L'Unità - anno IX - n.22 - 27 maggio 1920

, 92 t L'UNITA tre- c.io~ tii•ne la lilwrtà ùella. scuola con ar– .{Omenti generali che si dovrebbero app1i– care a tutti I gradi dell'Insegnamento, 11unndo viene ol concreto, limita In propo– sta di riduzione ai soli Ginnasi-licei. :\la an– r-he ridotto il Jlroblema in questi termini, il Genlile hn il torto di non prl"O<:cuparsi dove andrebbero ì <1uattro quinti de.g'li n.lunni che egli vorrebbe eliminare dnlle scuole re.gie. Sruole privo.te non cc ne sono e non c'è dn. spcrnrc chr ne sorgo.no. Rispondendo all'osservo.1.ionc del Pareti sul continuo va– rinrc d~ criteri dei Ministri, osserva che Jn. causa del malo è più largo.: consiste nona o.ssenia d'un'opinione concorde nel Paese e ncgl'ln&1gnanli slossi sui mali e sui ri– medi della scuola. Talvolta g!'interossi ptr– ticolnri, anche legittimi, clegVinscgnonti, rendono difficili le riforme. (Applausi). Il prof. ~'elLizzari dice che la. scuola libera !eco buona provo. finchè In. scuoio. di Stato 11011 la soppiantò. Ln. scuola di Stato è oggi nbbo.stnnzn neutrale, perchè prevale ne.I Paese il pnrtt{o llbernle che ho, oome pro• grommo, lnscinr fnre e lnsciar passare. )1n. se nel Governo italiano prevalesse u.n nuovo partito polltioo, anche lo. scuola no risentirebbe le conseguenze. It Partito po-– r >oln.re itnllnno non vuole abolire la scuoio. di Stato; ma vuole cho questa pongo. in Identiche condizioni, negli esami, i pTopri nlunnl o I privatisti; a questo scopo le com– missioni d'esrunc dovrebbero essere formo.te non solo d'insegnanti governativi, ma n.nche do. insc.gno.nll privati. {Commenti). L 'n.vv . Durante del P. P. I. afferma che ocoorre risolvere due problemi: il primo, mlgltornre In scuoio. pubblica, l'altro 8.68i– curare alla JornigUa la libera scelta della! scuola. Questo secondo problema. eeistereb· be anche se tosse fuori discussione il primo. Perchè I po.dr! di famigli0i debbono &vere piena llbertà di preferire alla. scuoio. pub– blica una scuola., che assicurj ai_ loro figli uno. istmi.ione e una oducazione corrispon– denti nlln loro lede. Ma tra alunni di scuole pubbliche e nJunni di scuole privo.te deve csse,r\'1. parità di tr.o.Unmcmto agli esnmi fl. na.M, da sostenersi in eguali oondizioni, din– nanzi a OOmmissionl diproressori assoluta· mento estranei agli unt e gli altri. La dif– ficoltà d·organlzzare gli esami di Stato nel– lo Licen1;e è sto.la eupero.t.o. in Francia nel– 'orgnni7.zo.re il s·istema del baccalauroo.to . (Applausi e commenti). JI pror. Vitellt sento di-non·poter dissen– tiro daH'nvv. Durante; ma vorrebeb essere sicuro che le idee dell 'n.vv . •Dtrro.nte fossero le jdee del Partik} Popoln:ro Ita .lia.no (si ride). Il prof. Salve.mini dopo aver rilevato che la discuSBlonc non è bastata. o. chiarire Je idee, propone che la Direzione della u Atene e Roma 11. continui le adann.nze, discipJi– anclo la discussione su nJcuni punti t-onda- menta.JI. · Notn come nel seno dello stesso P. ,P. I. ,·.i ginno cl ue correnti non ben chiare. Du– rante