L'Unità - anno IX - n.22 - 27 maggio 1920

90 L'UNITÀ sto concetto dell,i proprietà terriera, in chi non aa trarne un rendimento profi– cuo, assegnando detta propMetà Su .,.. sta scala ad enti collettivi e a du-ettl coltivatori che affidino di maggiore uti– lità sociale. - 4. Ordinare una maggiore disponibilità di forze economiche con op– portuni inte1·ye11ti cd agevolazioni dello Stato per le tre più importanti fonti di energia,: carbone, carburanti, id;:·oelettri. cità, o con p1'0,•vedimentr•pcr rrnzioualiz.– •,are le ro,-este, le acque. - 5. Sviluppare co'n mezzi adeguati e con efficace decen– t,·amento, specialmente per le orere pub– bliche, le riserve del Mez,,0giorno, delle Isole e del.la Montagna ( ! ! !) per l'incre– mento della produzione na,1,ionale. - G. Riconoscere alle maestll'nnzc il diritto cli parteci1}a1-e alla. produzione e di ammini– stÌ·are (?) il p1'0p1·io lavoro port.~ndo con– sigli ed alt1·i org,mi di fabbrica e<l assu– mendo nuche colletth·a;iuente la, parte di p1'0duzione che concerne (!!I) la mano d'opera. - 7. Eleva,·e la ca,pacit,\ delle classi operaie ponendo a. )oro diS[>OSizione,. una vera scuoJn tecnica professionaJe del lavot'O ed aprendo ai pitl valenti adito aJ. 1'a.Ita coltura elle non deve essere privi– legio solo dei facoltosi. - 8. Rinnil'e in sistema globale e~ nffidare agli intel'es– sa,ti la gestione delhi triplice assicura– zione per gli infortuni, per la \~ecchiuia, e per gli assegni agli orfani minori degli operai. - 9. Com1iletare In, riforma tri– buta,1·Lc'lo dando più efficace carattet-e di prelievo all'imposta sul patrimtmio, adot– ta.re una tassazione sistematiCiL de!Je reo. dite uon guadagnate e dei consumi vo– luttuari con rigoros{ accertamenti delle evasioni all'estero e con modifiche al J·e– gime azionario e riforme che impediscano gli aggiotaggi e le illecite speculazioni. - , t0. Riformare il Se.nato, riordina-re i cor– pi anuniuistratid e istituire nuovi consi– gli economki stùla ba-sedi una, r"ppresen– tanzn, proporziona.le di int.eressi sociali con diritto di voto soitanto a chi attenda ad un effettivo lavoro materiaJe ·od intel- - lettunle al servi2'1iodelfa società. - 11. Or·care enti rcgioun,li e compiere la ri– forma, amminist~tiva. con l'autonomia. dei servizi industriali, oon scale mobili di rct.rib'uzioue e cont,ratti a, termine e -con forme a.vbitrali ?01· le con tro\'Crfrie clel persona.le , salve scmipre, le supreme decisioni del Parlamento e il dovere del– Jn discip.linà. e della continuità del ser– viiio per Je esigenze della vita, nazio• nale>,. E c'è a, questo mondo della gente, la quale osa negare che la vita, sia, una, co– sa allegra! L'aùspicata amicizia Il Gruppo 1iarlamentare radicale ba sc.ntito il bisogno di avere una opinione - pare im[>oSsibilc - su la questione 1 adria,tira. Perciò. ha votato il seguente ordine del giorno: « Il gruppo ritiene doversi risolvere la, questione adriatica in guisa che l'auspi• ca ta an1iciz.ia ,jugoslava. nou ,rCuga,messa, in pericolo daJla, creazione di un nuovo irredentismo itaJiano e senz..