L'Unità - anno IX - n.24-25 - 10-17 giugno 1920

98 <lo lo Stnio (cioè conquistando le coscienze dei cittadini chi' formano poi lo Sta.to), deb– ba affermare che nessuna sol\17~lone astrat– tamente o tecnicamento impeccabile di nes– sw1 problema. può essere utilmente attuata, se non s.ia maturata e con<ruistata nella c0- sci.enza dei cittadini, sia pure con leggi vo– Laìe per giuoco dc.ma.gog-icodal-le assem– blèe parlamentnrJ; u convinto dunque cht• soltanto dallo svi– luppo nulonomo delle coscienze può venire 1In sostanziale rinn-O\"fimento della vjta na– zionale, e che questa c.<,igenza morale (tra– scurata dall'azione di certa democraz.ia. for– malistica e vuol.a) subordina a sè, con la ef– ficace soh1zione de.i singoJi problemi politici, Ja soluzione della crisi stessa dello Stafo Ita– liano: 1u di frol)lc ad uu tentativo subdolo o nperto che sia, di negare nllo Stato ogni Iunz.ione cd· ogni inlzia4iva di educazione e di coltura {tentativo compiuto in o,gg.idalla. part.e popolare lona(i manus della Chiesa. a!– J.ermfi la neceSsità di una politica. che, lun– gi dal pon-e ,1incoli alla libertà religios.t, si opponga per altro olle velleità. di inlromis· sione tiella Cihicsa nella vita. dello .Stai.o na– zionale; e ciò nofi per sostitlLire un dogma– tismo laico nl dogmatismo religioso ma per garcntìre e per•re"alizzarc, negli istituti edu– cativi e in _tutte le forme cklln vita sociale, lo sviluppo autonomo delle cosoienze; udi fronte ai partiti e alle tendenze che attribuiscono esclusivarncnte ad una. classe l'esercizib di ogni diritto civile e poLitico e vorrebbero trasferire ad essa, sproporzionn– lamente alla sua capacità tecnica e morale, tutto l'apparato della produzione, afferma che le vaghcggjate dit:tatm·e inchivjduali o di cl-asse condurrebbero al solo risultato di rafforzare i1ella posizione di privilegio, della q1rnle già godono, esigui gruppi operai a danno dello arandi masse nazionaU, delle grandi maggioranZ& dello stesao proletaria– to; e, mentre, per lo stesso princiJ)jo déllo sviluppo autonomo degli individui e delle classi, non pone limiti nlln elevazione dei ceti proletnri, nega che questa. elevazione possa realmente compiersi se non sia indtice di conquista coscieute e di ma1urità morale e tecnica ,li quei ceti; • u affermo infine che, se l'assenza del1e masse dalla vita dello Stato e Ja conseg.uen– to degenerazione tlellia clal...~e dirigente, volta soltanto a fini di dominio e di corruttcla,.a– ve,·ano impedito la Jormnziono di una CO• scienza nh.zionale, la guerra. accelerando il mov,i,mento iniz.into con l'allargamento del suffragio ,e costringendo le masse a parteci– pare ad UJl grande fatto nazionale, ha fatto sì eh.e esse prendano ora piu--Uttivn pa.rt.e al gioco della vita sociale e politica; u q convinto che, mancando nei cetii di– rigenti una coscienza della loro funzione e ne1le masse una adeguata collura politica, questa por(ecipazione si risol\'e nece6saria: mente in un intremento cli tendenze e dt partiti che per &peculazione demagogica, o.dditano la soluzione della crisi nU'inruoni de.i principi enu11cinli, ritiene urgente ·esi– grntn il sorgere di un mo\imento d•i P!'opa– ganda e di azione ~o.Jitica eh~ lu?