l'ultimo. di~cussione politica alla Ca.mera, si eblie, a questo IJ)TOposiLo, un in– cidente nasai significativo. A,·~ndo l'on. A– mendola jnvlt.nto i Popolari a sJXiegare ch\a– ramcnte che coso. intendessero per scuola libera, 1'on. Cameroni lnterruppe: o Ora che siamo minoranza, chiedio.mo la scuola. libe– ra; quando saremo maggioranza, faremo o. :nodo nostro,, . .A que!i-\.0punto, intervenne !I marchese Crispolll, uomo di pensiero e di finezza non comune, a correggere il con!rn.- 1ello: 11 ~o-di6se-noi rispetteremo la li– bertà, anche quando saremo maggioran– za 11 (commenti). L'avvenire è nelle ginoc– chio. di Giove. Ora come ora, è inn~abile che nel Partito Popolare, c'è una po&izione Crispolli, che può essere accettata anche do.i tiberall di buona lede, o uno. posizione Cir– meronl, che è ln negoziane della precedente. Nè questa è In sola oscurità, che rende dif– ficile In discussione del problema. Il gran· de pericolo imminente pm- In. scuola non è quello delle discussioni leali e delle soluzio– ni nperte, n,a quello' dEli provvedimenti rJandeslinl, che risolvono il problema sen– z.n. che il grande pubblico se ne acoorgn.. E;· semplo è il decrt!to Baccelli, che ooncede 8JlCh olle scuole private 11 diritto di far esam.i con vnlore }€'gaie col solo ànteI"V'ento nelle Commissioni, dl due insegnanti go– vemaUvt. E' /orse vano attendere che la Crunt"rn. chiarisca le posizioni: lo. chiarezza 1>uo dcrh are sptcinJnl(lnte da dibattila me– tod.iC1 ùl assernblee non politiche, come à la presente. tApplau.~i). Il prof. Lesca In osservare che il decreto Barcellt ha un precedente- in un'analoga. di– sposi,ione dli ~lm1stro Gianturoo del 1896, la quale p<'rò si dovè subito revocare per gli inconvenienti cui dette luogo. r:uller!ore discussione è rindatn n.d altra riuntone. ' Lardo e formaggio I gorghi clel Ncrn sono destinati da te1111)()rnl p,-i-:<•1·e tomh;1 inonorata delle malefntte dcJla eeonomin n880Ciata. Ecco cl,e cosa scrive la 1'nò11-na del 27 aprile: (< 11 Commisi-la rio ripartitore dei ,-onsumi d<.'ll'l'rnbrin n,·en1 spedito nl Co– mune di 'l'erni una partita, dj ·rormog'gi, che, ratta analizzare, Ca riconoaciu!A gua– sta, per cui ne fu vietata la. oendita. Co· municata la oos,, nl suddetto Commi"""'• rio riJ)llrtitore, questi autori.zza,va la di• atruzione clel formaggio uvariato >>. Fin qui la Trib1'-na, la quaJe però si dimentica di rilemro che proprio negli stes,.:i giorni si gettavano nel Nera, anche molti quintali cli lardo 1,,,rn,1.o, dopo che per pa~ccchio tempo si erano lasciati ma,rcire in una. c,rntiìrn del locale~ del Liceo, ammorbandolo col suo insopporta– bile lcz,,o. L'oo. Meschiari, tempo fa, aveva tatto Jargruneote diffondere che io seguit.o al– le sue iJJsiste,o1.e aveva ottenuto <Ùlll'ooo– revole Soleri uon, rigoroaa incl,iesta su tutta. Jo, gestione del conaumi nell'Um– bria. Mn, dopo il chiasso e il rum'ore della notizia, rimbalzante da on eiroolett.o a.I-• l'altro dei oorrispoo<leoti della, stampa, si è fatto intorno alla cosa, un sileo,ao di