<ti che la. tu– tela della uaz.ioualità dei nuclei italiani dell'altra sponda. sia, cercata. in una prov• videnz.'lointesa a permettere loro di as– sumere Ja, citqtdina.nza, italiana che li rouderebbe stranieri in casa propriadL L'ordine del giorno è stato proposto daJJ'ou. Di Cesarò; il quale, come tutti sanno, dall'autunno del 1914 ai giorni nostt·i ha spasimato sempre d'amore per gli jugoslavi, e perciò è nntu raie che si preoccupi di veder messa, in pericolo l'amicizia, auspicata. Ma tiriamo via,! 9uel che interessa, in quest'ordine del giorno, è che i deputati radicali si guar– dano uene dallo spiegare chiaramente quale solu~ione intendono dm-e al pro– blema della tutela <leUa nnzioua,Jità, Non app1'0vauo « la provvidenza intesa a per– mettere agl'ltaliani delJ'altra, sponda di assumere la cittn,:11.nanza italiana»: e in questo banno ragione. Ma eliminata questa soluzione, che cosa, propongono? Pcrchè non parlano chiaro? Dall'altra riva Il giorna,Je croato .di Zara, NOA·odR,, List, ba 1iubblicato, in morte di Bisso– la.ti, il seg1~ente artif!Olo in lingua it.a– liaua, che riproduciamo come docu.ment.o dell'impe.riali81llo italiano di Leonida Bis– solati. Imperialismo sul serio e di gran. dc stile, alla, maz:d1ùana.; per il quaJe i veri ingrandimenti na.zionaJi non consi• stono sempre in ingrandimenti territo– riali, ma, conf.l;istouo spesso in più larghe o più pi-oronde sim1)atie mora,li, in buoni trattati c1i commercio, i-n influenze intel– lettuali. M_a, il nazionalismo nostrano, miserabile sgorbio pr·o,·incinlc stretto di torace, non ha saputo mai rcdere al di h\ della conquista cti pochi scogli e di alcLtni formicai della Dalmazia.. Perciò sorriderà, anzi sarà. indignato, cli queste pa.1-ole, che un giornale - orrore! - CJ.-oato ha, scritto in morte di un uoIUÒ politico italiano. « Bissolati è morto. All,- vigilia del cou\'egno di l'nllanza, dove, se Dio vuo• le, avrà, fine il lungo e fortunoso d\bat. tito dell'agitato p1·oblema. adriatico, e• gli cl1iude i suoi occhi mortali, quegH oc- · chi di reggente che, primi in Italia., scor– sero l'e1·1-01-e funesto, che poco mancò non conducesse ad iniqua guerra i due popoli a.d!'iatici. << Non ~1v1·emmomai c1IOOqto a questa. coincidenza fnta.Je. « ItaJiauo nel profondo delia sua, no– bile anima, itaJi.ano non a, pa.1-ole, non a frasi, non a colpi di teatro, ma. itaJia,. no, che a, sessant'nnni sa. ,,estire l'unifor. mc del soldnto per combattere, farsi fe. rire o ritornar• a combattere, Leonida. Bissolati uon hu 1uai cCSi-:atod'essere il cittadino del mondo intero,• d'essere U c..1Nnliere dell'uma,nitù, e della giustizia., com'è st.'loto il ooldn.to della sua patria. ((E nel ws,re l'elogio funebre di tan– to uomo, noi va,rchiamo i conb-asta.ti con– fini delle due patrie, noi dimentich:ia– rno i dieciotto mesi cli oclii, cH rancore e di passione, per piangere insieme cogli italiaui il gran morto di lor gente. « Quando, sbattuti dalle vicende JJOli– tiche del oogtro paese, 1>lcuni dei nostri uomini si tl'Ov:tvano Panno scorso il.l Ita.. lia, colla sensazione di esser nemici in terra, nemica, d'esser soli, abba.ndonati ed esposti a tutti g.li odii, a tutte le pas– sioni, essi videro sorgere in Leonida Bis• sola,ti il confortatore, il protettore, l'a– mico, che tolse a quel, soggiorno tutto quello che 'J)Otera aver di odio!iJO,e risol• Je\"ò iu essi Jn, fiducia in 1 una, giustizia immol'L 'l.le ed eterna. La sua casa, bor– gbesemeu te modesta, in Passeggiata cli Ripetta-, il suo studiolo semplice, disa.