~P dal chiudersi in cenacoli .inlcllctlual1, a,g:1sca tra le mas.'-e pcrc11è propone-ndosi i 'J)l'Qblemi sin"oli della politiéa italiana 'esse acquisti· no i1 senso della rrsponsa.bilità politica S\"i– lnppnndo liberamcnt.e la loro coscienza ci- , ilell. - Comandi1ri-Ozzo.,. · L'agricoltura e il problema della terra La, seduta, pome1·idiana, del 2 giu~no è presiedut:-1- da Oz1,o. Hifeyi~ce Azimooti sull'agricoltm·a, e il prohlema• Qclla, terra. Insisterà, soltant:o su alcuni punti che co~tituiscono la, spi– na, dor~a-le della sua 1·elazione. Deplora, la. Jeggerc1,za con la, flUale i,;i p~rla del problema della. terra. )folti credono che il probl4:'ma agl'icolo s·i risolra dist.ti – buenclo le terre ai contadini. Un. il pro• hlema ve.rn ~ quello della. migliore Ol'ga• 11izzaziooe produtth·a. )folti {'reclono che il Mez1..ogiorno F,ia, IHH'~ (li g1·andi ri•• ~rse, e attrilrni~oono ng-li uomini Ja con• dizione <loloro~11 dcll'ngrieolt.ura, meridio– nale. La. \·eritù è cbe il .\1.e7,wgiorno 4;} paRse natur:ilmentce po\·ero; e ch4:' moltn parre della, stessa, Italia del Nord e del Cent1·0 è in condizioni aoalogbe. 11 pro– bleri1a a·gricolo è prohlema cli capflcit.'\ tecniché e finanzi;uie, e solo in via $.U· borclinut..a, è problema di distribuzione della prOJH'icU. La boui fica dflla -basso, ,,alle padana inghiottì enormi tapitali, nei p1·imi te11tn,tivi dal 1880 al 1890; e oggi, a, l,onilkn ultimata, il rnlore di mercato di qu<'llc terre è infel'ior'(' al co– sto rea le di ~s~r, che è stato ~pporta.to L'UNITÀ in buona parte dar. go,·cruo. Eppm·e si t1·ltt·wa di un problema. tecnico tutt'aJ. tro che complicato, i cui elementi erano facilmente accertabili. Mo, Il<lt' le altre J·egion i 'del nostro paese, non abbiamo più qnelh facilità. La, n1riet:cì, gl'anclis. sima delle. condizioni loc:aH dere essere tenut...'l> p1·escntc, se si vogJiono evita.re funesti en~ri. Le statistiche servono poco, pe.rchè i dati medi non conisponclono aJle singole re;1ltù. Intensificare le colture, quindi, è prohleuw, as&'li complesso. La, fonnnla della, « terra, ai contadini)) può dare luogo a grandi delusioni, dopo axe1·e cl·eato unni graucle crisi. Dare la. tel'l'a, ai contndini equixal~ a dare ad es– si la m iRcrb, r,;e i con tacl i o i non ha~rno capncità tecniche almeno non infc.riori agli aUuaJi conduttori e se r,;ono privi dei c.