tomba. Perohè? A. C. I. Circondario o Provincia? li 1>rogetto di legge presentato daH'on. Nitti sulle cl('zioui 1u1nninistrutive, sta– bilisce? che le elezioni dei consig.lieri pro– vincinli sinno tutte per circondario. I fautori delle riro,'lllette all'ac<1ua di ro– E!e. timidamente graduali e progrcssfre, F:K>no gongolanti : dal Comune al Circon– dario; poi, Dio mercè, alla Provincia, e infine, nel secolo trentesimo, si gìungerà o.lla regione. Ebb<'ne no: bif;Ogna insiste– re, con tuUe le forze di cui si è capaci, perchè i consiglieri provinciali sia.no èlet– ti per pro,rincia... I circondnrii non significnno assoluta.– mei1te nulla., tm1to che i ~tto-prefetti aono cbinmati, in gergo burocratico. « pa88aCCM"te >>: anzi nccnde molte ,·olte <'he i comuni limitl'Ofi, che'hanno frti lo– ro una grande nffiuiti\. di f,:('ntimeoti, np– pnrtenguno :1 drcondari diversi, per l'ar– tificiosn <li\'ii-ione irn1)0stn dalln legge. Il circ:onclnrio non ~lo è .morto e seppellì·• to nel concc.tto gcnc1·:1 le, m:1 non. è mai veramente ef!istito: per- qunlc stranissi– ma ragione do,·rebbe dunque esistere ora, C'OnIn proporzionale? ... Noi ,·oglinmo far rivh·ere le l)l'OVin– re rou pienn fnc."<>lti\ di consorziarsi in regioni : k prorincie, SJ}{'C_ie nell'ItaJia llcl'idionnle, hanno antiche radicntissi– me tradizioni. Se fossi~o in vcnn di e.n1- dizione, diremmo che e~se risalgono al– Jn nnHìcozione del j11sita.licum e si iden– tificano col Mnnicipio Romano. Lo Sta– to a.ccentr11tore, gloria e delizia- clell'l– tnlfa nuo,·a, le hn. quasi f,l()pprcsse, con– cedendo ni Consigli provi_ncinli - come ognuno su,- la eol:,, fncolt,\ di stabilire il tCJDJ)() in cui può essere aperta la cac– cia,, e foro regolamenti sulla, taf:!Sa, di fa. miglia,, sulla t.'lssa bestiome, sulle st~,. de provinciali comunnli e consortili, e ,~ulla cuJta dei lnatti. :Mit, nonostiu1te queste deleterie disposizioni violentatri– ci, Ja Provincia. esiste aooora. e nei suoi naturali limiti etWci, conser,·a la, consa- J>e,·olez.za.dei suoi interossi. • I_ feticisti degl'intc,-cssi picoi11i - co– me li chiama.va , Znnardelli - potranno dire <'hc, eletti per circondario, i signo– t'i con!, ;iglie.ri non tra,sc.ureranno le esi– genze loculi. E la solita storiella. Già, ec Gino Bianco o{!gi Mme o~gi. il ron~ii?liere prO\"iDC'Ì:l· le, pur ,·ol~ndo, noi1 J)()treùÙ<' rar nulla di nuHa pel ~uo comune di origine. nm– uwnocbt., J1on 1:-itraui lii quah-he ~t1"3d:1 campestre o di quuld1e pazi'.O da legare. lla - ~iamo M..•mpr~ lì - le esigenze lo– c-ali. nnd1e ~ giu,-t~ e 1·:1gioocroli. dero• no cedere. o al111t•11-0 pnss..ne in ~onda Jineu. i1111n11zi ugl'irnerC's~i geu<'rnli della Provincia da tutelare. Noi non ~lppiarno nncor·:1 ~pi("gnr<'i CO· me mni l'on . .J.\l'itti, mcricliona.l(•, $i:t ri– c-orMO :li t<'rn1iil(I medio della elezione pc.r · l'ircon<L-'lrio: trrmine, medio, cial qw.1te 1100 1>01--l-linmo rit·a,•ur·e l>eueffzii di l'-Ot"ta né noi 1ueridiom11i, nl! - tanto meno - le popolazioni dcll'lt.11in Centrale e .Kor– <li< -a.le <1u:1li hanno una roncczione flon strettamente p1'0rin<·i:lle - eome quasi i::empre da noi - mn 1-egiounlisti<·a addi– rittura. 