L'Unità - anno IX - n.17 - 22 aprile 1920

70 t.a.zlonc lo.scialo passare i.l nemico; e nes– suno ha saputo dirlo, perchè nessuno può tinlol (Quall'i l'opinione dol gcn. Ca.poklo a. questo riguardo?). In questi due ann.i, dunque, si e !alta. molta. strada nei giudizi su Cnporelto. Il dlsn.stro non è più ufficialmente spiegato C<.i1 u reparti della sooonda annata, vilmente arresisi ed Ignominiosamente passati al ne1n;ico, che hanno permesso all'invasore di calpestare il sacro suolo della, patria:u: de– plorevole scatto di un animo impulsivo ma generoso e !orse in parte deviato dalle .informaz.ioni menzognere, che gli ufficiali di Stato :i.raggiare, bisognosi cli II mettersi n. posto?' improvvisarono in pieno disastro. Sono .finiti i discorsi che si sentivano ft\re al di là del Piave dagli nltolocali: u )1a. u come volete çhc facessimo con quei salda– " ti? Anche Napoleone, moltiplicnt.o per Ce- 1t snrc, non avrebbe evitolo nulla! Con quc– u sta nrgilla è Impossibile plasmare la •.-it-. 11 toria! n. E tutti a do.re o.ddoSSP a.gli uffi– clnli inferiori, o:i s<;ldo.U, ai socialisti, ot go– verno! e nessuno n ,·olere ammettere le pro– prie rcsponsà.bllità militari del d.isn.slrol Le responsabilità del governo e del paeic lurono enormi, e torse le IQ.aggiori; quella. de.i soldati fu notevole; quello. dell'nlta ge– rarchia militare fu mollco grande. Ma que– st'ullirna ebbe iJ gr(u-e torto di vbler sca– ricare a grn.ndc velocità. e con grande cln· more oglli responsabilità stille spalle de.I governo, ~ol paese e elci soldati. I soldati non potevano parlare. ft'n il paese e il go– vomo si l\'oo.<i:iCMoDl(lj sbnndicran'd.O gU er.ro . ri dc,gli alti comnndJ. Sorse. oosl lh. polemica ' di Caporctto, che, insieme agli errori son– niniani nella questione adriatica, 1ha avuto il risultato di dare la psicolog.iw della scon– fitta a llll paese vittor.ioso. C\fo. cli chi la col– ,pa i.niiiole cli c1ucsln. polemica, se non de.1- J'nlto. gerarchia militare? Non 1u proprio es– sa a iniziare la polemica? Nei gforni tragici della disfatta, o non si dovo,·a. dire nulla sulle cause del disastro, o si do\'eva dire tiutta. la veriLà. Si doveva, ,cioè. pubblicnrç un bollettino che dicesse: 11 La insipienza del govèrno civile, la propoignndn disfatU– sLa dei c-lericoll, socialisti e giolitLlnni, la oonfuslone degli n!U comandi, la lncapacità dello Stato Maggiore, Ja. clcmora.linnzione ,dei ooldali, che dopo la rotta militare, di cui sono responsabili i capi, si sono sban. dati o arresi al nemico, tuLt-o,<1uesto ha permesso µ.ll 'inva.sorc di cnl1>cst.a.reil sacro suolo dcllJ, patria u. Invece, furono butta.ti all'rcrio. 'i sol.i.ti cencl. E questa precipitosa. •difeso., ohe gli alti Comandi fecoro di sè stessi, provocò la grande controffensiva di ,tutti i disfattisti. A11a ingenerosa e pa.rziaJo difesa militare, rispose un'antipatica e par– .zlale di!esa. bo.rghese. E si o.rrivò cosl alla Commissione d'in– chiesta. Nella quoto si conciliarono i duo partiti a speso della, ,·erità. I opm.missari milltal'i lavorarono a salvare i mlJlta.ri {l'u!