L'Unità - anno IX - n.34 - 19 agosto 1920

che e la caduta, di Romn fllrono uu non– nulla.. In veée che a. togliere anche il poco di · coooorrc1u.a che ancor l'imane, noi dob– biamo lott11.reper all:u·garla. sempre più, ( &1.ld beninteso i lliniti imposti dalle ne– cessità della. salute individua.le e sociale di un md.ni111:1u11. sempre più alto per tut– l.:t la nazione, di Clllfora, fisica, genera.le e tecnica). Anche prima della, guei-ra, il mondo sof– friva. dcll'Wi::tcuza. di troppo scaroo ca– pitale (~ non è possibile a,vere <id a.ccre– gcer capitale, ciOO-strumc.nti d'ogni gene– re. senza Ja liberti\, di risparmiare e lo– ca.re i provri rispo rmi, ossia, di essere ca.– pitalisti) e cli troppo scarsa. abilità or– gani:,..zatrice d'im()l'CBe. Oggi ne soffre · ,m1isuratamente di pil. Ed è questo il mqme.nto in cni ,si vuol... safrare l'It:ai- , IL--i, rinnovando t.rtt, noi l'esperimento n1sso! Gh\ primtL deUa, guerra era vero che i difetti del regime ... , borghese consisteva.– no nel fatto che c~so è ancot"ti. nella. sua, inf11.Dzia.Perciò occorre stimolar la pro– duzione con la concor1-en1At,,riducendo ed aibolenclo tariffe e pt-e.mi, togliendo privi– legi a OOlll>erativc, facilitando sindacati di credito, mobilN;à di lavoro ecc. Ognu– no i,a. che gli alti Mlari e gli alti profitti vru100 di pari passo. Imprese come quel– le, ad esempio, del Ford in America., dc.i O11.dburye dei R<nvnti-eee dei Levcrhulme in Ing.biltcrra, mO!ftrano che le più alte forme d'impresa privata 1100 solo sono perfcttrunente compatibili col più alto svilup1>o u.ma110 dcl lavoratore, ma ri– chiedono questo più alto sviluppo per la più altH. efficienza del lavoro: queste im– prese rivelano cli quanto il sisteI!la eco– nomico 11.ttuale è capace, quando abbia supernte le imperfezioni iniziali, spesso dovute ai scarsezza, di capitale, o a. in– sufficiente ca1>ncità. d'immaginazione creativa, ne.i c.r1,pitaui d'industria d'un <lato pnesc e, J)rn o meno d'ogni paese. Ebbene tutto questo è di gran lunga. più vero oggi, in cui .la distruzione di capitali per cansa della guerra e le enormi impo– ste ostacolano l'accumulazione di ca,– pitnli nuo,•i, e quincli rallentano la crea– zione cli nuove imi-prese, fa.vori.scono l'a– maJgainarsi delle antiche in t1:1ists ·e in– ceppano molte iniziati,•e che.. Sa.1-ebbe- 1-0 ,, un tempo 1>rofittevoli per gli im– prenditori. e fonti cli maggior benessere per ~li operaL Era \'f:.ro prima, delta guerra, e non ba. cessato d'eSSier ,·e1·0 oggi, che il lavora,. to1·e, ootto la cli1-ezioue dclJa, borghesia, capilaliRl-i.(•i\, g-undngna giol'nalmente as– sai più che non 1·ic~wc1-ebbe,se fosse la..– scinto a. .sè stesso, <' se dm·csse costruirsi i suoi strumenti inr~<' di riccrere dnl c:1pit.nlistt1 i migliori slrumenti, iu cui cristnllizza Ju, previdenza, scien1.. a e nbilih),, a cui gli imp1-cnclitori sono CO· st1-ctti clalln concor1-cn1,.n, cioè clal boccia.– mento pe1·e111fc,che delle imprese men buone ft1Dno i consumatori. :Ecco un gran numero cli inconfutabili ,·crih\ da ditfondcre contr-o i sofismi di tutte le va1·ietà d'ideologia. socialista, ilei' prc.p.nrare l'n,·vcnlo cl'umt società. in cui non si vin1. che cli scambiati servigi, gli uDi degli altri, concorrenti e coopera.