L'Unità - anno IX - n.33 - 12 agosto 1920

tamènto Jel pe11:siero dcll'on. Turati: sono, al'l1.i,Stato tenuto inlellettualrnente a balia proprio da lui: (llc,rill1 - Co111111enti) posé-0 quindi ri.spariniurmi di trnltare questa que– stione, p,erche lo tratterà egli come io non potrei. ~on tecHerò dunque inutilmente la camera. Piuttosto ,·orrei r~chiarrrnre l'attenzione dello. Camera su un ultro punto, a cui la Commissione pnrlamentnre ha dedicato una riserva piuttosto volutile, mn su cui io vor– rei che il :\linistro degli est&ri dicesse qual– .cosa di preciso. C'è nel Trattato di San Germano un -ar– ticolo, che è come il nodo vitale di lutto il aistema: rarticolo 88; il {1uale interdice al– l'Austria tedeka di unirsi alla Germania senza il consenso unarf\mc di tutte le Poten– ze firmatari-e del trattato. E a c1uesto arti– colo corrisponde un articolo 89 del Trattato di Vcrsaffies, col quale la Germania si ob– bliga a non accettare l'annes!ione dell'Au– .stria tedesca, senta il preventivo unanime consenso delle Potenze flnnatnrle del trnt· tato. Quei due articoli sono commentati, poi, do.Ile d.ichiarazioni ri1>ctutomenle fatte dal -Ooverno francesé, che esso non consentir• mai a siffatta annessione. I ja1nai1 nella storia non hanno avuto ;amai, fortu,na. Ma a parte ogni speculazione sull'avveni– re, è utile renderci conto deJle ragioni deUn resistento francese, e domandarci se "'i po&– siamo consentire. I motivi, per cui la diplomatia francese ha insistito per ottenere l'inclusione di que– sti articoli nei Trattati di San Germano e di Versailles, sono du&. IT primo è di evitare che la Germania sia aumentata dall'annes– elooe di 8 miliont di tedeschi dell'Austria; 11secondo è che la diplofililaziQfrancese ·sp~– ra di fare dell"Auslria ted86ca Il ceppo di una nuova ConJederatlone danubiana, in J::Ul siano unili tedeschi, magiari, czeco-slo– ,vaccbl e jugoslavi; un sistema, in cui pre– valgano gli slavi, e che rappresenti un punl<>di appoggio della politica francese in eventll&li contestazioni con la Germania e con I '!talla. Se questi soQO i mo,·entt Qella politica urflclale franoese. quali furono i motivi per cui l'on. Sonnino (non parlo dell'on. Orfnn· do, perohè nella Conferenaa di Parigi fu un'ombra lagrlroogena) per quali motivi ron. Sonnino aderi o quegli articoli dei due trattati! Perchè_ non è dubbio che t; aderl. Sul L4voratr>re di, Trleote del l!9 gennaio 1920, Otto Bauer, primo ministro degli t"Ste– rl della repubblica deli'Auat•la tedesca, Ila detto: 4c Per due mesi spero i che l'annessio– ne si sarebbe potuta fare con l'appoggio de– gli 6tali Uniti e dell'Italia e ool diol'lltereose dell'tnghllterra; ma 1opral1Mlo l'Italia mg6 U ,uo appog,gio alla mia teii "· E non oc– corre ricordare le corrispondenze, che Vit– l<>rloVettori, Il trombone ulficloso del Gran– de Taciturno, m&11da.vada Pnrlgi al Gionaa. le d'Italia per con,incercl che dovevamo oo~e&ntire ad impedire l'unione dell'Austria ~dl9Ca coUa Gel'mMi&. Come ei 1plet1a qtf,.ta poliuca? Ln spiegazione l'abbinino oramai chiara. U !egreto della politica dell'on. ~nnino è jlvefato. L'on. Sonnino n<>n,-olle mai qu&lla, che l'attuale lfinlatro degli eeteri chiamò .Ieri la vera vittoria dell'ltalla, cioè Il dlsfa– ~l,nento della :Monarchia austro·ungartca. l-'on, Sonnino voleva elle l'Austria non si sfaaclaa!e. Faceva la guerra col program• ma di non vincere la guerra. E doptr che l'Austria si sfasciò. s1 dedicò olla ricostru– •Jlone dell'Austria con tenacia degna di mi– gll<lr cauoa. Me il sho plano er\i. divèh!o da quollo del Quai d'Orsay. 