– ftcio di ~egreterin. deUa Commissione era. formato di ufficiali di St.at.o ~aggiore, che hanno man0\ 1 rato a. mc;aviglia per sal– vare la casta); e i conunissari borghesi lavorarono al soJyataggio del governo civile. 11a. poichè il disastro di Co.poret-– to bisognava bene spiegarlo in qualche mo– do, Il problema fu risoluto concentrando lutte Je responsabilità su J>OChiuomini. Fra questi uomini avrebbe dovuto esserci an– iche Badoglio; ma Badoglio era, in quel momento, il vero comandante supremo del– l'esercito: e fu "accantono.Lo"· Tutto· cad· de ,perciò, specialmente sullo spalle di Ca– dorna o di Capello. ln questo l'opera della Commissione d'inchieslA ru ingiusta, perchè adoperò due pesi e due misure. E iJ Caf>e-110 ha ragione di protcst.are contro i. metodi dell'inchiesta. 1'.'La il libro non riesce a liberarlo da ogn.i responsabilità. Anzi le reticenze, che vi si nota.no, attengono l\lll effetto contrario a qucllC\, che l'autore si proponeva. Il Capel– lo riescirebbe convincente, se volesse dimo– strarci che la colpa di Caporet:to non fu tutta sua, ma. fu anche di Cadorna, 1lon– luori, Badoglio e Buongiova.nni. Non ci con– vince. <1uundo vuol fa.rei credere che fu tut– ta ctcali. altri. Con questo - .bo.diamo bene - siamo lontani dal disconoscere il contributo, cho il Geo. Capello ha portato alla Yittoria ila– lio.11u. L'Austrin 1 nell'aulunno del 1917, era ,,.. L'UNI'TA ridotta a mal partito; la ,·ittorin di Capo– retto non. la salvòi e i successori di Cador– nu e di Capello ebbero da com6attere oon ~n organ1s·mo indebolito dagli sforzi faLli per 1'{'.Sistcreni colpi di Cndorna e di Capello. .'.\Ja d'altra parte bisogna anche riconoscere che i successori di Cadorna ebbero una tt-a– gic:. eredi\à e che specialmente il Geo. Ba· doglio seppe dare all'esercito italiano una orgon icità che esso non aveva. mo.i avuto. La battaglia del Pie.ve (l\rnica battaglia di– fensiva completamente vinta dall'Italia) lu / il suo rpoln.voro. Il Gcn. Cndorna diede , spesc,o dei bellissimi ordini, ma egli non l snpcvn mantcnerBi in intimo conlntto con le armot". Il Gen. BadogJio im'tce dic~·a: 1( ml nccorgo che alle armate occorre abbot,. tonar le brache >1 ed ftVeva J)erfettnmente ragione; egli fece sempre <1uello.operazione cd in <(liest.oconsiste 11 suo grandissimo me– rito. Òuesta è In verità intera. doi Iattì: nella quale il Cnpello, il CMI.orna e Bado– glio hn.nno la loro porte note,·olissima, •·di merito: )la la verità iu.trra cl dice an~he che la vittoria di Cnpore,tto dette all'Au– st.rjJl. un nitro anno di resistenza: e in que– sto successo dell'Austrln., il libro d.i Capello non ci ha convinti