1-:; rùlorn? Tutrn,·ia. ncfisun deputato si è fin og– gi :lN'Orto dell'errore. .\lJCUELE \'J1'ERIJO. VostlUa L'erro'l-e ru notato nella di~ussione a,,. ,·enuta negli llmri delln Ca.mero. E il re– lntore del nono ufficio ebbe manclnto di •comlJa,ttere appunto Ja elezione per ci.r– condarii nella, Commis.-tione. che esami– oer~ il pr'4:etto della proporzionale om– mi.niRtrativa. g• •. Scuola di agricoltura o casa di pena ? Per secondare le t.endeflze e perchè igno– ra\'o le attunJI e vere oondlz.io.nl dell'nm• bienie, chiusi qucst anno nella R. Scuola di Agricoltura di Cerignola, un mio figlio tre– dicenne. Torna inull!e diire (ogni pndre di famiglia oomprende) che raccoma.ndn.i al Direttore, al Censore, al Prefetto, ol bidello, nJ clloco e al oer1.ero del cuooo, che .ro. da cn,po coltt– vo.t.ore, che nves.sero usalo nl r~azzo u.n pò di giuslo riguardo, specie per quanto ri– guaTdava i ln.vori mn.teriali. Accolsero essi tutti In mia raccomandazio– ne... E fui ben servito. Ed Infatti seppi che iJ mio figliuolo come del resto tutti i con– vittori specie t più piccoli, ebbero per d..iu: turno insegnrunent.o p.ratico: la pulizia del pollaio del ca.po coltivatore, l'alJevn.men·to de.i conigli del capo cotu,~at.ore, la. cura del– le cavfo del capo coltivatore, la zappatura dell'orto del capo oollivotere, ed ogni altra roba del capo coltivat4?re. E pe.r infondere viepph) nelle nnimucce dei po,"8ri bambini l'amore o. questa scien– za... pratica, venha ndottaLo un 6istarna. punitivo piuttosto comodo per eh.i punhn: si privavo. J'oJunno restio olla ecienz.a. supe– rinfusa, oolla soppressione ora della fruUa 1 ora del scc<mdo piatto, ora del ,rino. E cosl si fa.cevano due cose buone: si promovevo. nei fanO:ulli l'nmore nl diritto privato del cnpo coltivatore, e ll<'I contempo, in omaggio allo circolare Nilli, si limitavano i consumi del cuoco ... suocero del capo ooltivntorel... Ed il mio po,·ero rngat?..o ebbe a speri– mentare ripetntomonte J'npplica.zione prati– ca della predetln cireo)are. )la purtroppo be.n'altro tlovova capitargli. Il dodici e tredici, fur-ono due giorJ1ate ri– gicpssime f(l umidis,sime, tn.nl- 0 che nemme– no i ronto.dini r.ischto..rono uscire per la. campagna. li capo coltivatore della Impe– riale R~ia Scuola di Agrioolturo. però dal-• la Sua stanm ben riscaldata pensò che ncrn• men-o per quel giorno dovevo.no sopprimersi i versi del poot.a: Chi non ,uda non gela... co.n quel che segue, sÌ>ccie nei rapporti del snoi conigli, che non potevano J{Lr la fine del Conte Ugolino. E i piccoli ragazzi dello. scuola Jurono mandati n. cogliere le erbe. /El alle loro prer teste si rispose oon la. minaccia ... deHa. so– lita apj5Hca.z:ione dello. ciroolare Nitti. Pur– troppo il mio figliuolo si sentfva male: lo aveva detto al Coltivatore capo, e ciò lo proverò dinanzi al Mag:!strato, ol quole de– nunzierò, sl per Dio, questo modello di edu– c-atore senza viscere di padre! E avvenne quello che doveva avvenire!... li 14 marzo per fortuita combinazione an– davo n. Cerignola in aut.oco.