L'Unità - anno IX - n.28 - 8 luglio 1920

per fundonuTè come mediatrice disinteres• satJ., e perciò acroltn. sen1a sospetti, tra tut– te le 1)(1poln1lonl bnlcnniche e dnnubjane. ~o.l ,ogllamo che nunncrso i popoli bo.1- fRnid e du.nubin.ni pnciflcuti e ;,nici, l'Italia. possu stender<' ltll" rdmente In mono alla Hus.~lo, s~ntn dovere pnssnrc ~tt.o il con– trollo tedesco rer tern., e sotto il <:ontrollo ingles~ per mure. Chi hw"ce vuole cht' l'ltnUo conquisti la lJo.hnmJn. (lntrrru:.1011.i) incatena l itn.lia. a nna polHlcn pc, munente di lotte con gli 'kla– vi. Tutl.a ln. nostra. u.r.16tle dll. orn. in poi nclln. pclit.!ca bnlcnnica dovrebbe essere dJ– rett.n u. indebolire o. ogni costo gli jugoslavi e od o.iuore tutti I possibili nemici degli sia.– vi,. Noi dovremmo eredita.re lo. politica. inla.– mc <loll'Austrln, dopo n.,•er distrutto l'Au– slrla. Dovremmo anz.i lo.vorore, maga.ci an– che con accordi col fedeli di Casa d'Austria, come hanno ratto inuti1rne.nte finora alcuni nostri ufftcinli di stato maggiore, per sta.e. care la Croaiia. • Je. Sloven.la. dalla. Serbia. li rhmltato di questa poliUca. ao.rebbe che uon uvremmo più ulle spalle della Venezia Giulio. una Ju.gosta, la di 12 milioni di u<>m.1- ni, lucunenta tra noi, i tedeschi e 1 magiari, e intereesat.M fU.I appoggiarsi a noi per di– rendere lnslemc con noi le vte dE:ll'Adrinticù L'-Ol1tr<i O@:lli l'tprt;su uffenstvo. tcdesea o mn– gl~rnj 111n cl rubbricherem1no noi stessi oon le nostre monl, alle nostre spalle, una noo– ''a Au1tria <..'On prevalenia tedesco-magJa.ro, di Hlmeno 20 milioni di uomini, che sarebbe splnLn da tutte le sue necessità .interne a butturcl n mare da Ti-testo e da Pola, e si mssocierebbe ll questo scopo con la Serbia, che u.,·rebbe interesse n buttarci a mare dal– la Onlmoila. (Jnterru:.i.on.i a 4utra). Se non capite <1ueste cose, me ne dispiace per voi, andate a scuola. Le neloal ■trateelclle Ln tesi r1nunclo.taria, diceva. ieri l'onore .. ,-olc DI Giorgio, poteva ie&aerebt1ona ancora un a.NIO ra. ~ta nl punto, in cui siamo ~lun– ll, dopo quello che e avvenuto, ornmeJ. l'lni– miciz.lo . rra gli slu.vt e noi è diventata inevJ. to.bilc. Gli sluvl ornmn~ non s, contentano più neanche dello Oulmu.zlo, e vogliono Trieste, Gorltln, Udine. Poco mancò che l'~ 1101...-vole Di Giorgio non cl spaventasse, di– cen<lo ohe VOgliono Vel' lez.io, ~Ulano • Ro– ma.. ;\lo quo.odo negli nnnl pnssaU noi .diceva– mo che era nece.ssario venire ud un compro– me:J.S.ù per non l11gignnt.ire, co1ne la politica nn.z.lonollstn rucevn, le dHf\coltà, la durata e l sacrit\cl dello guerra, e per non prepa· rarct d.tfft-Olt:\enormi per le trattnth•e di pnce, alloro. noi eravu.1110diohiaroti croati, u·ru.Htori, e ollora, i signod dell'ollra parte tavoro.vo. .no o pr'fpnrure l'irreparabile, Ed ora, che l'irreparabile è crooto, ci dicono: un unno tu. si poteva riparare, oggi non si può riparo.re : lclto deve essen!, e lotta sia. ~lu ijC l s.i~11orillell'ultra. porte della Ca– n1crn sono convinti che cosi smodata sa– rebbe l'lngorcUgia dei nl'SoiJotorl slavi, per– l'he si oppo1~gononlle t1nuative dirclte? ì-'er– cnc hnnno gettoto in nria le trattative dt PnJhuwa? (luierru:.io-,u del dtputato D'A– yata). Do.ta 10.necessità della lotto, l'on. Di Gior– gio qomondu, come tecnloo, le neoeSsarJe garanzie strnteg1che. Però non le ha deflnl• te: perchè le garanzie strategiche dei tecnici sono come i noti di cero.: 9i o.llungano e s1 storcono