che il Cnpello non abbia o.vuto parecchia. responsabilità. p. ,. p. Errata-corrige ~ella prima parte di questo orticolo, pub– blicata nel X. 15 de!rU,µtd è ocoorso un errore di stampo, che ca1>0,·olge il signifi– cato tli un 1>unto esscnlzale. ~cl passo de.Ila seconda colonna dc.Ila se– condo. pagina: 11 E perchè il riassunto della conferenza. del 9 ottobre, in cui si ,·edeva chiaro.mente che, ancora ,·cntw1 giorni dopo l'ordine del 18 settembre, lo schieramento deUo artigl.fo.rie era ecc.essivameoLe offensi– vo. E non fu comunicato n Co.dorna dal comantlo dt:!.llo. 2" Annata? u, va soppresso il punlo dopo la parola "off&isiva 11, e va soppressa la parola li, in modo da !are dello due parti unn unica proposizione in• tcrrogntivn. La correzione è lmporlo.nl< !: percM pro– prio questo riassunto di conferenza del 9 ottobre, nella quale lo disubbidienza di Ca– pello. all"ordi)1e del 18 sctt,,mbre risulta chiadssima, non pare che sin stato comuni– cato nl Coma.ndo Supremo: manco, infatti, nell'indirizzo lo !ormula II per conoscenza.i, al Comando Supremo, Segreteria del Ca-. po" (pag. 265), che ncoompagna tutti gli altri docufllenU. Altre corre1.toni sono ncccsJarie: t• pagina, t• colonna: Invece lii ccmi do– veva occupare Gorizia II correggere: u nti doYeva occupa.re le .a.lt.uread oriente di Go– rizia 11. !• pagina, 2• colonna: i11vece di u il 20 Corpo d'n.rmntn dal vallone.)1, correggere: c( Il .20· Corpo d'nrmata dal vallone del Roth o, t• pagina. 2& colonna: im·ece di II arrivo.– re a Chinpavnno con la sinistra del Zi° Co 0 r– po 11, corre$8i: ti 2i Corpo 11. 2• pagina, t• colonna: im·ece cli « nello. solita direttiva. Ternova-Chin.po, ·a.no- Tolmi– no ,1, correggere: ti nelle solile direttivo o. La· 1otta contro il latifondo La lollll co11tro il lu ti fondo nou è una i1wenzio11e dei gio1-ni nostri. ~ n:~ochin, ùi duemila, anni. E sorù op1>0rtuno, nel discutere della. (< terra ai oontndini n, te. ne,r pres,cot.e anche );1, CtJ1,orieJ11 ... 'la dcl paB· sa.io - dato che In,stori,. P<>"-"'• mai ecr– rire in qualche c.-osa n,gli nomini politioi. Le quotizzazioni A&---cgn..a,zioni di tenute rurali, staeeatc · duj Jen·eni demaniali, furono fatte fra h, JJrinm e I.a seconda guerra ]>unica, (E. OicCO'M'1, li Tmnionto della BCM<Witù nel tn01l(lo a1Ltico, Torino, Bocca, 1899, J>Jl. 272 e se.). La oolouin, di Potenr,a,, per e90uwio, PfoMs~s,. St-on"a (U Roma anti– oo.. voi. I, J)p. 767, 772-73); è fm, il 189 e iI 191 a. C. sono noi<) le leggi agm.rie cli 'l'ih.,rio GrlU:<:odel 134 ,.: C., pc.r le qua.– li tutte le terre di ptLbblica. ragione do– vm·ano essere divise in porzioni di 30 jugeri e flistribuite JJarte n,i cittadini, parte ni tonfederati italici, in enfiteusi · inn.lionaJ,He, purchè i J>Ofiffe.~.ri si. ob- hllgns.sero ad usufruttarc 11> terra,, .