– tori, la sola, dernocrnzia industria.le pos– sibile. Io non so se si" troppo tardi per la. correzione pacifica di certe fallacie, al– meno sul continente; ma non so nutrire alcun dubbio che il ritorno, o piuttosto una 1>iù nm1pit.1e crescente pratica, ade– sione al liberalismo classico, è il solo modo - assieme a.I decentramento am- 1niuistrnti,·o - per ridurre al minimo gli sperperi, e riporta.re al massimo la pro– dmdonc e la prosperità. E non vedo con– tro questo ritorno, un più formidabile ostacolo che l"' illusione ,eoeialista, in tut– te le sue varieto\. Credo ncll"utilità della. organizzazione pro!essionale cd operai..:.'l>. nella neces.sitù, dei capitani d'industria, e in quella. di Parlamenti industriali, in eui entrambe le classi siano rappresen– tate e 11.pprendano a cooperare; credo nel– l"ulilità di leggi che, generalizzando ciò che i migliori imprenditori fanno per ini– i.iatira propria, ele, 1 ino costante.mente il 1 L'UNITA' n1,inim.umt• di comfot·t) S..'l>lute,sicurezza, cultura, del la,,·01"tttore; ma credo a.I.la.in – sostituibile utili!,\ suprema. della inizia.- / tirn e dcli"' pr-oprietà primm, al.l'utili– t,l, di diliouderfa e universali1=la nei li111iti che l'esperie.01,.a, volta a volta. suggerisce. Epperò -per mio conto credo èhe non occorre :wcr pn.w·a di difender– la, e di buscarsi la, taccia, di reazionari. Al dogmatismo dei socialisti, preeisa– rn~ntc pc1'Chè fui io stc.'=:SO socialista.. e ne conosco Ja Jcttcratura, e ho cercato di stuclh~·la, sc111.a,prcoccupa.zioni pratiche od elettorali cli sorla, 1100esiterei, se oc– coi.-resse, a trova.r cli g)·::tn lunga,. preferi-• bilo quello dei 1>retiche in questioni eco– nomiche, del resto, è di gran lunga men folle . .\la. checchè eia di ciò, mi sembra eh-e senza, essere socialisti, ci sia un cu– mulo tremendo "dl cose utili dn. fare con– tro i 90Cialisti e contro la. pseudo bor– ghesia, ;.e prime rrr, tutte lo liCguenti tre: mantenere ad ogni costo contro tutto e tutti la sonaoità della, legge, poichè il peggiore dei go,·erni è QUgliore dell'anar– chia.; mante.nere e f:1r rispettare ad ogni costo la. libcru\ cli discussione di ciascu– no' e di tutti; e clifl'ondere ed.ire impa– vidamente, con calma, a.bbondan1..a, di da.– ti e 1n-ecJs'ione cli distinzioni, là verit:à. Alla. lunga i popoli sanno discernere fra. chi li serve illumhla.ndoli, e chi li sfrutta. 11.dulandoli. ANGELO CRESPI. Vostilla Le e,-onclusioni a,, cui giunge il Crespi rispol\.dono' ad un quesito che, in ~anie– ra. più o meno netta., ci siamo pr0posti noi tutti, o !\Imeno quelli fra noi che al– la. corrente d'idee e all'indirizzo politico propugnati dal l'Unità sono giunti dal socialismo. . li noatro movirnent:J, iniziatosi oome una reazione aJJa, degenerazione sociali– sta.,· che nndava, HS9Cncndo un'idea, di giustizia unirersale agli interessi di po– clli gruppi l>rivilegiati, ha,. dovuto neces– &uiamcnte t·ichhunarsi, contro tutte le fot·mc di p1-otczionis:mo e di 1>arassitismo politicante, nlle ideo della libertà econo– mica. Ma, dcrh-a da. questo, come neces– saria, conscguen141, clic il nostro movi– mento debba idea tifiearsi col liberismo economico e col libel·ismo politico, e che l<Llogic.1,ci im1>011ga. di comb:itt.ere non solo Je degenerazioni