– dorno, pieno di libri, di carte, di gior– J1aJi, con un bel ritratto del Tommaseo, ti·apunto in seta, da, sua. madre, accoglie– ''a, ospitalmente, senza. cerimoniaJe e con pari cordialità, ministri e operai, Italia.– ni e Sia.vi, P1-esidenti di Repubbliche on– nipossenti ecl internati r,olit.ici. Ed in quella casa, in quello studio, noi udimmo la pa1'0l" semplice e scbiett,1, di Leonida Bissolati, noi conosceilllno la, purib.V del suo pensiero e Ja, dirittura, della, S 'l.la , a,ni• ma, noi intravedemmo l'altezza, delle sue concezioni politiche, dei suoi priucipt SO· ciali. della, sua religione morale. E pen• sammo che per la, pace dei popoli in con– tesa,, per Ja, oonsiliazioue cli opposte idea– lità, più po'teva. una. figurfL morale, come era. queUtLdi Leonida, Bissolati, che non tutte le arti dei tl'isti rettori, che fanno oggi della. politica, e del giornalismo, cie– co strumento cli ignobili passioni. « Chi non rammenta. i memorabili di– SCOl'Si tenuti da, Bissola.ti l'anno pass..'lr to al congresso del partito rifo11Uista, ita– }ia.no? A. fare un'ruialisi di quei discorsi e a. tr,une i principi ai quali gi informa.– no, se ne rica,verebbe un coclicc 1>olitico, socia.le e morale, atto a. far la gloria. d'un uotno. « Le passioni politiche avevano allora raggiunto iu ItaJ¼l, una, violenza inau• dita. Bissola.ti era il rappresentante di un'idea, che averi\, contro di sè tre Qua.r• ti d'It;i,lia: il suo nome significa,v:• per i naz.ioua.listi la rinunzia, per i socia.Iisti 1anco .lai guerra, per i clericali la Iibertà; e tutte queste correnti sembravano voler travolgere nei loro gorghi l'uomo e la, sua rama. Ma quando egli erse la sua dritta figura, non fu chi non si sentisse soggiogato da quella pu1-ez,,a,e da. quel– l'onestà. « E oggi, che Ja, morte sottrae Leonida. Bissolati agli odii di pa,rte per passarlo a.Ila storia, la, Ca.mera it:alian._'1,, senza. differenza. di setltore, gli decreta. un ple– biscito di rive.i-enw, al quaJe far,\ eco J'urnnniL.\. intera, che perde in lui il suo cittadino migliore. « DaJle rive orientali di questo nostro mare, do,·e ,~ire un popolo memore e con• scio, un poJ>olo tanto più noblle, quanto meno conosciuto cd a [lpre.zzato, vada il nostJ·o rh-ereute saluto al.la g1·ande om– bra di Leonida Bissolo.ti». Y por casa, corno andamòs? Una va.riarione sul tropo evangelico deUa. trave e della pn.gliuzzo, è in uso ncJl'Ame– rica Ialino. Quando in una. discussione si caricano i d,iretti di parte a,vversn.ria, il campione di questa. obietta con aria sor– niona.: y 7Jor casa, com.o andam.os? Oho et avete nella bisaccia dalla. parte della. schiena? Nelle adtLnanze dei comitati di guerra, .mi ovveni\'a di l'ipcterc spesso la doman– do.: e noi, dello. borgtlO,sin, oltre che n pa– role, diamo tutto il contributo possibile, a. la resistenza ànche a fatti? Al direttore d1 un grande giornale ho racconto.Lopiù volte il coso dell'alpino Brillada. Lo trovai in tra.– dotta. )li confessava. di a.ver freddo non per CQusa fisica. 