alle Illusioni fomentate dolili fabbrica dei higlil•ttl di hnnca; al persistere, pur do– po l'armistizio, dalln mentalità di guer– ra, che è inevìtnbilmente protezionista, e col cui niuto gli interessi pnrticolnr\. co.° stituitisi sollo In sua egida, cercruio di trasformare in permanenti molte misure rcstrltth·e giustificaùili solo transitorfo. mente. "' L'effetto cumulati\•O di tanti fattoi-i che il commercio internazionale è ridotto n, ben J>O\'ern cosa. L"Europa è quasi in– teramente ripreclpitata nel periodo delh· ec-ono,■ie chiuse dei tempi feudali o di!· gli nlùori <.legli Stati nnziounli. · La, cri8-i dei cambi non sigulfica altl'o: cd è crisi mondiale. 111 Itnlin, ad esempio, molti IH'Otestauo contro l'a,troce cambio con In sterlina.; m3 il guaio colpisce a un tem1>0 l'lta.lia e l'Inghilterra, Londra e il continente. Se il continente non può comprnre prodotti inglesi, l'Inghilterra non pub venderli: so il Continùnto non può ~ondere ali' Inghilterra le morci o le materio prime, di cui ha bisogno per i suoi commerci con gli Stati ·coiti, l'Inghilterra. non pub esportare in A– merica e r.porcggiare la sterlina al dal• lnro; e se l'America, nou può comperare dnll'.lughilterra. n sua volta. non può ,·endere all'Inghilterra, e al continente em·opeo. Fino a che Tnghilterra, ed A~erica, nel periodo immediiltameute sussegueute 31• l' nrnii8ti1.io, erauo in;pegnate a p_ron·e. dere nlle più elemeutnri necessiti), di un continente dernstnto e per due tetzi af. famato, e:s1;e 11011 ~fl'ersero molto: non ebbe1'0 adeguntn esperienw degli effetti economif'i del In guerra sul continente: le loro industrie lavorarono a rompicolJo: cli~ccu1rn1.ione 11011 ne esiste,·a: le 1-estri– zioni aJln concorrenzn estern non ri\·ela– rono troppo i loro inrom•eç'jeuti per l"e– ronomia nazionale: il pubblico non tro\·ò in tollera bile la. conUmrnzione del pt-ote– zionismo, nntur3le in tempo di guerra e al quale s'avvezzò. n :\fo ora, quel periodo t\ finito . .L'euornw din1rio tra importuzioni e<I e~po1 tazio111 tra Iughitttrro. ed AmeriC'a, fa ~t tl.Je il pultblic:o inglese re;;;t1·iu~t~ i ~uoi acquisti dall'America: donde In trisi L~·onomici1 amc•J"icnna. L'enorme clh·ario trn la ktCI'· linn. il fnrnco france~"· la lira, il mar– co, cbc.. fa sì che il c<mtincate compera meno clall'Jnghilterrn. li uloreo alla Rus– sia lJloccn pure l'esport:izione dei cotoni e delle lane iug1e8i, e prothH'e la disoc-cu– paz.ione 1wl Lnnc:.1-shii·e e 1wll'Yorksltirt-. .Xel meùesimo tenq}() i <•()11~11wnto1·i tanto nel coqtine.nte quanto in I nAbilterr:.t. e in ..Amc1·ica 1·t>~~riugon<> 11ll"luJi~peusahile le loro compere, contro i )11't'ZZi delle merci, resi eccessin1111ente ult1 ~ia d;1gli accre– ~ciuti saln1·i 1 sia dul counlo. tlll' fanno gli lmpl'euditori per prolungnre in tempo cli pace i protitti dati dalle e<·onomie cbiu. se ciel periodo cli guerrn: e autbe questo coeJlicieute spiega In Cl'isi industriale t• l'inco1ninch1ta. cl'isi cli disoccupnziou<'. Ora qual è il rimedio m1turale n qnt'• sta, cri9'? ~ l'cli1uinazio11e ùi ogui ostacolo ulla concorrenza e ai trafllri. Giucdu,) la cou– coneu1..;.1, col ribassare i prezzi, torua a perlllettere al pulJblico tli ricominth11·e lt· :me compe1-e; torua. a riattiru1·c: le doruau– dc di mert·i 11eccssa1·ie a 111::rntt•uere aper• te le fal.il ,ricbe e impiegati gli operaj. E 11e1· conu·o, ogni incremento tli proùuzio- 00, con l'cspandcro