-'l,pita li necess..'li1i. L'<>scmpio • delJa Homagnn non può r~u-e regola. In Roma– gna, h1 cntiti) della produzione, per le rondi,,ioui elimatirhe, ,, prevedibile, in li– miti sufficientemente sicuri e circoscrit– ti. Qui.udi i lavoratori1 as,-sumendo di;.ct• tamentc la terra, c-Or1:ono aJec•Umitate. Ciò rende più facile il credito. Queste sono Je ragioni dclla. diffusione dcl\e af:– fitt.'lnr..e oolletti,·e. Ma questa, è una, si– tuazione fortuua.t<'l, che non si incontra onrnque. Nel Meu..ogiorno, per esempio, Je (•ouclizioni climatiche, rendono impos– sibile Ogni l>1-eri~ione: e non v'ha educa– zione tccnic..'locapa-cc cli superare que~te ir.wognHe. La. 1wocluziouo è qui a8solut.'l• 1uent~ all:ltoria. E il coltivn.toi-e è espo– sto <;ontinuamcutc al faJlimtmto, se non ha, sicLu·e e eoutinue clisponibilitù, pro· duttive. Per esempio, nel '1' 1wolie.re cli Pugliai, abbiamo a.Nuto tre amfat:d ca.tti,·e l'una dopo l'altra,; e non abbiamo ancor1.;•pa– ga ti i debiti ciel 1918 e 1919, ed ecco cbe abhiamo.1)(!rduto, per JaJ siccità, tutt.o il raccolto grana.rio del 1920. In queste con– dizioni, clO\·e trO\'erebbero credito i con– t.·uliui a, cui si donasse la, terra? T.JC dH – ffoolb.\ climatiche si compJicano con la. oscuri b.\ elci p1'()blemi scientifici: i JH'O· bJemi della nostra, agricoltura sono, qua• si tutti, un mistero: è neoossario organiz. za1-c.tnt.to un sistema di ricerche scienti• fkhe r,;periment:11i per det<>rminare Je specie più aJatte al nost1·0 clima e alla, nost1·a, tc1:ra., per cono~cl'C le cause delle mala,ttic e i modi cli combatterle. La, tra– dizione. non basta. La tern1i ai contadi– ni è, in queste condizioni, un inga1ino. 'Quel ,che si può subito fat'e è di crea1·e condizioni indirette, in ~ui agricoltura, e agricollori 1>0s.~anomeglio liwor;11•ee. ac– cumul::ne i oapitali 11cce:ss.-' l.ri al le trasfor– nrn~ioni. Quindi dabilitù, libe1•tà doga· nale, giustizia, tributaria,, ecc. Creato l'arnhiente <·on un:.L saggia politica gene– rale, anche il problema della, te1·r~)I'ai coDtadini sai·:.\. avviato s1}0ntaneamentc verso hl, :,.~luzione., dovunque ~uù, pos– sibile, li Presidente Ozw, scusando 1'a6~en.z..'li ciel relatore Cim~cn, comunica, l'ordine del giorno da lui presenta,to sul problema del la tifouclo. 'l'nrquiui. Il problema, 1H·incipj1le da l·i• ~oh·ere è quello della, produzione. Esso non /'li risolre s1>ezzett..111do il latifondo. Si dichiara 1·isolntamcente contrario ai pregiudizi demagogici sfruttati da,i 1)0· 1>0lari e <lai socialisti. Fancello Niccolò. La. qu9stione ag1·ioo• Ja non si deve guardnrc 11è dal solo pun• to di vista, tlcnico, nè dal solO punto di vi!-lta, sociale. DolilJia,mo .iffenniu-e che i1 prolJlema, agricolo è legilto a.I problema generale· della. ,,ita italiana,. · Dc \·iti.De Marco. L'a.rgomento è così: n1sto che nou è possibile tratt.'l.rlo esau– rientemente. Dal punto di Yista tecuioo è cl'accol'Clo con Azimonti. Ma, la, estre– ma1 conscguenzn di quest'argomentazio– ne s.'1rehbe che non c'è nulla. (la, fflrc. Orai questo nùn J'isponde1-ehbe alla. realtà. Jn provincia, cli Lecce, per esempio, accanto a tene intensttmeutc cQltirntc, ,·e ne 80· n9 delle altre, c!Jo i J}l'op1·icta,r·i tI·ascu• ; nmo e che i ('ontadini \'Ol'l'<'hhero colti– \'are nwglio, e non possono per la, resi– stenza dei