1( A me la guerra, fh1orre, non ha reso che· questo 11: e si tocca.va il nastrino della. campagna. Taceva delle fe– rite riport.ote: reddito tutto passiv-0. Cessate le ostilità, non è cessata 1 ah.imè, questa, punto grata, parte di censore. La classe dirigente segue col paraocchi la via nl precipizio. Nei torbjdi di alcuni mesi or sono, a To-– rino, fu ucciso Jo studonte Oelpiano. Al fu– nebd gran folla. Il corteo lo fecero sostare sul corso V. E. all'angolo di via S. Fran– cesco, proprio nel centro della. città. I per– sonaggi ufficiali òT"sséro il 'loro disoorsetto per celebrare la \'ittimai dell'odio di classe. Poi so n'andarono" a pran.1,0,soddi'.sratti. In– t.anto il corteo, oltre centomila persone, ri– prendeva la via del camposa.nt.o, passando per via S. Francesco, davanti aJl'wnile por– ta a pian terreno, d.i~tro l·e cui cortine spa~ sima\'O. la madre del gio\'ane. La !olla sfilò a capo scopert.o; le stud;e.ntesse copersero di fiori. la soglia; In. commozione int.omo era pro!onda. I personaggi ufficiali, allora, e– ra.no assenti. E proprio allora, uno studente, pass_andomi allato, 1tiì dichiarava: u que• sto servirà di,111.ontto agli as1m.ss.inil 11. Qlj,81 monito rivelhtore pel professore di lettere che m·era vicino poco prilna! Un amfoo notò: u Ecco i risultati delle sessioni stra.or – dinario d 'esa.mi o. Quando a'Vvenn.e l'incursione aerea su Spe,. zia, i posti d'osservazione a.vverUrono il Co– mando dei 14 posti scagltonatl per farli accorrere a sbarra,r8 la. 'V~a: ,,Minaccia incursione su questa città o, diceva ravviso urgente. E Torino proVVide tosto come se il pericolo fosse stato per Torino: perchè, pare, i militari conoscono solo l'oggettivo questo, -e non l'38gettivo codesto: cosl Spe– zia pagò f?CI' la grammatica. Quando na.r. rai que.st' equivoco ad alcuni sommi reggi– t.ori degli st.udt, .questi scoppiarono in una risata: u che imbecilli! 11, commentarono, e ~i passò ad alt,ro. • La carestia di combustibili gerierò nel 1918 una .invenzione, ,che raddoppiava - si di– cevo.- il potere calorifico della legna e del carbone: L. 3,50 Ja scatoletta 'Vo.lida pe.r un quintale di carbone o due di legna. Grande pubblicità con certificati magnificanti il pro– digio. Un melancomOO volle accertare se era vero: ricavò dati esatti da una setti– mana di prova; e il risultato, a.tratto nega– tivo, lo portò al laboratorio d'un allo Isti– tuto scientifico, sperando ne risultasse 1lna dichiarazione ufficiosa a diffida del pubblico. IIIU6ione! Niente dichiarazione. (Parlando delta cosa ooll'illustre Direttore, il melanconico faceva notare che molta p<r• vera gente ii priva,·a d~l ,,fOCO denaro pel' pane onde pro,',•@tlersi del ~lore promes– so. Lo risposta ,·enne: cc che imbecillii 11, Si pot.rebbero moltiplicare all'inllnito gli esempi, in cui risulta l'assenza nella classe .4rigenl~'!Ji ~ oon~tto colla vita reale, ,, la ottusità di ogni senso di responsabilità civile e umana. Un giorno pel Dclpinnd, \hl al~ per 1~ vicendo belliche, seolR.f2 .