secondo le opportu.!Ntà del mo– mento. Mn. ha. ricordato Venezia., che negli u)t.i– mi secoli del suo dominio ho, posseduto quasi tutta. la cost.a do.Imola. ~la ron. Di Giorgio, ohe mi duole di non vedere presen– te (VocL: t ,,ruente), sa. meglio di me, che non sono un tecnico (e qun.si quasl mi \dei1 vég1La dl vantarmene) sn eh~ al bel tempi del Leonie di Venezia (quanto mole ha fallo la retorica. delle aquile, del leonil_delle lu– pe, tutto questo serraglio araldico di bestie feroci!) al tempi di Venezia. era in uso la pirateria giornaliera; inoltre le navi erano a vela; ed Inoltre Venezia non era riuscila mal a.cl avere punti di appoggio sulla costo. occidentale del medio e basso Adriatico. Per tutelare qu.indi il commercio dalle pirater1e della costn. orientale, e per assicurare alle -.3.\1 a. vcln. il necessario rifugio lungo la rotta in cn!,o di mare cattivo, Venezia dove– vn assicurarsi Il possesso de.Ha costa orien- • tale d<1'11'AdrintJco.::\10 1 come ha osservato ino Bi L'UNITÀ ll Duonom1ro, rhe è anche lui un trcntco, \"enezia doHlle pngnre que!lta garanzia con un continuo, cQouriente sforzo per la difesa del rrontc terre:stre drlla Dalmazio. Oggi, on. Ili Giorgio, la plrnterla non è più di 111odn, ultra che intomo ru bilnnd dello Mato. t:na Vo<'edoll'i::,tremn sinistra: E di rnodu :Ucllarr adl'.!I\..~. "'ahN11inl - E il commercio è fatto da pJ1 osra.fi forniti di gronde autonomia, che 11.,n soffrono il rnnl di mnre. E le piccole navi percherecrJe, se in tempo di pa.oo sa• ,anno s~rprt>se dallo tecnpesto in vicinanza Jella costa orlemnle, potranno nfugiarsi in po1·ti slovJ, ~f>ntn.correre il pericolo di es– sere nmn.grntc ,;,e a Sebenico, se questo porto rosse• ~luvu, più che non sarebbero 111a~iote, ptr t•~emplo n Catt.aro, o a R..,_ guso. chf> purt il Patto dt Londra lascia n.;ll :,laxl; e, in <'.'880 di guerra, non sareb– bero certo le mh l pe&chereCCJeohe d dareb– boro molto pen1iero. L'on. Ot Giorgio ci spa,·ent.a col pensiero elle, in cnso di gu-trro, una notta extra-a• dr1at.ka , nd eserupto, una Ootta francese o inglese, venga. a ebenico o a Cattaro. ~1a l'on. Ili G.!orgio, che è un tecnico, sa meglio di Tne che un nmmtrngllo francese o ingl<'se che ,•enisse n chl_udere uno. parte ,1c11u. Sl•O. tlottn tn Adriatico, sarebbe il più pnfC'tto ldiotn di questo mondo. Le notte, on. DI Giorg;io, si tengono per ùistrnggere il oommorcio del nemico . .E le , 1e conunerclaH vitali per l'lt.olin sono quelle del Tirreno e dello Ionio: qui le potenze cxt1 1 0..u.drlatiohe terrebbero tutte le loro forze per distruggere O nostro commer• cio, e mui I loro aromira.gJl sarebbero cosi f,Uotl da \'e11lro ad Imbottigliarsi nell'Adrta– tiro: se ru.cessero questo sproposit.o noi do– nemmo fnr loro uno. statua a Vallona e un'n.ltrn o. Otranto. Del resto, gunrdn combinazjone, un gidr– no primn <'.'he l'on. Di Giorgio portasse q\U t risnltnll del suo tecntoismo, u11 altro tec– n!co, il generale Cnvl8lla, nl Senulo, ammet• te, n ,ron g1 nnde rrunmarloo dei naztonaH• et! Italiani, che l'Ha11n non nndrebbc In m.olorn se Intesse II gravi rlnun7.le 11 in Dal– matln. E I <lue copi di Stot.o maggiore, che hn avuto il nostro esorctt.o duronte la sucr– ra., non 10nO neonche essi dl accordo con ron. Di c;torgLo. E l'attuale ~tinlstro della ~fntinn, vlce-nmmlrng1lo Se<:hi, è anche hù vltuperoto dnl oationnllsti come rinuncia• tnrio. E lo stesso nmmtragllo Thnon De Re– ,·el, U deu, e.r trwclw1a del movimt:.nto per lu c<mqnistn.d~ln Dnhnazla, non è d'accor– do con s.