pi-oprietari. In quf'st.i c.a~i r,;j deve facilitare il 1>ai-;~:1ggio delle terre n.i <:ont..1.dini. Bc.nintc8o che i.I p1·oblema., a,– gra,1·io non $i riduce a questo. Oonoorda, col Fancello, col Ciasca,, col- 1' Az.irnonti 11el pensiero cbe Jo Stato de· ,:e l;Opratutto ci-ea1-c le condizioni del progresso· ng1·icolo e del passaggio cle.llt\ (WOpricb), ai coltiratori, corn1>icndo i suoi do\'eri, di cui sigtcmat.icamcnte si dimen– tica. Per esempio, uno dei clm·eri de.Ilo Stato è quello dello studfo scieuti(ico e della, sperime1.1t. .1zio11ca.gl 'icola. I prirati non b,rnno i mezzi per ciò. E il ooutacli– no, che <lè<:('tt...1 ¼Ubito il frutto <fogli espe– rimenti alti-ui, non. vuole e.onere. l',1Je.aj di ei-:perimenti ai spese 1>1-opr-ie: ed h1» i·agioue. 1~ un ingann~ pnrlare di pl"<>· g1·esso ngl'icolo e cli lcrra, ai contadini, qunnclo il Y.incolismo gt:.atale teiHle :1, sÒ(– focare l'agricoltura, e a rencle·rc scbi:l.Ve le classi agl'iC'ole, pro1>rietarie e proleta,– rfo, <IC'lle <:l:1s.i,;i indmrtr-iali. T caln1icr_i, per ese.mpio, :-:ono di 1·etli tu tt.i <'Ontro J.a, produzione ag1·i~la ..P1-ezz-icl'impei·io pe.r le indu~1.ric cU g-ne.rra non se ue sono mai imposti; ma, il prezzo. d'imperio per il gra.ao, ~L rJ 1 uttaJ Ja, cosi detta barda.tru·a, di guerrrt è diretta contl'O l'agl'icoltura,, Essa è un interesso esclusinunentc bu– l'OCratioo. Ilanuo iuveutn,to JaJ formula delFeconomia, associ:l,ta. J[i1, bisognerebbe cWamadtli piuttosto camorra, as.sociat.'l. Mo1'so riconosce che le tene della, bas• sa, \·alle padana, eome ha osse.iTi1to l' Azi. monti, sono costate più del loro valore vcn2le attuale; urn, dal pm1to di vista J)O· Jitico e sociale, quei ca,pitali sonò, sta.ti bene impiegati. InYece i c;1pitali Spel'J:>C· r1.lti nella, siderurgia, a, c.he cosa, sono scr– \'iti? Non sa1·ehbc meglio impiegarli, sia. pu1·c in pctelita, economjca, ma con gua– dagno politico, uel migliorare 1c concli• zioni agticole delle 1-cgioni 1>iù lll'J-Ct.rate? Dc Gactnno. IUchi.u1rn, Pattenziònc sul– le conclizioui grarissime della, pubbUca sicurezza, in Sicilia. Bande arnrntc im– pediscono ogni Ja,,..01·0. L'abigeato ha, rag. giunto proporzio1ù allarma11ti. Il Go– rerno è t1 lleato con la delinquenza.. La, lotta contro il latifondo è più a,ge\'ole in Sicilia, che alt.ro\ 'e . .E se non si spez. 1,a, i.L latifondo, non sì (){)tr.:\ risoh ·e.re il pl'Oblenrn, dell'ordine pubblico. r;\l 1·u110. La. r<ca1·sa, sicurezza delle cam. pagne no,\ ù un fi.ltto esclusivamente si– ciliano, e si manifesta. anche in paesi non tenuti a latifondo. E uno degli effet– ti' deÙa, cd.si J>OSt•beLiica. Lolini. l_,er lo sriluppo de]Pagricoltu– r:} 1·itiene neccssa1·ia, 1a proprietù prh·a· ta della tena, salro le amttam.e collct– tire O\'e sono l}()i;.-sibili. S.alvemiDi. Questa, discussione minac– cia, di con<:hiudere in una, aft'erma1,iolle della: p1'0p1·iet;) 1>rh,ata sac1·a, e inviola– bile per ragioni ocouomiclJe .... Ora sta, il fatto che un g1·ande modmcn~o mora,Je è implicito nell'agitazione per la terr,t. al contadini. Il principio che la te.l'l'a. cle,·e, pe1· quanto è possibile, appartenere al c.