L'Unità - anno IX - n.8 - 20 febbraio 1920

30 Il lt1t.ifo11do e <'Oncepito comunemente co– me una estensione sterminato. di terreno, appartenente tnttn 3d un solo pt'opricturi'l, lasciata quasi incolta dnlln incuria, dal);. ignoran1.a, o dalln. mnncan.m di cnpitnle 2 di U\'OIIO, l(Uantun(fUC ubbia p0li'll7.irtlmc1J'C 11 I<' altitudini ad essere ooltirnto "On.. ~11rr,-..,.,c, P immedinto.mentc. '.\la per non essere fuori dello renllà, bi– sot;na a.ndare ad alcuni fatti. li primo, come osservo il Valenti (l'ftolia or1ricolfl, p. 174-75) è clic il latifondo non è quos.i mai costituito do 1111 s.i~tcmn di ter– reni di uniforme ginc:ituro e composizione, mn. si p1esento 11ellesue diverse wne in con. dizioni di suolo, e hllorn anche di clima, assai' svariate: \·i sono, infatti, latifondi che dalle spiagge del mare ~lgono alla vrtta dei monti, raggiungendo una eleva– zion<' anche superiore oi 1000 mrtrl. L'altro fa.Ho è qu<'Slo: che i Inti fondi sono in genernle coatit11iti da terreni, in cui la. culturn estensiva .granaria è associato ulla past.orizia, con prevalenza de.ll ' u.na o del– l'~ltl'a, a seconda della natura dei terreni, o df"lle esigenze d'e.l mercato. lnolt.re , non è da crede.-re che grn.nde pro– pri"tà e cultura accentrata coesistano sem- 1wr. Ciò, nnzi, o.vvi!enemollo raramente, so– pro.ttutto lluando 1nolto esteso è il latifon do. In Calabria, p. es., il latifondo è un cornplesso di piocole imprese, tante quanli s011o gli spe:.:oni., !Ilei quali es.so è fmiiona. to. Proprietà, che sorpassino i 2000 o ~ ett.nri, so.no di regolo. divJse in stati {fatto– rir) di 300 o «:IO ettnri, cln.scuno dci qunlt è affidato ad un solo industriante {Tnchie– sla, voi. V, I, 11, pp. 153-55). In qlllllchc zona. del Tavoliere abbiamo, accanto nlln • gl'nnde e alla grnm.Ussimn 0.7.ienda, mas– snri, che coltivano i111tornoai cinquanta 13t• tnri di ~rrcno, spezzoni di latifondo (In d1irsta, voi 111, t. I, 1>p. 19-20). Nè òivers'> t' lo 1:itu!o dcl latifondo in Busilicaln. (Tbicl, voi. V, t. l,pp 95 e scg.), e in Sicilia. Tale l1h;Sione del lnt.ifondo ht piccole aziende, non ·è unn novitit. Anche pres3,, i nomnni, ne.ll 'er<H'O.imperiale-, se rimn~c il latifondo, se s'ingrnncliron'> propriet.l che, al principio clelln repubblica constr-.v.1. no eh alcune giornate soltanto, cessò, con.e IP ricerche del Rodbertus hanno Jim-0strnto (J>n la storia dell"ecoh,:ionc ayraria, pagi• ne 458 e 459--60). c~sò l'azienda Jatifondi– stica, e la terra. fa concessa in affitto, oon corrisposta in naLurn, o in ,parcelle, per lo più a schi8Ni, come si diceva., cc cnsn1f 11. Il passaggio dnll',oconomio del lnt.ifoodo a quella parcellare s'ha. del periodo fra li vf"rrtlio e il giovine Plinio ed è quasi gene· rnlr circa il tempo dlei giureconsulti clns- 1oici. In oond.izioni non cprtere.nli ci si presenta modernamente l'Irlanda. Definito cosi il latifondo. domandiamoci <ru:rnli sono nel 1 )·lci1,e,giorno i latifondi e <'Ome sono disLdbuiti? Quanti sono I latifondi 't Portendo d1J,ll"ideo. che la Commission(' parlamentare d'inchiesta ha data del la.ti – fonclo, che çsso cioè non corrisponde ad 1111 concetto g,eometrico, di estc.nsione unita poS~l"'duta dn un solo proprietario, ma ad un roncetto economico·~ialc, i cni elemen– ti fondamentali sono il predominfo asso– luto della cerealicult.ura, associata al pa– scolo, l'unità runmin.istrn.li\ 'a, una esten. sione variabile da 200 a 1000 e più ettnri - trnuandosi di alt.ri generi cli cultura è O\'vio muti il concetto del latifondo ~ ecco i dati forniti dalrultima Tnchicsla parlamentare (,·ol. V, I. IV, P- 217 e seg.): Provincia .p,uilicn," Pokln·.