1Per la diplomnzia rruncese, la nuova Austria doyc,·n ess:ore una Conft-– derazione con provo.lenta .slava, utllinabtle oontro la Gcrmonia e contro l'Italia: quindi doveva comprendere In Czeco-Skwaocfiia e In Jugoslavia uniftceta con i suoi 1.2milioni di abitanti. Per l'on. Sonnirlo doveva essere una Confederat.ione a scartamento ridotto, In cui dovevano prevalere tedeschi e W38in– ri; quindi esclusione della Czeco-Sto,•acchia, e lotta contro l'uniflcnzlone jugoslava per tene/e stoccntirln Croazm é la Slovenia da1 4 la Serbia, e sottometterle an· Austria-Un– gheria. E a questa nuova Confederat.ione &gli porta.va il dono nut.iale della città ita. liana d.i Fiume. ,Dopo di che sarebbe sorta '' L'UNITA' una nuova Tripticc 1 con un iwovo ordine di precedenze: non più C.ermnnia, Austria-Un– gheria, Italia; ma Germania, Italia, Austria t;ngherin, in cu.i l'Italia, l'Austria e l'Un– gheria si sarebbero dh·ise in zone d'inlluen. 1.0 i paesi slavi del sud. Come Clcmencenu sognu,·a cli impedire l'unità germanica, così Sonnino voleva im– pedire l'unità jugoslnva. E poichè a questo scopo occorreva tenere di\•isa l'Austria te– clescn dalla Germania,~ i due ~tetternich vi– sti col cannocch(ale alln rovescia si ano· cinrono bU questo problema pr_eciso, riser– vnndosl di combattersi a vicenda in tutti gli nitri problemi anne~si e connessi. Sono que– sti gli st.,ossetti e i giochelti dei diplomatici della ,·ecchia scuola. Sonnino e Clemenceau erano d'accordo, co i coròe nel secolo XVI Francesco I e Carlo V erano d'accordo du– rante i ,·enti anni di guerre continuat,e: vo– levnno tutti e due lo stessa coso: volevano impadronirsi della Lombardia. li progrnmmo sonniniano è rallito, • fal– lirà anche il programma francese. il senti– me11to nn1ionale è una forza permanente, che non si distrugge. Centoventi anni di sto– ria hanno dimostrato che, ovunque esiste continuità di territorio e unità di linguag– gio. ivi o pri111no l)Oi si forma uno Stato nnzionale. Sollevure ostacoli contro quea,to fntnle anelare, significo creare cause di guerre pro'-sime o remote. Poichè la guerra non comincia.quando parte il primo colpo di fucile: comincia quando si preparano le ·cause, che rara1;mo a suo tempo partir& il primo rolpo dj rucile. (Commenti). Lo. Commisaione n propositp dell'Austria tedesca fa una riserva: e fnccio..mo anche noi una riserva: tanto ,non costn niente. Ma bisogna essere conseguentiali. Voi non potete, signori della Commissione, essere te– neri pc~ l'unità tedesca, e continuare nella politlcn sonniniana.della dissolutione 11a,·a1 ~elle dichiarazioni fatte ieri alla Camera, il ~1inistro degli ~steri affermò che vuole e crede possibile - si può volere, t credere impossibile - l'amicitia con gli slavi. Que– ste dichiarazioni presuppongono la disposi· zioTie a non piantare più grane sul ricono~ scim'ento dell'esistenza. di una jugoslovia. Questo Stato nazionale n110,"0 è sorto sopra– tutto per l'opera nostra. Ment~ gli altrii gli dn\'ono simpatie, augu'rii, tutt'al più quat trini, rToidnvamo il nostro sangue più puro per lo sfasciamento dell'Austria, senza cui non sarebbe sorta la Jug06lavin. Che U Go– verno sonniniano non abbia capito ciò, non Importa: ii nostro popolo fece col suo