aociaJiste, ma, lo stes.so socialismo? Menti-e il liberismo della scuola. clas– sica, come il vecchio libeJ;.nlismo conser– valore ~ol'.'lo e,i;;i;;enzi:f'hnentc individuali– sti~ noi erodiamo alla. funzione storica, delle masse, le qua U non han.no altro mezzo di far~i '"ralere, all'infuori deU'a• zione di cl:-1.s~. L'economia, capitalistic..1,, di cui il .lihcrismo è l'espressione teori– <'a, ò inclubbirunentc la più perfetta for– ma, di produzionC' a, cui l'umanità sia giunta, finora,; ma, non possiamo ritenere pel' ciò che l'm·oluv,ione economica., giun– ta a. questo li.mite di perfezione, debba. arrestarsi. Tutt'al contrario i segni del– la. sua neccssa rht trasformazione si ve– dono gh) manifesti: da. un Jato iJ libe– rismo individualista. non è più sufficien– te ad impedire la formazione dei grandi sindacati e dei monopoli cli fatto e di diritto, rhe ne sono la, negazione più com– pleta; dall'altro esso rappresenta bensi lo strumento più 1>erfetto per ottenere l'aumento indefinito 1 della. produzione col minimo costo, 1 ma. a. pl>tto di poter con– tare •ulla, collaborazione disciplinati\' e pn~int deUu, massa salariata; collabora– zione che si rende tanto più difficile ed aleatoria. quanto più Ja, produzione au– rnentn, e si accentra, ~ organismi gigan– teschi. Quando lo sviluppo della. economia. ca– pitalistica. 1>0rta alla. creazione di ta.11 accentramenti mostruo&i, in cui la. oon– tiuuitù della, prodnzione dipende dal con– -~nso di rentinnia, cli rnJgUaia. di sa.laria– ti. è ,•,·idente rhe il c11.pitalismo ha. fatto troppo a fid:10z..1., ne,Jla, propMa, forz..'11 il– limitata di cspnnsione, ed è arrivato ad una. s,·olta critica del suo sviluppo, in cui è a.'!Sai probaùile si ma,nifesti l'ine– lutrnbilità del dilemma.: o modificare i CO ra,p(>orti di produrJone, o vedere .1.rre– star~i la macchina. produttiva. Determinare fin d'ora. quale debba es– sere il sist:CI11.1, economico del domani è u_ua, fant..'l,sin, da. aogna.t.ori; e noi perciò riteniamo assurda. e rovinosa, l'utopia, ma.,;siJnµlista, che sogna. di potere t.ai – ta,bula ra:n di tutta. 1'organiz1..a.zione eco– nomica, prceaiatente, e creare tirannica– mente tutto un nuovo funzionamento, apa.vc11t0s..1rnente a.cce.ntrato, della pro– duzione e degli SCll.Dlbi,dimenticando fra l'alt1-o che l'Europa d'oggi, per merito o colpa dell'economia. eapita.lietll., hl\ nna po1>0lazione cinque volte maggiore ili 150 anni fa, e che un a.nesto, anche momen– taneo, della produzione e deUa. drcola.– zione pnò deter·minare la. morte per fa.. me di milioni d'infelici. l!a se nou crediruno all'utopia. massi– ma.lista, éome abùi!tmo combattuto il ri– formismo statolatra, e cooperativista., ci sembra. fuori di dubbio che lo svilnppo stesso della. economia. capitalista debba. condurre ad a,umenta.1'C sem(>re più la, partocipa~one della massa, lavoratrice nel p,·occsso pr-oduttivo. ~ Se quindi per 60Cinlismo di deve in- . tendere Pimposizione capricciosa. e dit– tatoi-i.11 cli uuo scl1ema. di organizzazione a.r1Jit.I·a.rian1ente prefissato da pochi teo– r·ici, noi siamo col Crespi e ci dichiariamo .clecisamepte autisocialisti. Ma, se invece non s'i11teude come socialsmo l'utopia, ma. la realtà a.ttuale, il movimento economico e politico delle classi