-olth·atore, è giusto. Po~iamo ra<:coman- _ chu·e che non si facciano salti uel buio,; ma, noti dobbiamo' riiiutatlo. Dobbi.a:i:no, sopraJutto, badare che di quest.'li conen• te nuova cli moJ•aJiti\ e cli diritto non. a(>· prOfitti ht• burocrazia, per impadronii-si es– sa, della terra col pret.esto di darl:l. aJ. con– tadini. Questo è il massimo pericolo del momento attuale. l:n'a.ltra idea da dif– fondere è che le condizioni d'Italia sono così direi·se da. regione a 1·egione, da, CO· nrune a, co11rnue, d.n, sezioue a, sezione dello ~tesso tomun.e, che il l"arlamenoo è iucom1>ctente a fa1·e una legge agraria, unica. Ohi è forse capace di discute.re U1hl1 legge agraria. pc,r la. 'l'ena, di H.a.ri non ha, uessuua p1·ep.a1•azione pei· risol, \'Cl'Cil pr-oblerna pct Ja, Sardegna, o per lai fWmagna. IJ problema Rgrario <leve es• :;ere aflìdalo agli studi, allé iuiziati.– ,,c e alle res1xms:\bilitù degli enti elet– tid locali 1 rinQorati dal suffragio uni– ve.ri ,;a.!c. Uiass-umendo, 1Ji$.Ogna,afrermare nclP01·cline del giorno tl'e idee_: 1° rifiu. to di ogni i-Oluzione burotratica, clrl pro– blema,; 2° dovcl'e dello St..1to òi fncilitar-e il. trapasso 'dc.Ua pr-Oprietù foncla1·ia, ai c·ol ti \'H to1•i singoli o a$soci;1 ti ; 3° delega– re i poteri lcgislf\Ud in materia ngrar'h1i ai c-0118.iglipro\'incinli con facoltà di fe. derar~i in gruppi l'Cgionali. i 1 Bianco ut.iliLù di dare la, tcrr:i :1i contadini. Ro· Dc \"iti. :Xcs:iuno di noi può uega.1·e J.a– 'l'arquini. Insiste n('lJa, opinione chei non si può, i:)er ora, uscire da.llc S,oi-me attuali di p1-oprietA. lfurri. Propone che si sospeudai la, \'O· tazione, e che si prepari un ordine clet giorno che teng~1iconto della, discussione. Azirnonti. Si dichiara a·accordo 0011 lo occo1·1·e non dil;i1lr11ufa1·si Je cliOicolt..ì, e i pericoli cli llQ modmento mal prepa– rato. DO\·e il mo,·jmento è pos.~ibilc, esso :-wviene sott() i nostl'i occùi senza. l'au– ~:ilio di nessuna, macchina, burocra-tic.1-. Dobbiamo ci-e:ue i mecc.inimni, che acce– lerino e faci)jtino il progresso. ~fa, 110n clim('ntichi,uno c.:he .il nostro è un paeso disgraziato dal puuto di ,;~ta,• agrario. E nel faro i te.nr.atiri badiamo che le sppse di essi cadono su.di noi. Spendere, si, ma, a, 1·agio11 \·ecluta 1, e nei limiti della 1·igoro~a uecessit:). Consento con lo pro– poste cli- Sal\'cmini, e si dichiara oon lui soliùille 11el 1-.ile;.nere che uo.n intru.1di.amo riaffermare ,nessun dogma, di' proprietà sacra e inriolabi.le. ' ·eomandirti p1•01>0neche De Viti, Azi- 1nonti e l~aiicello Niccolò sieuo iuc..'ll·ica– ti di studiare un orcliue del gioi-no tla prese.nta.rsi in altra, sedut..'t. E nella, seduta. poweridi1.tna del 4 giu• gno, è ,;1pp1'0vato all'una.nimitl\ il seguen– te orci i ne del giorno : .Il Con\'egno, riconoscendo