è s~e'-1,0: ptrchè nel Pntto di Lon– tlrn lldl'nprll<' 19Ja, di cui ru consigliere tecnico per ln pa1 tf' nuvalr, si contenta·,•a dJ ~ebtnico e delle isole; ma nello prefnzlone . ad un opuscolo pubblicato nell'ngosto del 1918 s1 clkhinrnva d"ncror<lo <'On !"untore llell'cp,.scolo. che non si contentn,a del Pat– to 111Londru, (I domnndavo tutto la cesta orrentalc; \'iCc\CrM il 12 dicer_nbte del 1918, i11 una. intervisto p11hblico.to.sulln Tribuna, si nvvedcvn eh<' nll'ltnlia. occorre strnteg·cn– mentr: 11 primo, il ,,uueuo della costo·:. strlnnn; sccorh.lO, il predo1n11Uo marittimo ~ulla. co~tu , ppo~tn; terzo, il po11e110 delle isolo dnll11nt.e ,,: C'ioè-dii;tinguewa. Il po~sso dell'Istria· e dcli~ Isole, daJ predominio sulla. ctsta: cioè era ourhe lui un rinuncintario per la Unlmnzln continentck. )to subito do– po dnvn l'nif't' allo propngnndn più srrena– tlL per il prcgrnmmn del Pntto di Londra più Fiume, e prcr,nrnvn. neglt urtìclaH del!.."l rnnrlna quello 'stnto di inquietudine, do. cui sono usciti gli ntti di indlsciplinn che a tntti ~ono noti. ignori tecnici, non occupntc,-t di politi· ca e non O('Cupatevl di tecn.!ca! (Cowmenti). , Il problema albanese Parte integrante del problemn. adriatico .è Il probi omo nlbn.nese. Perchè è .strano che nessuno ricordi questo dato dl fnlto: esiste un n.rtlrolo 7 del Trattato di Londra, il qua– le i11cnteno.purtroppo il problema dell'Alba– nia, cioè del basso Adriatico.. con quello del– l'nlto e medio Adriatico. "L'art. 7 del Trotta– to di LondM, lnfntti. d.ice che se l'Italia ~t– terrà il Trentino nstrin, la Dalmazia, le i501edell'Adriallco e ti gollo di Vo.llona, do– vrà, nel raso che s.i ronni nell'Albnnia un J>iccolo Stato nutonomo, neutrn.111.zot.o,non opporsi nl clesld,erlo dello Frane.la. e della Russia. di spartire trn ::\lontenegro, erbin CO e Grcc1n 1 ternlori meridionn.li e settentrio– JJali dell'Albania, e l'Italia avrà Il diritto di rappresentanz.a all"estero, cioè il diritto d1 protettorato sull'ulti~ troncone di qu,~ la. che era l'.Albon1ll del 1913. Et diristnmt rt1tu11tnla mta 11bi et 111.ptr 1Jtlttm. mtam. ,,u.. seru.nt ,orttm. Questo ur1icolo. che nelle polemiche di 1pH stl giorni nessuno ricorda, - oh strana smt-1norat.agglnel r questo articolo ci strin– go tn 11nn. morsa: ctoè si riproduce per l'Al– bunla In stes~n sltuo1.lonc lntemnzJonale che pl'r f-"1111ne. ~on si può ,·olere il rispetto tn– tr,grn.l-e del Patto di Londra nel med.Jo A– driatico, e voleri.o buttar-A oer a.ria in Alba– nia, <Jnlvoche non si voglia aichto.rare nullo il trn.Ltnto di fronte al contraenti e ai teni, e tC'nersl pronti a romperlo. con tutti. Bisogna, Insomma., anche tn vjsta del pn> blemn albanese, dffidersi a rivedere 11 tral- • tat.o di Londra, non col criterio dei baratti e. del compensi (errore dell"on. ~tttJ è stato l'iwer c-ontlnunto In. politica strozzma del patto di Londro), mo col criteno di darP. n cia:i,runo quello elle gli spetta, secondo il d1ntt.o nozionale e secondo le reali necea-– s1tà dei popoli interessa.ti . Cioè bisogna fa.r– in flnitn in Jt.alln con le fantasie dell'amml-' rn~lo Thoon de Revel: del q~ole, chl lo co– nos\~e Jo. dcl110, dice che è un po· G()tnequel generale, di cui Il generale Pinne!, capo di stnto mnggiore, uomo di ,·_eroingegno, dite– va: Cltillo è nu g_e11ttlu.omoelle paua cu ·a ca11a dentro aUa cr,ma di ~ agc,. Oru, su questo punto le dtch1arnuonl fatte dnll'on. Giolitti nello. 