lavor11.trici, diretto non solo ad un miglior11.D1entodeUe loro condizioni materiali, ma, a.d una lrasfor– m...1ziouedei rap1>0rti di produzione, non solo non ci sentiamo cli cOnd11Dnarc que– sto mori.mento, ma. seguitiamo a. riporre in es.90, nonostante le sue. degenera-zioni, tutta la. nostra fede e le nosh-e sperll.Dze. Sebbene la realtà degli ultimi anni sembri provare il contrario o sembri giu– stificai-e lai condanna, del movimento so– cir~!ista COllle dcl più prezioso alleato di tutte le (orme di parassitismo economico e di accentramento b1u·ocratico, noi ri– teniamo ancorn. che Ubertà, economica. e movimento socia lista dcLbano e possano, a.Imeno in qucslo periodo di t.ra.nsizione, integrarsi a, vicenda. e funzionnre reci– procamente da. correttivo, in modo da impedire che tanto. la libertà illim;ta,U-. dei capitalisti, quu.nto l'azione egoistica, di catcgori>L degli operai organi1.1.a.ti pos– sano per ,·ie diverse condurre a privilegi. e mouo1>0li d'individui e di gruppi. Perciò le nostre convinzioni liberiste non ci hanno impogto di 1-i.nncgare lai vecchia. fede nel movin1ento socialista., nè ci possono imporre-di dare,l'ostracismo a. quei pochi amjci c.he , senza. dissentire dalle nostre idee, intendono da,rc ancora la, loro nt.tivitù, a. quel movimento. L'UNITA'. Verso sinistra! L'articolo di Giovanni Ansa.Ido « Em– piastt·i militari )) 1 pullhlicnto nel N. 32, è l'indice di uno stato d'animo, che mi sembra. se non presto anche agli altri il mio se~timento, parecchio diffuso tra, gli nmiei dell'Unità: voglio dire della sfidu– cia.. ogni giorno crescente, in un 1·inno– ,·amento borgbe~ ccl in trn tnrnquillo trnment.o dclla. borghesia, durante il qua– le noi avremmo dovuto casere, della bor– ghesin stessa, i rinno, 1 atori e insieme i seppellitori. Ora l'esperieu1.a, mi pare ci vada inse– guando che la borghesia. non vuol mo– ri re lcntameute ed onoratamente: vuole iurecc vircrc fino all'ult.imo fia.to nella vergogna del na.zionaJismo e del clerica– lismo. D'altra parte, nelle masse ,,a. pren– dendo piede "<lmpre più l'aspettazione messianica dell'era. nuova. E, se è i.mpos• sibilc che la. vita universole si interrom– pa, ne consegue che è fata le un rapido an·ento d regilui socialisti (dico rapi– do, pensando che gli alflli sono momenti di vita, dell'umauiu\). Questo stato di fatto non è ancor" da. tutti distintamente sentito: non da- molti , socialisti, che fanno tuttor<L del giolitti- / i4i smo in politica o dei giulTridismo in eco– nomia.; non dai conac1-va.tori, che chiudo-– no gli occhi e gli orecchi per non vedere i lampi e non udire i tuoni; non da. molti cli noi, che ritengono buona, forma, di azione il creare un nuovo partito, miglio– re nelle intenzioni degli a.Itri partiti bor– ghesi, ·ma. fatalmente dest.inato a. conion– dersi con gli altri per i risult.1,ti. Intanto le coscienr,.e di noi giovani Bi dibattono in crisi, salutari forse, ma. certo dolorose. • Non è di molto t.empo fa il grido degli unita1i della Venezia. Giulia,, nauseati dei loro compagni di ieri e tentati dagli a.v– versa.ri delle passa te lotte. Ed ecco nn altro sintomo! Gio,·n.nni Ansa.Ido sctive: « sciog1iamo l'esercito! ,1 A questa. ama– ra conclusione giunge, prendendo Je mos– se da. uua, buffa. cil·colare che porta. la. firma del Ministro della gnerra., ma. cer– to riand11.odo dentro di sè tutte le c.sn – se di dissoluzione, che serpeggiano nel– l'esercito nazionale. Ora io domando in primo luogo ali' An– saldo: ma a chi lo dice sciogliamo l'e– sercito? .t.