-.a Cnltlbr-it1 Coeen11::1 CatAuaaro Reggio JJicilia Calt.a1t.lsett11, CatAoia Gi.rgt1n1.i lleesint. Palermo Sincuea ,, Trapani P.,tco,lone totale d.oi latirondi ettari 196.5111 71.261 18.160 11.370 100.71'1 HH.807 149.749 90.436 50.391 170.7S2 76.Sl6 ···•9_:_ I 7t7.727 28,2% ~r% 17% 26% 41,7% 30,7 % si.•% 18,9% S5% ~.9% 20,2% Cioè compl.essivament.P- per le Lrc regioni, l'estensione towle dei lnt.Uondi ascende a ettari I.015.039. Per la provincia di Foggio (Tavoliere del- e ino 81 L'Uì'\ITÀ lf" 11f1ghc; non ribhia1,10 doti statibtici prc· l'.iSi n{"i \"-Olnrni drll'/ncltit•&tl, parlamentare: ne ci e stato po~si.bile l'itrovarli altrove. :\1a possinmo sicuramente affcrmnre che, sah':> :;etto Comuni, in cui pre\"nJr la media pro~ prirtà, in tutti gli altri, dw sono i princi· pnli, c-ome 'Foggia, Cerignola ccc.. domin11 In itrtlnde proprietà.: sian)() nelln. zona deHa cc grande azienda granifera 11, com'è designa• 1a dal Presutti (TncMeslr,, lii, t. t, pagine I~, ~5). '\pile altre prmrincie del ~1czzogiornc, i lntirondi rnpp1·esentano una ccc<"r.ionP tr:1- sc11rnbile. t'n mil°ione di ettari formano una bell9. 11111.~'m. ~lo quanta. pnrte di que.sto mili'1nc lii rttari può essere colh\"al .. 1 più intens;1- mcnte? !)all'estensione tota.le biq-na sollral'l"c i lnlifondi o c1uelle parti di essi. che per legge clc\'ono essere lasciati a bosco. Ecoone i dat.i (.per la Sicilia le cifre soni) ricn,·nte sommando le ar<'-C dei terreni ~, hosco r a '!'nacchia vincolati e svincolati, l'lportnfe nell'Inchiesta ciL, voi. VI, L l, pag. 150): PrOYÌnCÌI 8oKO ettari Potenu., 60.:118 C11labt-i«. • • f Co&&n'&l4. 19.218 I c.....,..,. 5.~9V Reggio • l,95~ 27.171 . I Caltaoi.1ett1t. • 9.74.1 I !\P,2'.U Cat311i11. Oirgenti. 9,,&\.I~ 11.u~l•a.. 8.~.001 Palermo. !'i!\,897 Si.racuaa. :1 5.S88 l Tnt.J)&lli 9.26; I ·1 :!S0,001 Cioè complessh-n.mcntr ettari 317.520 per le tre regioni. BiE-Ogna ancoro. detrnrrc dalla massa q11iei latifondi o parte di essi, che sono già a ouHuro specializzate, per es., a ~neto. I .o cifro sono le seguenti (per la Sicilia i dati sono desunti sommllanclo le aree delle u vigne 1, o deUe o altre cull.u re o riportat.P, nel voi. VI, L 1, p. 352 clell'/ucliie&la par· lame11lare. Ba1ilict1l11 Colnbrte. l'ro,•ineie P0Lell7.:\. C11otaoia . Girgeutl. M'easio& • SinlCll.!!llt.. 'l'rftplllll • I c., ..... ,peoialh,aate ettari 18.909 10.728 2.761 19.01" 28.2.-:1 8.99i 14.355 5.6'.?8 l.li4 6,t.W.,O in tutto ettari 10-2.873. I veri latifoadi Il ln.tifondo vero e proprio si riduce alle Lerre lascio.te al posr,010 permnnente e alla. cultura dei cereali. Le statistiche ci dànno le cifre seguenti: .... , ,r .... ; . ,. BMilfoola I Poteou. Calahr(e Co11eou , Cat11,01..aro I E1tenaioo1 de ~~ifondi • nereali 1• puoolo Totale ettari ettari euarl 65.818 !S1.U6 117.264 1~.962 28.S5~ ◄l,Sl5 4.614 4.786 9.,&00 Hbggio . • ~,~ ~ 19795 _34.8!!.. 