1edutn del 21 giugno (per queste non ha aspettat.o la Pentecoste dello. Commissione parlamentare) non !K>no ntrutto chiare. L'on. Giolitti hn dett.o che il Go,·emo In– tende Jimm·tiare n oe:nl protettorato e che ,uole un"Albanln completo • i11d,pendente. Per )1\ primo \'OIW. tn vita mia sono pieno– mente d'accordo ron l'on. Giolitti! (Viva l{a. rilà). SJcHiani - Ma lei è semprt d"nccordo con t1rttl .... Primo ern d'nccordo con l"on. =--:ttti, orta.con l'on. Giollttt. ~ol\'eml111- Lei è troppo hllota per en• tri.llt' m questo argomento. Facctn. i sonetti ron 1n coda!. .. ~1u ~1uestoprogramma significo disdire lo o.rt1colo 7 d,el trattato di Londru. Ora, Il Governo dell'on. Giolitti l.ntende utilizzare questo rifluto dell'art.. 7 come uno degli elementi delle trolt.at1ve necessarte per rivedere con criteri rnglone,oli tutt-0 U con– tenuto del trattolo e arrl\ are ad un compro– messo, a.ccettnto da tutte le po.1 ti'! oppure intende dt.sdire il tnntnto ccu procedura unilntemle, np1>Ilcondolo clo'it gli conviene, rifiutt\.lldolo dO\'Onon gli conviene, metten– dosi n Oro.zio sol contro To:;.cann tutto 11? 1.c.om111e11ti. - Humorl). Que~to è il punto centraJ~ a cui non sfug. girete facendo bnccnno. .'inchc nello. questione nlbonese, insummu, li Governo intende fnr(' politica bissolo.tia– n:., o sonninlnna'! Voci n destro.: peri.imo ltnllnnu. "'~1,~111101 - Hiq_soJutiero piu ltollnno dl ,oi!. .. ~Htonori). Insomma nnrh<- sul problema nlbnnese, qunJ'è Il II prcg-rnmrna preciso e concreto 11 ~u cul si sono nccordnli uomini venuti da. tutti i 111nttropunti dell'orizzonte per sah·a– re l'Jtalin? ~tpnori, bisogna romperlo con le formule n sMfletto, bisogna parlar ehtaro. Alla mnncan7.R di chlareun. dobbiamo t ~ml.i ottunli. S"lnmente uno. politica di chto.• rezza ri av,·ierà a superarli. Perchè la chtn· :nzn t' coraggio, e la non chiareu.n è mnn– C'Dn: n di coraggio, c.he viene ritenuta all"e– stero furberia, mentre non è che indecislo– nr e .. ·illà! (Com111t,1tl). Le Indennità Co~ problcmn odrlnllro non st esaur1soo. 110tutti t. problemi dc.ollunostra politico. c– stem: anzi. l'errore rentra.le degli aut.od del Patt.o di Londro, ~ stnto quello dt affogare l'lblin r.E'lla po1.1.onghern dell'Adrinltco. Blsognercbb<' pnrlnre del problPmn. delle 11\IOW" J>rOvlnde, n rul Il ::\linistero sl nser• , n di flr(n:vedPr<"r-on decreti renJi; del pro– Mema libico: del criteri con cui li Governo intPnde nffronltH·(• In. re,1s1one tne\;tnblle èE't t:-n 1 tntl dl pnrr, e dell'orientnmento che il Gonrnu 1ntencte nssumero nella. pollt1ca . dnnublnno.. \la non mi i! lecito abusare della pazten• zn della Cam('fa, e sopprtmo ogni ogserva. zi'-1ne ul r~uardo, rt-.en·andoml di sollevare quegli proble,1111 in sede di interpellnnrn .. Brt,i!l~tme ossenazioni de,·o però faro sulle trnttative che n, 1 vengono in questi giomi, n proposito delln dlstribuz.ione dellt indennità della Germania. In questa materio delle mdennltà di'llt;1, Gcnn.anin, il Go,·erno inglese hn un atteg– giamento non degno del Go,·6rno di un .l,(rnndepopolo civile. r:tie ln Francia doman– di Il 55 pC'rcento delle lndf"llnitll., a me -sem– hra giuste,, perC'hè essa ha crudelmente sof– ferto dn!Jn.guerra in dieci delle sue più rie• che pro,tncle. :\In che U Go,·emo ingleae domandi Il 25 per c,nl<> della indenn!ta, mentre l'Inghilterra non 1ha avuto nessun danno serio nel suo territorio, mentre esaa esoe dalla