-orso unt1i modica, somma. di dena.ro d.t versarsi al puboli.c-o t.e.;,oro.Nota è nn.cbe J;.1, leg– ge cli Rilln,, che a~ava a,i soldati 120.000 lotti di terreno, dei quaJ.i ero vie– ta.la . L1,fW<ione,pro.-enienti in gran part.e d"' dh'isioni di grandi J.l0"8C--"8Ì, (l>IOll· >1sex, II, 295 e 335), e quella di Ginl.io Ce,<,,re che noi 50 a,. C., dcs,ti110,vn,o-lln, ripal' tiz.io.ne tu.tt' o il territorio itaJico, COIDJ)t-c«i molti po,<;<rodimenti n,p,pa,rtenen: ti di diritto allo Stato, cho si trov, .va.no nel.le m.anicli corpom,zioni 1'Cligiose,esclu– f§i i pascoli esth'i dell' ApiJia e gli htve.r– na.li dcl Sannio, (Mo,rnse:<, op. cit., II, 76; DoREAU DJll r.,AMAr,r~E, op. cit., p. 400; :\L LEWASDOWSkx, La qutsti()11, social a Ttomo aJH, t emps àes Gracques, Parigi, 1896, JYJ>. 127 e ss.). , Anche nel periodo i m periaJe si ten.tò ·dividere, allotta,re e t"C."ndere frtttti.fure le terre pubbliche (G1ovAsN1Cun1s, Usi civici, p1-o)l)-ictàcoU,ett;oo e laU,{o,uU 11el– l1 Italia l-Ontrale e nelll?m4lia, con rifcri– tnonto ai dcmat1·i co,n1maU, dd dfczzogicw– ''°• N"poli, 1017, pp. 48. 7'I e pa..ssim). Ma, per non "J)ingersi troppo addietro 11c\ p11~to. un grf1nclioFlO Cspcl-irqento di lotba contro il latifondo è stn.to fatto fra. il ·1soo o il 1880 co1t le Lcgin per la, ever– sione c]el!,. femhtJit,1 e 1>er 1.1. vendita.dei beni ecee.,5 'i.nsti.ci . ' L,1. lerte,,itura politica na1>0letana. del– la sc<·onda.-metà del sooolo :\'VIII formi- cola, di kCritt.od, che c,omhattcJ1do il re• ghnc fcucll:1 le, «. 1-egiroe mo~truoRO e il più opposto nll'nrmouia, t1C>Ciale n (GAr,ANT1, Dc1JCl"izio11rycogmfica e poli/ ica del Re– g11-0 delle due Siciiic, Na1>0li, 1793, U, 102), "J)ingono il Governo a, spoglia.re lo tei·,-e dolh1 qunlit,1 feuchtle e a rendere, in oonsegucn1..a., oomme.r('inbiU heni che, por la 101'0 istituzione o per unu, HeCOla.– rc t1·.1db ... ionl', erano rigua,rda,tl oome ina.– lienabili e indivisibili; pro1>0ngono di ,·end("J·e a, contadini o a, pi~Ji ngricol– t.ori i feudi a p1-ezzi m.odOOikSi. J.uj e me– dinatc larghe a,geYolaiZion.i nei poga.men.– U; doz:nandano (GALANTI, Dose,-rizi<nw de~– lo stato OA1-tico cd att</ -0.lc d er cont\ulo dAl AfoUsc, eoo. Napoli, 1781; Testamento /Of'C'IIRC, Na,poli, 1806), che SÌl1 COll"Cllti– to il rL-c.'1.ttoagli utili JlOS"l)S.soridelle terre feudali. che ,si tro\'ano log,tlmente nc.Ue 101·0 ma.ni , scopo finale di tutte le proposte. di fa,,·ot·ire lo spe1..-zai-si delle grandi J)t'Oll1'ietè.ì,,e moltiplicar'C i medi e Jli.oooli propri<;tari. Pat-ooohi ~Ludios.i J)arlaJllO WI linguag– gio, che a,ntjc:ipa,quasi b1 florurnfa nostra– na, della e( terrn ai contadini». « Vm-1te tenuto incolte o m.al coltimte » - 80-rive G. Palmieri (Pe11-1tic1,; poliUoi ,-elativi al Reg11-0d·i. N "'7>0li, 1789, Jl. 120) - « si trol"nno nel Regno, le quali meriterebbe– ro di ""8ere distribuite " coloro cho .-o– gli:wo e 1io-s.