la capr,cit.:\ d'acqui– sto del pubblico, necresce la capacità di espausione e di aSS<H'biwento di tut.te : imlut1t1·ie, uel mondo intero. La staùiliz– zu1.iont dei calllùi si attua automatica– mente, a mano a mano che, con l'incre– mento di produzione, si riduce fra tutti i JJU\!si il dira.1·io tn1, c ·sport.fu ;ioni e im– pon..:1zìoui di me1·ci. Ecco pcrclu) In Oity I! oggi, J>itl che ' non sia stata. da uu pezzo, fa\·orevole al Ji11e1"0 scambio. Ecco J>ercbè è erroneo il c1·eùe1·e r lugbilterra iferinmeute arrh·ata al 1wotczionismo. Erroneo, sebbooe comprensibile. La re- , strizione al commercio d"import;ezione, del reato non molte e non gravi, oo'llo do. vute, come si disec, al perl)h;tere della psicologia di guerra. F: <1uesto persietere si spiega anche con l'interesse di molti industrl\1li n farlo persh,-tere; col fntto che non le restrizioni 11011 toccano merc..-1 tlllivc1·s..1lmente necessarie, dato il teno-re di rita òelle mar,.;sc inglesi; e {..'01 fotto che li11or11, C'ome si di8se, tali restrizioni nou furon presso chè avvertite, non e;-;– l:>Cndosi a1H:01·a al'l'lvati al punto in cui s'illlJ)One la utccssitù, di por fine alla, rin– co1·s,\. tra, il costo della, vita crescente e il l'ialzo dti salari nominnli, sostituendo a. <1uer,.;ta vana 1-incors? l'aumento dei. sa– lari reali, possibile solo cou la ripresa dell'aumento della proùuzione. l'er di più, tino ad oggi, mentre la cri– ~i industriale cd operuh1 non richiamavu su di sè tutta l'attenzione del Gm·et·uo. ern inevitabile che il GalJiuetto lli coan– zioue, cout.enente molti elen1enti conse1•. ratori e protezionisti. foS;~ oecupato e preoccupnto da mille nitri problemi - quelli delht pace coutiucntalt!, ùclPin<li.1. dell'Egitto, clell'lrh111cla, <iell"agitnzionc mineraria ecc . .......: e 1.1011 trùva~r,.;e nlcuna spinta ndl'opinione puLIJJirn per togliere restrizioui, cbe gli elerneuti pl'oteziot1isti ,·orreLhero consenare, se 11011 nltl'O a ti- tolo di precedenti, · g q11esta imp.ressl01ie, e1·1·<111e.1 urn com. p1·cnsibile, ch·ca le tendt?nze protezioni– $o:teinglesi, \°iene t·afforznta: n distanzn. dalla giusb impressìone che un ritorno :li potere dei liberali ml un avvento al r>otcre <lei lahurif.iti sembr:1 cosa tutt'al– tro <·he p1·ost-iim:1.I laburi:sti non ;mdran– no mai al potere, fino a che la loro ala C()Stituzionnle non si sia S<·•i~t da quell,1 favore\·ole all'aziono diretta: nulla più clan11eggi:1 il laburismo di ·que~ta politico clell'a:iont: diretta riroluzionaria e del conato (>el' la nazionalizzazione deJle mi- uie,,.,, lnoltl't'. taut,, I laburisti quantq I liberali indipendenti sono molto danneg– giati dall'eseere divisi sulla. questione ir– landese: l' H~nderoon e J'Aequitb si f!ODo, per co-sl dire. messi fuori di con1bt1tti– me11to con la pI-0I>0li.rt.a cli 3sseuti~ a un'lrlauda con flotto ed e.-;erc-ito proprio: Lorù Grey sotto quP:sto r·i~uardo inter– p1et:Sl i liberali e i lalnll'h-ti più di A~quith t• di :□e11ùersou: .questo solo per rirela1'.' uno dei punti, ~be rendono estremamenfe clillicile un ritoruo di quest'ulth•i nl po– tere. dato e non concesso d1C' p0i-;Sm10 tru ili loro fucilmeute :lé(:()rdarsi. :Un lo ripetiamo: E:i tr;1tta, ùi uu3 im– preS::Jione cornpren:-libilt•, sl. ma erronea. l'err]1è ln struttura, so:stnnzialmente, ine-. \·itabilmente llberistn llcll"t!C'OII01ni11 in. gleise non è alterabile per ,·olo11L\ di l'il'r• lamento, e