}>ramai pel clr<r tutto, ogni giorno i capi delle associazioni politiche impugna.no la spada, clioo la pen– na, stendono un manifesto ,da far affiggere tosto sulle edicole, e poi, con tranquilla co– scienza, ,·acano ai propri airari. Risultato di tanti manifesti e manifestazioni: il 16 no\'embre la maggioranza degli elettori ma– nifestò il suo parere contro.rio. Ln pro\':incia. di Cuneo, con mille e cW,to iscritti al Po.rtl– to socialista uffloiale, elesse quattro sociali– eli con oltre 38.000 voti, distanziando assai molto Jo st.esso Giolitti: voti, in gran nume– ro, cli l'Cduci autentici della trincea. I 156 socialisti e i 100 clericali sono gli elet.ti dei semplici, a.i quali seppero Q.vvicinarsi. Chi è sceso mai nel popolo a spiegare che senza l'int.ervento d'lt.a.1ia, da ire anni, avremmo tutti sul c&llo il giogo tedesco; che contro q,1esto giogo intollerabile, avremmo dovuto ro re w1a 1lU1gangìlazione per scuoLerlo'l Ma ad eleggere i 156 non furono soll gli iscrHti al Partito e i rn.ilioni di scontenti. L'illustre a.mioo professore di università mi confessa: "Andai, la vigilia, ad una. rJunion~ socialista J1el sobborgo prossimo a casa; gli oratori tardavano, e gli spettatori impazienti mi invitarono ·a parlare., Dissi in succinto: cari a.miei, volete sapere il mio pensiero su chi preferire? vi dico in verità, che quelli finora al" potere diedero prova non buona; proviamo ed eleggere i 'sociali• sU, sperando facciano megllb; peggio è dif– ficile fare 11. L'amico ntio è un loico. Egli non crede che Lenin sia un primitivo, non pensa che i socialisti confondano l'e~isodio (sintomo) col fenomeno; non crede che sia finjt.o. del tutto la guerra, e che 11 passero davvero ritornerà a cantare dopo l'uragano passato. Sente che il mondo è dh·erso dav– vero da quel che era nel 1914, Non s.i ostina a pretendere che le popolazioni la pensino come preferisce e pretende il sedicente ben– pensante, ostrica ego1stica dol pr9prto co– modo unilaterale. Conosco un altro professore, che provò durante la guerra a iscriversi subito nella mobilitazione civile. Pagò le cinque lito al tenente giovinotto ohe nell'ufficio attendeva al compito belli(lero in comp38nia. d'altri militari giovani é belJi e •!orti quanto lui. Attese, sollecitò di sostituhoe ner lavoro 1 giovani, dhe potessero andare al fronte. Ri– cevette solo un im•ito per un servizio spu• rno.nte è dolci, quando venne una eccellenZS. in visita: intervenne e t.ornò a casa a boe· ca ll6Ciuta ed amara. La classe tutt.o1·adirigente non si è saputa mai imporre seriamente la vita. austera du– rantq lo. strage. E adesso lascia andare a.Ila deriva, col paraocchi. Lo sciupio dei dcchi di guerra imperversa.: sfida ovunque il senso morale. E la classe. dirigente, priva del senso dL responsabilità 1 s'illude di poter ancora durare nel suo regno unilaterale. Fra gli ammonitori della prima qra fu l'U11ità. Il programma de.gli unitari è bi– Jatcralo. Possa aver tale possanza da. penetrare nelle durezze ~oistiche, in cui minaccia di morire l'Italia di Battisti e di Sauro. CAMILLO FERRUA. L'acciaio si può comprare in Francia, a 1 franco e 50 il chilo, che col cambio attuale fa circa 2 lire e 10 centesimi. Ma l'acciaio •bisogna, pagarlo, in Ita.– lia, ai baronj del ferro a lire 3.15 a.I chilo. Su og.ni chilo cli acciaio, i ba.roni del ferro rubano 1100 meno di una, lira. al buon popolo italiano, che brontela ·=· pre e non si rholt...'l,mai. Chi vuole fai-e un unpia.nto, che richie– da 90 tonnelln.te di macchine, deve pa– gare un diritto feudaJe di 90 mila lire ai pcscicani del feri'O.

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