-sano meglio coltimrle, quale O'II)(l'(lic.nte nooessa.rio per l" ri.ochew,1, dellai }faqJone». « La, pt-op·rietà delle te1•1-e » - ~ndo Fra.nce.900 Longa.no (Viaggio per la Capitanata, N"poli, 1790, pp. 219, 220; Vi<iggi-0 per lo Co,.tado rU . Molise, Napoli, 1788, pp. 129-31)- « si dovrebbe dare " chi la 1>uò fa.re ben va– lere, e 110n già a. sfa,tica ti o a.gU nlunni dcl.l'a.ccidia. Per questo unico e facile mc,n,0 J)Otl'ebbonsi non che monti e ,,a,lli il 1>im10 fi'tesso a,inn1iN11-o verdeggiarnti d'n,rbori e a.rriochit.i cli ogni genero di frutteti >1. « Si obbl.ig.h.i qncl propriet.1,. rio» - in.cnha Filippo Brjga_uti (Es(llme cco11omico tùl sistema ci·vile, 1780, III e<lk p. 19) - « e.ho misuro. il suo rnsto dominio <·oll'oriz1.oute, n, fflrne p:utecipe qualche in<ligent.e, che uou ha d_ove im– piega.re lo sue h1 ·aoc.ia , e ~ubito f:i rende– rti.,hL C'n,lmrt1 a, due citt.ndiui, l'm10 ~bia,e.. ci"to cla,I gr,i.n fa.rdello dell'opuleoz.-1., l'a.ltl'o nmelont<:sotto il O.ngellodella mi– eeria, ». T,a, ri.p:1rtizione delle tc.n-c ra.,o– rirobbe. llOCOndo il Delfico (Di~oorso s,1l Tarnric1"(" di Puglia e su la "-eccs~ità <I• , . aboli,·c ii ,,;slcma àogmwlc pt'C8C1.toe ,io,. d-00·,ti luogo a, ,r-ess1111a te111,por01ica -rl/<>r· "'", :'iupoll. 178 , Jl)). 26, 27, 28), la, pub– blif'!:l (JUi.et<'", « distruggC't~bbe t..'U1ti pa,. ra~~i ti della sodetù " : creerebbe eoc_ondo l'opinione ciel Driganti (Esame economi• oo, J}J>. 102-3), lu pie-cola pro1,.iet,\, « f11- 1-eùbe ph) :lffe1.ionuto l'uomo alla. t.errn,• la, t111alf\,in tnl l?"Ui:--11, soltanto, risentj- 1-ebbe Il' hf'nffi('l1f" influen1,e delle curo a-s• ~idnc- del JH'Opt·ict111·io, mintire, consor– , nih.1 in rnuni gigantesche, o Languirebbe negl<'ttn ùnl pos..~(\',t,,'Ore, o rinuirrebbe ~1 nsta da i :,i.ttOI c-om.miessi ,.. « Do,·e le le,,,")!'i f:L1-ori"'•-0no l'agt·lcoltura - 80-rive il Filangieri - do,·e i-oo.-tt1mt rlspettn.,w il <·olth·at.o1-e. don• il prop1·ic,ta1io lnuuj- 11rnte a..1 la,·oro vh·ifica, il suo cam.po, \ivi IA JH'O-~pc1·itù della cl,1~se eolth-Ittlrit;e si ditro11<1rin tuttC gli 01<lini dello Rt..tn. id il t'Oll$o.tU110 rimti.J1m, la nuova, produ• 1.ionc, id l"nbhonòan1.a rcru:le floride le arti. iri In nazioJ1e aA.::,qnist.a, nuo,ri rami d'iu,]ustriu. :SESSun progreS'J() agricolo ~, inn~ce, po,'iltfibiJo o"·e aJ.la. cultmm non va.– da.no uniti i preziMi diritti della. pro– prietà.» (La Boien"" della /.cgisluzioffe, Napoli, 1783, III ediz., ,-ol. II, p. 130). « Come mal - chiede un a.noni.mo (cit. in Trmro~E, Frudll': e dcmam.i, evcrs,".<nw della fe,ulalità 11ellc pN>IMICie napoletane, Mi- ' laJJo, 1909, p. i33, n.) -;--- gli agrfooltori possono ooltivo.re e perfezionare l'ogri– ooltu.ra ., se non 9000 essi, in venino, pn.r– oo, i proprietari delle terre? Agricoltori sen7.a, terre non noecono nel nostro glo– bo: è q.n contraddittorio m politica. Co– loro, che coltiva.no gli oJ.1i"i ter.re1ti, non sono e no.n"'3rura.nno ma.i esperti coltiva.