sacri– ficio ciò che il Governo non vide per ottusità mentale. E nessuna politica è più stolt: che quella di rivoltarsi contro gli effetti delle proprie opere. Signori, lo ripeto: non si può volere il completamento dell'unità tedesca senta ri– nunziare alla Confederazione giolittiana, (Gra, n.de ilarifd); alla Confederazione danu– biana, cioè senta accettare l'unità jugo– slnvn. ~ tra'cll:doae del Risorgimento Le dichiarazioni di ieri del Ministro degli affari esteri non possono, a qu'"esto propo– ~ito, IMcinr dubbl 1 :\ta bisogna arri\>are al– le conseguenze. Bisogna che ìl l1inistro de– gli affari esteri inviti il Ministro della guer– ra a mettere la museruola a eibrti ufficiali di stnto maggiore (ApprovQ;io,ii alt'utre– ma 1i,1istra): inviti, per esen'iplo, Il tenente colonnello Finzi a smetterla con gli intrighi separati~ti In Cronzio, con cui eia più di un ttnno sto dison9rondo" l'ltolia nel mondo. (Approra;io11i all'e,lrnna. 1hti1tra). Perchè una politica d'influenze e di In– grandimenti morali, q~ale e quella che noi J>rOponinmo - e se il nazionalismo italiano non fosse queUa povero cosa provincia!• e streUo di torace che è - comprenderebbe che \'Ì sono ingrandimenti nazionali, che pur non essend6 ingrandimenti territoriali, rendono aasoi più nobile e più potente la propria nozione: e sono le simpatie dei po– poli. le Influenze intellettuoli, le espansioni e<"onomiche, i trattati di commercio, le ~u– trolizzazioni militari, le garant.ie delle mi– noranze nntionnli .._ una politica d'influen– zo morali quale noi nrrertùtamo, fedeli alle tradizioni più pure del nostro Risorgimen– to, fe<leli alla luce di bontà, che cinquanta anni fa suscitò alJ'Italia l'omore e l'affetto di tutti gli uomini liberi della terra: <fl;l&- sta politica pl'csuppon(' neces."'1Hif1U1f•nf& che si cominci noi a dar l'esempio in casa no– stro di quel che intendiamo poi consiglia– re per lç case altrui. (Co1,11,1.enti). E non si può accettare l'unità jugoslo.,·o senza ;ole-r sistemare la questione adria– tica in 11n compromesso di pace. Di questo 01~ornento ho parlato altre ,olle alln Ca– mera, e non intendo ritornun·i su, tanto più che le dichiarazioni del ~finistro sono ,·enute incontro al nostro pensiero, ollorchè hanno nirermnto che 11 l'ltulia deve essere si– curn nei confini segnati dalle più pure tra– dizioni italiane, quali le Cormularono Dan– te. )lazzini e Co\·ouro (Commenti). Coru queste 1 1)urole, il )linistro ha dichiarato che il Go,·J!rno ndotta nel problema adriatico quella solm.io "ne, per cui lottò sempre con rede incrollabile il nostro BissotaU. Per Unnt.e i conllni d'Italia sono bagnati do.l Quornoro, i) quàle Qunrnoro, anche oi tempi di Onnte, stnn\ in casa do\·c si ti"i>va ora, e non lllloggiava alle Bocche di Catta– ro. Per :\Jazz1ni, \'Olume XIV, pagina 215, degli Scritti editi ed in.editi, 11 necessaria al– l'Italia è t'lstrio, toJile sono necessari i por- ti della Oolmntin agli Sia.vi meridionali 11; e solo la ben n<>tasfacciataggine del Gior– nale (dei deftcient.i) d'Italia (llaritd. Com-. menti - Apvrovazioni all'estrema 1inistra) ha potuto falsificare (li marzo 1918) Il teslo di ~luzzini, per far credere ai suoi lettori che Maulni ubbin scritto: 11 Necessaria all'Ita– lia e l'Istria, come sono necessari i forti (in- _ vece che i porti) della Dalmazia nU-ltalia meridionale (inv.ece che agli Sia.vi ,neri.aio- 11ali) 11. Con queste menzogne è stato ~,·~le– nnto il popolo italiano per cinque anni; con queste menzogne è stata disonorata 1n fac– cia al mondo la coltura italìnna. (hHerru.