L'Unità - anno IX - n.7 - 12 febbraio 1920

d~lla Pace, si debbono ricercare nel fatto che le idee dei partiti e degli uomini politici sono in arretrato in confronto della complessità della società contemporanea; e che il pro– blema del regime rappresentativo va aggredito non con l'aiuto di antiquate teorie politiche e giuridiche, ma con queJlo della psicologia . sociale, che ci conduce ad osservare in che modo si comportaoo gli uomini in pratica quando si prefiggono fini comuni. . .. L'essenziale, cioè, è distinguere tra la folla e la società. La società è simile a un comitato, che studia un problema e che vuol arrivare a una soluzione comune. Ogni membro non vi si reca semplicemente per imporre la sua idea ; se no, gli basterebbe scrivere una lettera ; nè vi e:i reca solo per far sue le idee altrui ; se no, basterebbe farsi scrivere lettere eia altri ; nè tutti vi si recano solo per fare la somma delle idee loro con quelle degli altri. In og~i comitato, che funzion: bene, ogni membro contribuisce quakosa di suo, che entra in azione e reazione con ciò che è cÒntribuito da tutti gli altri : fino a che si arriva a una idea nuova che include il contributo di c-iH• scuno e che, sptcie nelle deliberazioni una• nimi, ognuno riconosce come sua. Questa è P idea e la volontà del gruppo; DQD è un mero compromesso, è una sintesi. Non è un mero risultato della suggestione e dell' imita.. zione come avviene in una folla ; ma è il frutto di un processo razionale, è l'unifica• zione di molte differenze, è una creaz1f111t in comune. In ogni gruppo sociale la vera volontà non è quella espressa da1la maggioranza, ma ciù cht: maggioranza e minoranza hanno in comune, e che impedisce a questa di sece– dere da quella, nonostante le divergenze ti'a entrambe. Il problema della conservazione e del progrCS90del gruppo non è quello di far pre• valere la maggioranza sulla minoranza o vi• ceveraa, ma di accrescere il loro patrimonio comune. Il governo della maggioranza è il miglior sosUtuto pratico in ,aso di mancala unam#lilà, specie se il controllo della mino• ranza contribuisce a determinare l'idea della maggioranu. e a renderla più comprensiva che alt:ilmenti non sarebbe. Ma è un sostituto efficace solo nel caso, In cui l'azio~ '1 11 rea• zione tra maggioranza e minoranza evita una , sopraffazione dell'una e deJllaltra, e accr~c le loro comuni aspirazioni e corrobora la loro cooporuione. Se cosi è, è chiaro che ogni gruppo so– ciale è tanto più vigoroso quanto più ogni individuo, 1 'cht lo compone, vi contribuisce con pensiero e volontà cosciente e autonoma, quanto più è attivo anzichè passivo, e quanto più il suo contributo è dato. non per como-– dità il\dividuale, ma per amore dcli' idea c<r mune del gruppo, e quanto più egli stesso è pos• seduto da questa idea comune al cui continuo arricchimento contribuisce. Nel gruppo, che cosi funziona, l'individuo, obbedendo al grup– po, obbedisce a sè stesso, o piuttosto afferma sè stesso. La volontà del gruppo e la sua sono identiche. Que4ta è la base dell'autogoverno; il quale quindi presuppone nell'individuo un grande senso di abnegazione ,·erso il gruppo. Il gruppo vive del sacrificio perenne, con cui la coope– razione de' suoi membri lo ricrea di con– tinuo. Ma ognuno di noi non è membro di un solo gruppo; oltre che alla famiglia, appar, tiene, poniamo, alla città 1 a una società o per gl' interessi professionali, a una società com– merciale, ecc. Ogni individuo è membro di tanti grupp1 quante sono le attività spirituali, èi cui ha bisogno. E tuttavia nessuno di que– sti gruppi e nemmen'o la loro somma esauri– scono tutto l'individuo. Essi invece hanno bisogno d1 essere armonizzati cd eventualmente protetti gli uni dagli altri. Di qui lo Stato. Il quale è p~r esso un'espam,ione