\ lla. borghesia, che non &'li e non può avere un esercito mig~iore, ma. che non può rinunziare a, un 81tO esercito pur– chessia.? E domando in secondo luogo: . ma. crede Giovanni Ansnldo che il ragio– namento da, lui fatto per l'esercito non possa ripct.ersi per tutti gli organismi nazionali? Le classi dirigenti non sanno più gui– dare; le classi fino Il.cl ieri dominate non vogliono più obbedire. Questa. è l.1. con– sta.tazione,che s'impone anche agli spi– riti più tardi. Giovanni Ansaldo dice: << chiudiamo le ca.serme! » lo potrei dire con lo stesso ragionaruent.o: chiudiamo tutto! ~fa è p088ibile dire: oospendi8,IJ)o la \"it:a. sociale per riprenderla. in tempi migliori? NQ; non ba8t:a, chiudere le a,n. tiche catapecchie, bieogna, dar mano' ai. l'edificazione deJle case nuove. E ne]Ja, nuova, opera quale dovrà, essere il nostro compito? Non lo vedo ancora, con tutta. chia.– I'Czza.; ma. sento che dovrà, C68ere com– pito di studio, di prepa,razione, di con– tinua. e coraggiosa, azione concreta.; che dovrà essere quello stesso compito, che noi sperammo escrcit..'lre con 1successo ne. gli organismi borghesi. Solo dovrà aver cli mira in,·ece i pnrliti e 1corganizzazio– ni prolet:arie. Il quesito che oggi ci si impone è questo: come potremo afferma– re le nostre concezioni e rcaJiz1.are Je no– stre soluzioni nella soc.iet.i.\che si va. for– mando? Questo quesito, vngo e indetermi– nato, si andrà, concretnndo e precisa . do quanto più d"lle asserzioni generii,he l}asscremo allo studio dei particolari pro– •emi, con metodo unitario, senza per– dere cioè di vjstu, i pÌ'incipi informa.tori, anz.i ral1or1,and0Ji cd integrandoli neUe siugole. applicazi~_ni. Sulla vta. che ~o adomlH·alo, noi siamo porta.ti fatalmente, e fatalmente si incontreranno con noi gli altri riedificatori. Appunto questa. forz..1, di cose che ci incol1.a. renderà. la nostra azione molto più proficui\ di quanto lo scarso numero potrebbe farci spemre. Di questo si accorgono i borghe~i più tipicamente borghesi: i nar.ionalisti - che vedono in noi i più temibili avver– sari.., e combattono i nostri migliori con una, ferocia. ed una malafede, contro nes– sun altro avversario indirizza.te, Questo ba.ano comprovi>to anche incon– sa pernlmen te i socialisti, accettando di fatto in politica. c.~tera. il progmmma. che fu di Leonida. Bissolali, e che ora è agi– tato dagJi amici e dni cliac-e1>0Ji del grnn– de scomparso. E $i , noti che la. poi i tica. estera, ò oggi nel primo piano dell'azione socialista; e tanto pit) importa.ute diver- ., n\ qu11.nto più si accentui la. lotm della Russia, della Germania. e del proletaria– to cli tutta. l'Europa, contro la, t>olitica, estc.rn borghese, impersonata dalla, Frn,n– cia,. Non bo ancora letto, dell'ultimo di– scorso tenuto alla Cnmera, da, Sa1vemiui, se non le interruzioni che i vari Giornali ct.'ftalù1, ri1>0rlano con compiacen1.. a,. Ma dalle stesse interruzioni idiot.e e volgari

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