– ;ioni). E Co'.vour dichiarò di lasciare da ri– solvere alle nuove generationi il problema dell'Istria, non quello della Dalmazia. il:l lo ammiratore piu Jervido, lo studi060 più pro- • fondo degli scritti e della vita di Cavour, Francesco Rulf\ni, presiedette il Congresso di Roma: ed è rifiiasto lealmente fedele ai principt del Pntto di Roma, anche quando coloro, che avevano promosso quol Pntto, dopo Caporetto, nell'ora della paura, lo di· sdissero, nell'ora della vittoria. (ln.te -rru· :ioni). • Se volete sapere chi promos!e il Pat~o di Roma, ve lo dirò subito. Leggete la VitG Italiana, diretta da don Preziosi, 15 aprile 1918: u 1t Camita.lo per finlesa fro. le 1M11io– nalita oppreue delL'Atutria.-Ungherio. tenne la sua ,prima seduta costitutiva in caaa del· i·on. G. A. Colonna di Cesarò, dove conven– nero i senatori Albertini e Dell,i Torre, i deputati Federzoni, Arcà, Torre, U prole■• sore Pantaleoni, il prof. Borgese, li prof. A– mendola, il dott. Preziosi, il dott. Gino Scarpa, il maggiore Giurati, Maurizio Ma– rnvigllo, il dott. Forges Davantatl, Giovan;nt Miceli, Paolo :\fantica e altri 11. (Commenti, numori). D'Ann■n:1:lo a Plame Purtroppo la accessione del Governo al nostro antico ordine di idee non ci dà nes– suna soddisfazione. Perchè esso viene quan– do oramai i vantaggi morali e materiali lmpltcit\ nella politica nostra sono stati qua– si tutti dissipati. Cinque anni or sono, la nostra politi.ca era valutnt.ione matura del– In reultè., era spirito di giustidn, ~afa otto di libern e forte volontà, che va incontro al. rn,"\·enire per do1uinarlo. Oggi il vostro non è più cl1e il senno clt-1 poi. Qu(lllo, che do– ,·c,·n presentarsi agli spiriti come il frutto fulgido e Incontestabile dello nostra faticosa vittoria, non ci si presenta più oramai che come il misero relitto di lnnghl trrori, di contestazioni meschine e di delµsioni umi– lianti. Ai responsabili di questo rovescia– mento di v(dori il popolo nostro non dovrà perdonar '!'al. Su un nitro J)unto il Ministro è ,·enuto incontro al nostro pensiero: allorchè ha af– fermato che noi dobbiamo desiderare una prossima solut.ione del problema adriatico. E in verità i falli di SlilOlalo, e le ripercus– sioni di Trieste, di Pola e di Pisino, stanno Il n cllrnostrnre che noi costeggiamo conti– nuamente un abisso. Specialmente le condi– zioni di Fiume sono diventale Intollerabili. E noi l)Osslamo svegliarci un bel giorno con qu:Jlche sorpresa assai penosa, uso Vallona. Il malgoverno dannunziano ho disgustato 137 ed esLrSpern ogni giorno più tulta Id citta .. dinanzu. Lo stesso partito del Consiglio Na• zioQale n.on ne può più: pubblicamente con– tinuo n mostrarsi solidale col poeto, perchè teme che lu poHro dttà sia consegnata n. truppe non italiane: di nascosto mando a ùirc che non ne può più. 1•·iu1ne,signori, è diventato un centro di disonore e di ridicolo per l'Jtalia. Quello che rnccontò l'altro giorno l'on. Riboldi, non è che un terzo di quello eh; avrebbe p9tuto raccontare. Tutti ricordate, che, sugli ultimi cli set– tembre passato, l'ardito Castelli, sul piro– scafo Perseo, catturato dn. GiuHetti, uccise con un colpo di moschetto il carabiniere di guardia. Pochi sanno che, dopo averlo uc· ciso, spaccò il cranio della