54 !06 CaltamueUa 88 77S Sii S45 127.113 CatauiA • 87.887 47,099 114.486 Olrgeoti. 6.'UOO 18.28·1 81.S.8◄ Mt.Min", ~.ll0 ~6.4SS 35.5(3 Palorlllo, 78.hJl -14.894 122,995 Siraou11a. 40.716 ~5.778 86.4114 'l'n1.pani, . 80.679 1 IS.'138 U.117 Si7.S66 1 m,215s-\G<ri.1:i-1 • neo In totalC', i latifondi n sc>111inn clln Basi– liC'ntn, ne-Ile Calnbric e nella ~io:ilia, cioè nelle regioni do\"e predomina il latifondo. a<.cendono a cttnri 463.479; quelli a pascolo ~. et1ari 300.l...93; e complessh·a1.-ient-e n rt• lori 76Ul02. Queste cifre sono alquanto dl(ferenti da •111elle, che si ottengono sottraendo dalla i•stc.nsione iotale elci latifondi {rtt. 1.015.039) l:l estensione dei latifondi a bosco {ettari :;17.520) e a culture specializzale e a ,;gno. {C'lltlri 10-2.873). Eseguita In• sottrar.ione, rn rea. dei hllifo11di a rnuncnto e a pnscol,l ri$oiullercbbe di ettnri 59i.6i6. I.e tR\"Olt>' sta.. tifitirhr ci dànno, in\'ece, complL!,Ssivamen– tr ctL 764.002. La differenza, òl ctt t69.356, ,··è spiegntu dal fatto che )(I' cifre dei lati• fondi n pascolo reJative alla Sicilia si rtle· riscono non solo ai latifondi a pascolo co– me 'P"r la Basilicata e le Caln.bric-, ma. anche al lntifondo cosiddetto incolto. l.,._1. C'iJru. di 169.356 è a.lquanto ,•icina ai 000.000 rttari di terre incolte chC' il Valenti attribuisce nlln. Sicilia. Può e~sere quest>1. 11na prova indiretta. che grandissima pa:r'te delle trrre incotte sono in Si.cilin. a 1ntiroodo. Finalmente occorre ricorchi,~ che non tutti i lolifondi.s[i sono pri.t•ali. Av\"eirlC' t! ~itti (fnchinta parlanie11tare, \'OI. V, L III, pa;,,g. IO e 217) che tale cifrn ,·n ridollA an– <'ora di tutti i latifondi su cui le popolaiioni hnnno clirilto di e~ercitare gJi usi cidct, e nncorn. doi latifondi appartenenti n tutte l" ditte cntnstali co1letth·r e ~pratt.utlo ni Comuni. Fntta questa n11<n-a ridur.ione, si hnnno i lntifondi pri\!nU. )fa ni fini del pro– blPmn, che esaminiamo, non ho. alcuna lm· 1•ortnnzn la distinzione fra lntirondi pub– blici e latifondi pri,·ati. Tanto di front.e ngli nni, qnnnto di fronte a.gli nitri, il pro– hk.>-ma dn risol\·ere è se f' come si )>05!.ll ot• tenere dA. essi una più intensn produzione. Orn. un prima ossen·a-z.ione da. rnre è chi non Bi possono e non si devono dissodare moltissimi pascoli. Abolire i poscoli, pn nrn.rli, vuol dire in moltissimi cnsi distr11g– ~<'rt\ terre sode, poste sulle crest.c di rilievi drl suolo, <li collinette, e rnrvorire il dilavo.– mento, la distniriooc della sottilissima cro– sta. di terreno coltin\bile: significherebbe aumenlarè l'impoYMimento, l'isterilimento. , <li non poche zone. )fottrre a cultura i pascoli non rlsoh·e– re°hb<' il probl('ma di dare nll'ltnlia j 30 mi– lioni circa di q,ùntali di ~rano di cui hn lfr~~no, oltre quello che ,;enc :ttluolmielnt~ prodotto rei aumenterebbe l"rstf'nsione cieli~ tf'rrc in cui la ~raniooltura vi 'e.ne csncitatn. senza tom:\,conto e i.n condizioni sfavorevoli, tnnto che in" alcun.e plaghe il prodotto è di poco AUJ><'l'iorrali" due sementi <' non rom– prm~n nemmeno, detrA.tUl