che dallo s-vilupJ)O eco– uornic,o dell'agriooltura e dallo sviluppo mora le del le clossi agrie,'Ole di pende, per grande p:1,rte, l'avvenire demL nazione; rile\·:rnclo che tutti i partiti politici esistenti 1·is1>0mlono sop1·at11tto ngli in– teressi delle classi urbane e che lo Stato ital'iauo è dominato j)Oliticame.nte da, mi– noranze plutoc1"1.1iticbe e demagogiche t" cui inte1·essi sono in contrf\st.o con quel– le delle classi rur,ùi le quali costituisco– no la mnggionrnz11i della. po1>0htzione na– zionale; afferma che i progetti di coloniz7,a,. ~iono interna, oggi in vogai, costituiscono· uu trucco politico, e che lo sviluppo'clet– l'ag1·iooltura, è subordjnito più che a pro,Tedimenti speciali, ai una, politica; gener.ale interna cd estera che pennetta all'agricolh1ra · di w~nclero vn.ntnggio~– mcnte i prorlotti. di ,·anh1ggiosmncnce comprare urnnnfrttti. macchine, nttrezzl, concimi. cli 1·ichi11m.-11"<' su!Ja, ter1•a, i gra,n– di c;ipit!n,li ne<:·essa,1·ial suò sdlup1>0; e. poichè l'agl'Ì.coltura, it..'llil.lria, deve tendere f\, diventare sop1·atntto esporta– trice ed espansionista., afferma essere in• tere~sc degli agricoltori cd interesse na.– zionnle combattere il vincolismo econo– rniM, il protezioni/'llno doganale, l'a<;cen• lrarnent.o bur<K·r:1t.ico e io genere. tutt,1, quella bardatum cli gnçna, che viene in, clicn,t~L l.'-01 nome di « economia asso• da,ta »; afferma, che è necessario aJl'econo• mia ngrieola ita.Jiann. che nuche i merca– ti de.11.'Em'Opa cenb·a~e riacquistino la ca.pacitù, cli assorbire i auoi p1'0dotti o ché anche sotto quest-0 aspetto è essenzia,– Je pe1· l'Italia chiedere ]a, re,~isione dei trattati cli pace imposti da.Ile nazioni egemoni che; a1tferma che l'e~rcizio dell'agricoltu– ra ò nna, funzione sociale, la qunle spet– ta a, chi. meglio la sa,ppia, esercita,re, e che perciò, quando sia utile nell'inte1-esse deÌfa. 1>rodu1iione 1 si deve favorire il pa~– saggio clell'a, terrai d,a1 quei propriet..'lori che si. dimostrino assenteisti o iuca-pa.ci, ai diretti coltl\·atoM; 1·mlpinge ·1 macchinosi orga11ismj bU• 1-ocratici progett..1ti ili tale scopo, ed af– ferma che tale passaggio debba. realiz1,a.r. si per iniziatiYa, delle n$$0ciazioni dei la.. \'oi-atol'i o degli Enti loca.li, coi mer.t~f più ~mplici. quale, ad esempio, l'arb1- tra,to da p1'Qmuoversi caso per caso, e tenendo conto della grande '('ariet;\ di condi1,ioni c.Ìte si ,·er.ifica• anche ne.lPam– bito di una, sola_ regione, per evitare ge– nern.lizzazione cli procedimenti più clan• nosi che utili. NICCOLO' FANCELLO. EUGENIO AzrMONTI. Il problema giudiziario Oalamandrei illust1·a il suo ordine del giorno: << 11 Con ,·egno : u ritenuto che il problema giudizial'fo, quantunque possa esser.e risoluto nei suoi aspetti tecnici soltanto da specialisti, slu– cHo.5idi questioni che sfuggono alla compe– tenza cli un convegno politico, presenti per •

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