-rro. Viaino alla scuola agrnrio. un brn,·o compagno del mio mi foce ferma.re la "ettura,- annunziandomi con dolore c-he Il mio figliuolo era. gra,·e– mcntc ammalato. Discesi ed accorsi nella. camerata.. Il mio ,tgazzo gincevo. restllo sopra un 1 letto, ccn h.• scarpe della fatica nl p.iedi, ed assislitt• . 1 lo do.Ilo. pietà d·un piccolo con– ,·ittorc, un tale antini, che povero. figlio! mi disse dJ aver sonuninistro.t.o all'infermo, di sua ini,iativo, un purgante e di avergli fatto prendere per nutrimento due uo,•a ... sode. La gentile pietà del piccolo infermiere non compensava però In <:a.no.glintn dei su– periori, di non chiamo.Te nemmeno il me-, dico! Chiesi dei superiori. Tuffi erano assenti: Direttore, Censore, Prefetto, Camoricre, Ca– po coltivatore, Cuoco, eccetera! Ra.n·oisi il ra.gozzo in una C'<>perta. e lo trasportai al· l'autocarro. senza che...nemmcno un ca.ne di StV,)eriore mi tosse apparso nel frattempo. ChP rnna di eonvtuo, per non dir Ptl?gio! Giunti o. casa, in Canosa, -pur troppo fu c-on ~taw.ta ln grn\'ilA del mole da cui era. stato colpito il mio figliuolo: pleurite oon mwingismo. Ho denunz.into tutto nl :\iin~tcro, dnJlo specifico episodio ni sistemi di educazione adottati in quell'Istituto, e sovra.tutto i me– todi del -veneto ca.po colliyatore, venuto dal– lo natie lnguno ad usurpare un J>OSlO oh& per giustizia si en.rebbe potuto dare a urt colti,·ntore 10<:nle, più espe1to nelle nostre colture, e certo più conoscitore della tocni• ca dell'educazione modernB, che è basata sulla Legge dell'omore e non della bruta• lità e sull'egoismo cieco. I eomment.11 LI lascio ai genitori degli ol- 1 lied, perchè provvedano alla sorte det )oro figli. LI Jru;cio ad ogJ1i aniino gentile. li re. sto al )l(\gistrnto. Vi è puT un articolo del Codice che per lo meno puntsce le respon• snbilità colpose!.. li re,,to al )linlstero ai Agricoltura. Esso risolverà. ti pr-Oblema. do. mc messo come titolo a questo mio grido di protesta: Scuola. di Agricoltura o casa di pena., ENRICO MADDALENA. Re .ccome.ndie.mo e.gli abbona.ti che ancore. 11011 hanno compiuto il loro dovere, di paga.rei con COl'– tese sollecitudille il loro abbo11e.– me11to. L'llmmlnlstrazlone. SOOIETA 'N.ED ."LA VOCE,. P. G. ltEZZOLINI VITTORIO VEi'tETO Lire 8 S01.i'IO SLATAPER Ib MIO C?A~SO q oartn. l'istampa Lira «s G. SALVEMINI LaRivoluzione Frantese quarta ristampa 600 pagg. L"lre 16 ,- 0. 8, MANCI.NI ILPRINCIPIO DINAZl,ONALIT ·Ltre g e 80 l!! loon.to de1 20/00 au;U. abbonati. d.el.1' Ura .t.tà. GLI ABBONATI, che desiderano un cambiamento .1'1ndlriuo DEBBO– NO accompagnare la domanda con TRENTA CENTESIMI per la spesa di stampa della fascetta. Al>bonatevt aubUo : la f<n'UI. d' u,n gwr-na/.6 aetHmanaù è tutta negH ablloiianwinti. :: :: :: :: :: :: EGISTO ÙSAGU, Gerente retpon,abile Stnb. Tip. R. Garroni - Roma

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