la ~<>1ninA, il la– ,·oro dell'o.griroltore; si clarebbr n OC--nto il modo di \'ivere misèram,ente sul poco grano .. che c..1..,•f'rebberodal terreno messo n rultu· rn. mn si toglier'eibbe a mille df'lln cnmpn– gnn e d.clln città, il ln.tte, In. ra rnp 1 In. lann, il rormn~io. • li problerno. non consiste - C'Oll\'iene ripr>. IC'rlo continuamente - ncll'allnrgnre In 1in- 1>c-rflciedeslinnta al rrumc.nto; ma nel col• li\"arr bene. u Si odono da.ppertulto lagnan 7.e contro In climinmr.ione delJ'arca. oolth·ata a grano, rhe ora. d&-\"ebattere intorno a.i quattro milioni di etto,;. La \'eritit è, - nota\"n l'Einaudi sul Corrieri' della .Sera del 27 dicembre - che 4 milioni sono troppi; e che hnste.rebbero anche 3 t fossrro colti– vati a clO\'<'re, con buonj arn.tri, semiJintrici, huone semen1,,;e e concimi chfo1ici n. suffi– cienza.. Se lo. produzione mcctia. JOsS(' cl i W quintali, si avrebbero 70 milionj di quintali di frumento, più che sufficienti prr la no– stra alimentazione. Seminar meno ,. coltivar bine: ecco il nostro progrn.mmn.n. Terre e capitali In conrlusionc, lo terre a latifondo colti• \"a.tea grano o non coltiivnte affatto, eh(} per non essere a bosco o a po"Seolo potl"ebbcrO leoricmnente csse,·e meglio coltivo.te , non ~lll>C'rllllO i 400,000 ettari. • .\la ollorchè si parla cli trasforma1..ioni ngricole, la pflma necessitu è cost:ituitn dai capitnJi. _ , _ _ Lo spc"'e mn.gg1or1 non sono oer to nch1e– sle <lulrnc<Juisto della terra. Questa - come· u.i.werte l'A1Jmonti (TL Me:.-zogiorno t,grario, p. 5:2), col quale è d'nccol'do il Gu~rrazzi (,nella Terra, aprile 1918, n. 4) - è piuttosto un non \'<tlore: al pitl può giunge.re da 50 a. 60 lire per ettaro, quando si tratta di lati– fondo ugrarìo. Le maggiori SJ>eSO sono as– sorbite clnllu sistemazione genero.le del suo• lo, perche questo sia reso ntto al nuov-o ge– ne1e di cultura: soprattutto i tratti disor– dinati, rrnnosi, scoS<:csi di certi alti twcini, rictrt('dono sacriflzi non lievi. Una primo generale s'iBtemaiionc del ter– reno richiedeva, secondo i calcoli clell'Azi– monti, prim:t della gucrrn, n.lmcno un ml· glinio cli lire per ettaro. Oggi bisognrrebbe :ilrncno t.riplicare la cifra. :\In 11n·:~rirolturn intcnsivn è inconcepi– bile :-,t•ma il bc::.liamf\ scnzu sto.Ile, fienili, S{>nta ('.08{' coloniche, se11za strnde di cn.m– pagnu, senza macchine, senza at.Lroz.zi ru~ rllii, senza concimi. Stando ai cnlcoLi di lUl cornpclcnte, il Cuerrazz.i (La Terra, aprile 1918, n. i), occorrerebbero pe.r tiutto ciò al– meno ~,000 lire per ettaro. )Ian~cncncloci entro· questi cnll"oli mode– sti, tra~ul'Rndo per ora il 1,roblemn <l<"l· l'at'(Jua potabile, dell'acqua pf'r irrigar.i.ami e di nitre difflcoltit contro cui dc·..e com.