J>Oi;;u, su forze torrulchlbili, che la guerra lrn rc8"0 m1che più fùrwidubili. Il liberismo inglese posa sulln circostan– za i,ndlstruttlbile, che Il suolo Inglese non può d& oolo nutrire che per poche oet– timnne la. sua J>OJ>Olazione e che queHta • é tuttariu In rilplclo e costnnte aumento: si che pel resto clell'nnno eS&1 nou può vi"ere che cli cibo comperato all"estero in grado erescentc, rneclinnte crescenti espor– tazioni di mnnnfatti e di cnrlxme contro gruno e materie prime. Più la, t'Oncorreu– za estera si intcTlslftca e più importantt> ~i fa. n pnrità d'altro circostanze, il vn11- t:tggio di non avere i <'osti di proch11.lonP e il costo delln \°ito artificialmente ele– vati da, tariffe. Anche di fronte a un mon– do sempre phY protezionista <'OnrerrehlK• sempre più all'ln~hllterra <li tenere il proprio mercato apf'rto u tutte le P6por– t..1zioni degli altri p::iesl. L::i marinn mer– cantile. l'industria cotoniera e laniera, In b:111c.-iria, l'nlto tenore òi vitu a buon 01e1·. cato delle mnsse inglef-li sono indb,solulJ1t– mente legate al libero ~:unlJio. Dnrnnta settant':rnni di libero scambio hl popola– zione iuglePe è di tanto crel-l<'iutn, che oru un mutamento sostn.nzlnlP df regime ft. scale implichercbhe uno vasta emtgrn– zioue. ' Pocue cifre dlrunno quale ola l'locn,– mento di popoln•lone che obbliga l'Jn. ghilterra al libero IICIUDblo, Le tolgo dal– l'ultimo numero dell& Edlnburg/1. Re,,;,,,,,, Yonostante la dlmluuzlooe ,nel saggio di natalità comlnciat& nel 1876, l'aumento di poJ)Ollll'iOnenel decennio 1901,1911 fu il massimo veriftcatosi ftn~ a quel oen"ia, mento, Mentre nel decennio 1891.-01 etP– stato di 3,525,000, nel 8UCCCl!ill1•0 fu di 3,513,000. ~Ientre l'Incremento di popo– lazione tra il 1701 e il 1801 fu di 2.750,000 • nel oolo primo decennio del Sl'CjllO XX fu di 3,500.000. Tra il 1851 e Il 1911 la. po– polazione si raddoppiò, Contiounodo di tt1l pa~o, iu 3G0 nnui rnggiungerebbe la cifra di 2,30J.UOO,OOO ! ~ nel primo trime– stre del 1920 ~i chbe un eccesso di uosci– te di 135.14-f), il più itlto fin qui rag– giunto! V'è di pii). L'lnghllterl'll hu uppreso n vnlnt:ne il libero scambio anche come ar- · 100 di guerra : è ad esso che essa. deve In. ~ua immen8.1 mnrinn, mercantile, mentre ,, al p1'0tezionismo che gli Stati f'oiti de– vono ehe siano entrati in guerr:i, senz.n' a\·erne unn. Senza le enonni dimensioni tiella m:1 rin a me1·r1rntilP ingle~. che le permisero di subire enormi perdite da, 1)11rtc dei sottonrnriui tedeschi, non so– rcùhc stato possibile- nll'Amei·ictl tnvial'e in Eurow1 nè 801d.iti. nè inunìzioni, nè gmno, Nè questo è nncor tutto. Si den~ nlln l'iecl.Jez:,,a inglesf• acc11mul:1ta <lurnute set– tant'nuni di lihel'O sc·ambio, se l'Inghìl– tcnn potè da, ~la cop 0 r·irc il costo della sua guerra; i;e essa s'indebitò wlo per aiutare gli alleati continentnli; ~e essa coperse con le sole imposte oltre un ter– :,,0 ciel costo cl i gucna, e se è La prima ad avere il bilanc'o in pareggio. Non è esa– gcrnzionP il dire cli f!'Ontc n questi fatti inn('~;li1ili d1e 1\ ti libero !ò-t•nmbioingleee elle ha, \·into la guerra, e che gli econo– misti ing\ej.i hanno di che iuorgoglit-sì pcar,.;.,_111do ehc lll Confere111.a. di Bruxelles ha i1nitato l'intero continente europeo ad adott:ne l:1 1mliticn trionfalmente propu– gu:na da oltre due t(•t·zi di fee(,-oloin In-

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