• tori, ma, stupidi coloni, men::euadi cd in– felici, in.capaci di oondw.ire a perfeziono un'arte che non f111tta. loro altro cJ1e 1n. miserfa e la OJ)J>.re.o:<ione. In te,_,, te i coltivatori con lo stimolo effka.ci. .,rimo delùi, pro1>riet.à, ·date le terre a coloro che ne son privi, e sub.ito vedrete oolti– va.t.o,i a,bili, attivi e industll'ios·i. e sut,i. to vedrete l'ogriooltur" giungere co11 ra– pi.do 1>rogrcS80 o.Ilo, perfezione. Vi YOno in quasi tutte le Università te11rcnl iJn. mensi e stermina.ti, i qua.I.i "PJ)Urteni:o• no a, tutto il popolo: or qual uso 111iglio– re se ne può rru-e, quanto il dh-iderli o, censo n, ta.nte famiglie povere ooltlmtri– ci, per solleva re dallil, m.i.seria. quella, cùu,. se numero,~®= di uomini, che per la eun, prof-1one è ta.nto u file allo R tn.to e che produrrebbe la J>Ubblico.riochezz... se cliveuisse p1·opl'ietn,ria, di quei oorre– ni? )). (Si rcdano anclle: F. V1LLANO, L'o-· zio autu11-11alc, ovt.'Cro ài,8001"8i econom-1ai, 7,olitici. pnrte 2, Napoli, 1768 e 1770; Dr GE~XAltO, A1111m1a, 08Sia piano eoono– ,n.foo <U 1>«-bbwca ~sistetrm, 2" edw., Na.– J)t}li, 1785; P1·a110 ver la riforma dei ti– toli di l-egisla,:i/)'11,1)rclatwi al l!rilmto, Na1>0li, 1792; M. l"Enn1so, Le:ttcra a,t un BU-O amico nella quale· si cpnt!en,gooo Gl– cwno stw t·iftcaaioni fatte i1i. oooa8'ion.i di ,,..,, s,w b1-euc viaggi-O -per alown,i tuogM' della Puglia,, Nrupoli, 1793; O. SPm1n, Hiftcssioni. r,po,1-0miche politiche <U""' oit– tadhio ,-eia I ice alle d,tw provincie <U Ca• labria, N~1,poli, 1793; N. Y1v&.Nz10, Oo,n.. sùicm::i-011,j. ,u.t TaooUere della Puglia, N:,1>0li, 1796; ANTONIOLANZ11rrA, Ri.fl••· ltion,, cço,w1nfoo-poli.Uchc -per lo RegM <U Na1>0U, N.. pou, 1806). E sotto la proasione di questo movi– mento di idre, per qpera, del Governo di GitLSCJ)J)eBonaparte, si ebbe Ja, legge s,ùl"ernnsione d<:JI" tonda.lit:\ del 2 84l0· sto 1806 °intt,gmta dall'altra. del 1 set– tembre dello ste...i anno, per cui ru di– sposto che tutti i dema,ni cli qualunque nn tura,, doYera.no essere d i\'i.Ki. tra. gli a..vcnti diribto e .rim 'n.ne -re in libera. pro– priet.,\; la pnrte spettante ai Comuni, (unin 1 rsHas) clo,•evai essere qnotiz.zatn. fra, gU m-=unri rers;o il pagamento di on ca,. none annuo, p1,opon ,ionn.to al valore del· la quot"; ordinata. la. separazione in m.a,s. sa delle te1TC dcnumiaJi, e la, euddivisio– ne fr" i cittadini dell.1, pail'te spettante a.i C-Omuni; da. tali su.dd.ivisioni era.no oocluse soltanto le terre ;iteuute incli– spen,;abili nll'csercfaio di diritti di lego.a e di pasc·olo, e le terre in, pendio. per le quali fosse 11ecessa.ria lo. tenufa a. bosco per im,Jierior,e e-sigenze di economi.-. sil– ,nna,.

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