– battere l'agricoltura merMionale, occorro– no, dunque, almeno 8000 lire per ettaro; cioè, ,·ol~ndo ridurre a cultura intensiva i soli 400,000 ettari circa cli latifondi a. ce– ren.li , - è inutile e dannoso, lo ripetiamo, pensare a dissodare i pascol.i - occorrereb– be una sommn che si 88gira intorno ai tro miliardi. )la occorrcn\ anche sistemn,~ i bacini montani, rimboschire, restaura.re , come si dice, lu. montagna, combntlcrc in pianura eontro la mularin, Sf"non si \"oglion.o but.t-0.r dalla finestra tutti i denari. E anche qocsti lrll\'ori in1porteranno ingenti sp:ooe. ~upponinmo che si trovino i cn.piWi oc– <·oi-renti ~ nssurclo illudersi che lo. t.ras.for- 111nzione n,·yenga in quattro e qunttr'otlo. I.a terro l' lenta o. crunbia.r figuTa! iEppoi non ci snrà mai lecito illuderci che il )lez.zogiorno cl'llnlia 1>ossnclh·entare una -coconda pim1ura pAdann. Non ci è lecit., illuderci che il )lezzodi pos88 raggiunger:,, sia pure- in un cincrun.ntennio, lr maf{nifìche produzioni di 2.t o 25 quintali cli fr1uncnto per ettnro che si ott.cngonC'Inelle pro,·incie di RO\igo ,o di Ferrnrn. Perrh~? Perchè - piaccia o non piacC'ia a.i nostri retori - l'Italia meridionale è 11n pa~ nnturntn,f"nte pon•ro; povero oer la sietiià, pO\"<'l'O pf"r la mn.lnrin. )la di qu<'~lo, a un altro articolo. R. Cu.so. L'etema stc,ria Un decreto del 28 noYembre 1919, n. 2405, ha istituit-0 presso In Presiden7..a. del Consi– glio un Comitato per la conccSBione. dei mu– tui di fa\"ore per l'esecuzione dei lavori pub– blici urgenti e per combattere la disoccupa.• zione. Tale clrcrcto stn.Qilisc<' che il termine ultimo prr In pre9enta7,ione cleJle domancle da partr, dri Comuni inte-ressn.ti scade il 15 febbrnio. Le istruzioni relnth·r al decreto furono comunicate con notevole r:.itnrdo alle Pre· retture del Regno e molte Prefetture n.Jtn. Iorio ,·oltn. hanno trascurn.to cli impartire subito IP nccessnr1e istruzioni, con-..e l'ur: genza J"impone\'R, ni \·ari Comuni delta lo– ro ~i·urisdi1.ione. Oggi, 15 febbraio, tcrmin{' ult.imo per la prescntmiont' delle domande di mutuo nes· sun Comune della provinciu. cE Reggio Co.– lnbria. ha. n\"uto ·comunicrer.ione da parte della proprio P.-erett11rn deUe istruzioni ri– guardanti il decr\Cto: solo pochi Comuni, che hn.nno potutl'I procurnrsrle diretta.men– te, sono riusciti a presentare in tempo le proprir richic>ste. Tutti gli altri sairanno co!l-ì pri\"nti clf"i noLP,·oli benefici del decre– to .se nnn ~nrù conre.ul, unn. proroga che .ti im.ponr in modo auollLlo 1>erragioni di giu– stizia soprntnlto per le provincie del Mezzo– giorno e in ~pccinl modo per quella di Reg• gio ancora. rosi indietro nell'attua1.tone ciel proprio pro~rnminn di opere ,p11bbliche. ILCONVEGNO·DELLA L GA èslabililo definitivamente nei gior– ni 28, 29, 30 marzo, con J'Ordine del giorno già annuncialo. I IOCl della Lega sono viva.monte in\'itati n mettersi in re– gol"' col pngamento della- qootn. aunua, di associazione (minimo sci lire), inTia.ndola all'avv. Mario Rubini, Piazza Cola ,li Rioor.o, 6H, llomn .. Lo ftnote di associazione n.Uu lJega non eono <ja confondere coi contributi allo SL)C&e pel con\'egno gPnerale della Lega, per eai aprimmo mm. :,;otto~criziono spcciule. Indi– rizzo per l'invio cli c1uesti contributi: Co– mitato p 1 ol Congresso di Rhmovamento, Vi,&. JJI Novcmhre 154, Roma. 'l'utti gli abbonati, che non abbiano pagato l'abbonamento, sono vhameate pregati di h;viarne l'importo al più pre– sto: ciò 11ernon aggravare 11luoro del– l'amministrazione con l'invio di circo– lari e per evitare inutili spese postali.

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