gueITa oon un nuo\''O domhi.to coloniale ricchissimo, qu~to è aasolutamen– te aS!nrdo - ed è bene che lo diciamo nol, elte dell'aficlzio it~lo-tng~~•~~pre etutl, e vorremmo contlnunre od essere as– serto1 i convinti. E' ben, che siamo proprio noi o. dire a1 nostrt runici lubourlstl ed agli arnlj:I degli nitri partiti democratici d"Inghilterra, ohe dn.l sentimento di giustizia, non del signor Uoyd Goorge, ma del popolo ingleae, noi sspcttlnmo che li governo inglese aia. ln– dvito a rinuncin..re ad, oini tndennàtà ftnan• zlnlia n. vnnt~gio del paesi più poveri, che dallo ~uerrn sono st.at \ più profond&mente flncen.U. E questa doVrebbe ~nere la test del no-– stro Governo; non quella annunciata dai gion1ali, 99Condo la quale 11 nostro nuovo ministro. conte Sfroz.a, avrebbe propo8to che sia aumentai<> Il peso delle lndenpllà alla. Gennanla, eNlnch~ l'ltalla, anche con una percentuale modesta, poM& ave.re .un& som– fflft. più alla. Io spero ohe il conte Srroza., a cuJ au• ,guro i migliori risultati nelle trattative, glL auguro lu fortunn che mentano il suo In– gegno r In sua gio, h1e,..1n, e che merita an– che l'ltnllo. - perch~ sarebbe tempo che a. ,·cssimo ftnnlrncnte un minlstf'O dt@'ll esterl rort.u11nlo - auguro ohe Jl Governo amen tiscn. <111csfn lll'tlzin. La Germanio. deve pa– gare <1ueJk, che può pa.ga .~, e non deve ve,. dersl elevato od n.bballsal<> Il peso delle In– dennità oecondo gli alti e I basai dei ba– ratti t dei ricatti interalleo.U. E lo stesso Go"erno inglc!te' e lo stesso Go– ,·crno frnncc!e. se è lecito aspettarsi, non dico buona fede, ma dloo un po· di buo11 senso .la.gli uomini dl go,emo,questiGover– ni dovrebbero smettere di abusare- degU er– rori commessi fln orn dal nostri negozlntori; dovrebbero vivere un po' plù nell'avvenire ed un po' meno nel prosente; dov~bbero ri– cordare che anche pnpn. Sisto, quando era r,clla 5pelonca del hrignntl, glro.,·a lo spie– do e direvo: 11 non snrà sempre cosi 11; do– vrebbero O\T\"fdersl unn buono. volta, che al di qui\ dri negozio.tori c'è Il popolo itnUano, che non cado col ~linlslert, che continuerò a viv('re ·anche dopo che saranno polvere e cen<"regli attunli CO!.lidettl uoo'Ainldi Stato. Una voct- a destm: ~tn loro sapevano quello che volc\'nno. ,p1nndo hnnno ratto 1n. guerra. Questa è 1a differenza. rrn loro e noti Il problema della ■eaola Sah"emini - Venendo a.Ila politica inter– na, lo. rorntte1istica della nuova situuione pn.r1amentnre è data dal fatto che quella, che !Otto ronor. ~itti era uno. semplice ln– tesn fra 11 gruppo popoln.ro ed 11Governo, è dh·entnta con l'o~revole Giolitti una vera e proprio snldo ed uff\cl6le aHeania. E nulla è più utile, dlce,'6 Il principe di ~1Pttemioh, che l'alleanza. fra l'uomo ed ll cnvullo. Solnmente bisogna. so.pere chi lo. la pnrle dell'uomo e chi ra In po.rte del ca.val– lo. Nell'ntluolc alleanza o. chi tocca l'uf·fldo dctruomo, n chi tocca qutllo •del cavallo? (Commenti. lntern.1.:.ioni al centro. Agila• :.fo11e). Ul posizione strntcgtcn di tutte le aUes.n- 1.e di questo genere, do. tempo di ~1onto.lem– bert ad oggi, è stato sempre ti problema d('lln scuoio.. In questo momento, la borghes~a tlbero.le, democratico, radJcole, nronnlsta, anche ri– rormislo, pare che non ,•eda che c'è un pro– blema politico dello scuola. Il gruppo parlo– mentnl't radicale, nell'ultimo ordine del giorno che votò, durante lo. crisi.. parlò de

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