povera vittima con ripetuti colpi del calcio di ·fucile (questo risulta dolio. autopsia); non contento, tolse al morto le scnrpe, due anelli e il portafo– gli, e si 1nlse in testo il coppcllo insangui– nato. (lnlerrtt:ionl Rumori). SICILrANI. Lei è un semplice idiota! Lei sta dicendo un cumulo di idiozie! SALVE)IINI. Voi siete qooi signori del Jlinno,•amento, che nvete preso i voti dei re– duci delle trincee, presentandovi con pro– grammi -democratici, ma qua dentro rate i nazionalisti. (A1 )plau.si all'estrema 1iniltra). L'uccisore incontrò, via facendo, due ca– rabinieri, e li sfidò: e, Ho fatto caccia, ho abbattuto un Cnpronil "· ~bbene, malgrado che Il tribunale di gu&rra sieda- in perma– nenta in Fiume, quell'uomo per volontà di D'Annunzio - e questa è la circos.tanza gra– ve - visse indisturbato a Fiume per circa 9 mesi: solo olc1.1ne settimane fa lu arre– stato a Napoli doi carabinieri, avenào po· tuto sortire llberamCnte da Fiume. Tutti sapete dello scontro di Cantrida, due mesi ra. Ma pochi sanno che gli arditi dell'8° battaglione di assalto, dopo dl avere assassinato i quattro carabinieri, scesero in città cantando Il loro inno, e non sono stati mal disturbati: perchlrta battaslla - e questa è la circostanza grave .. - fu volu~ ta da D'Annundo. Alla traiiedia si w,i,ce la '!arsa. Ecoo un discorso del colonnello Pasinl presidente del tribunale ed Incaricato della prop1141y,da morale: {Commenti) ~ Soldal!I (SGno le pa– role testuali) l'llalla è una genlll fanciul– letta, che mentre si reca in un Borlto giar– dino per raccosllere le mariherlte, che I po– litiottl del giardino 1,. ,vevano promesso, viene oculacclata dal medesimi pollzlottl nel– l'atto di racc<>l!llere le margherite. Cosi o. Parigi noi slamo otaU tatti fessi». (Com– •~enti). Ed occo la ftne di un discorso del gene• raie Tamaio: "O'Annuntio unis~ In sè li genio divino di Dante, l'universalità tra– scèndentale di Leonardo e Il subllmt,corag– gio di Garibaldi. ,[}'Annunzio dunque è Dio in terra u. (Oh! oh! llaritd alt'e1trema Ìini- 1tra. - Rmnori .1ugli altri tia-nchl). Il Comando di Flume è diventato un lu– phnnre. Anche recentemente vl fu uni ter– ribile lite fra duo amanti del poeta, con grandi urli e strappi di capelli e rotolamen– to per terra in una sala del Comando. Una voce detfe,trema. 1i-ni1tra. Erano uO– mini o donne? SA•LVEMINI. Quelle erano (!onne. (Cnter· n,;io,1~ del deputato Siciliani - Commenti rumoro1i). Un capitano Pasetti tene\'& un postribo– lo: e lo teÒeva in uniforme. insieme coll'nt– tendente. Una stantn era risci-vata al co• mondante, e sulla pOrta era apposto un cartello: Comando. (Commenti). Costui !u poi scacclnto, mn solamente pcrchè si scoprl che era nnclnto ad orrrirsi come spia al Co– mando delle truppe regolari. Tra gli ouiicl che hanno accomppgnoto il poeta, il capltnno Mangano h0 rubato 900 mila lire nlla Cassa; altri ufftclnll di fldu• eia hanno rnbato 100 mila ltre. Dallo sottoscrizione per Fiume turono sot-– tratte dn Mussolini 480 mila lir.e per le spese eletl<>.-nll. (Vivi commenti). Il capo di Gabinetto di D'Annunzio è quel colonnello Sani, del quale, se no domandate notizie al Ministri delle colonie, saprete tutti il male che costui cl ha fatto a Tripoli du– rante la guerra. Tutte le persone che entrarono a Fiume •il 12 settombre, ossia quelle che st mos.sero col nobile fine di sah·nrc la città all'Italia,

RkJQdWJsaXNoZXIy