dell' indivi• duo, nella misura in cui questi con~rihuiscc all'attività dello Stato con tutta la esperienza che ha acquistata partecipando ai gruppi mi• nari. E nella misura in cui contribuisce atti• vamente all'opera dello Stato, e l'individuo obbedendo allo Stato, ubbidisce a sè stesso o piuttosto afferma sè stc8so, pur quando obbe• L' UNIT-(\ <lisce a leggi che gli sembrano ingiuste. Per• chè il rispetto alla legalità in un paese libero è riconosciuto come un interesse superiore ali' inconveniente temporanto di sottomettersi a leggi ingiuste. Ed ecco dove si chiarisce inamissibile il concetto del deputato delegato e del relativo mandato imperativo. Qual'è lo scopo del Parlamento? E... primere in termini legali la volontà na– zionale : c oè non la semplice volontà della maggi~ranza !.ulla minoranza, ma quell'idea - su di ogni problema - che riussume il contributo di tutti, almeno in tal misura che nessuno creda valga la pena di ril>eJlarsele, se ha fede nella possibilità. con la propaganda, di migliorarla. Ora il Parlamento non potrà esprimere tale idea e compiere tale sintesi, se i suoi membri sono meri fonografi di folle accla– manti o -,chiaruazzanti nei comizi; se non sono interpreti coscienti dello spirito dei grup– pi sociali 1 da cui e1\1ergono. I deput.).tl non possono st,vir bene l'idea comune in Parla• mento, se non sono s~n.,• coscienziosi ed effi– cienti di qudla che è l'idea comune ai vari gruppi locali, professionali, culturali, ecc. da cui emergono i strvi cioè non della mera mag– gioranza numerica, ma dell'idea che in ogni gruppo e in tutti i gruppi ci'un collegio p<r litico unisce maggioranze e minoranze. Perciò i deputati devono, se occorre, in nome dello spirito collettivo che li ha fatti eleggere, vo– tare contro l'intimazione di questo o di quel comizio di elettori, Ad es. un depul.tto ope– raio deve saper it'lttrpretare lo spirito non solo della sua lega, ma di tutti i suoi elet– tori ; un Ministro operaio deve sentirsi re- . sponsabile verso tutto il paese, e non i<>lo verso le sue organizzazioni operale. Il depu– tato non deve essere una mera macchina, che serve gli elettori, i quali lo comandano i deve essere, o piuttosto non cessare di essere un """'o, che serve l'uman,~à in altri uomini secondo la sua èoscienza. Deve al suoi elettori sopratutto di riflettere la sua coscienza. Il rapporto che lo lega ai suoi elettori~ dev'essere non un rap– porto servile, ma un rapporto di comunione di spirito, che rispetta la dignità umana in lui e in essi. Se no, il Parlamento - come ogni gruppo sociale minore - cessa di essere un organo di sintesi, uno strumento per scoprire e,d attuare, rhcdianie la cooperazione tra mag– gioranza e minoranza, la volontà collettiva, obbedendo alla quale ognuno afferma sè stes• so ; - e degenera in una mera Camera di registr:i.zione di sopraffazioni reciproche, vio– lente o mascherate, la quale finisce col legit– timare ribellioni e preparar guerre civili. , Nessun sistema elettorale, ncmmeoo la rap– presentanr.a proporzionale, serve a scoprire e à cre~re la volontà collettiva, se questa non vien preparata prima nell 1 associazi0Qe profes. sionale o di mestiere, pot nel gruppo muni– cipale, indi nel gruppo regionale. La pratica dell'associazione insomma è la condh.ione es– senziale pel funzionamento efficace di qualun– que regime elettorale. E non basta associar~i con coloro della nostra stessa cl~sse 1 categoria o maniera di pensare, sebbene ciò eia necessario. Occorre anche che sia organlnata sistematicamente la discussione fra persone :di classi diverse, e specie fra I loro migliori : fra proprietari e fittabili, fra operai e indmttriali, fra operai e contadini, ecc., In opportuni gruppi locali, si che i varii punti di vista si incontrino e si compenetrino, e i rappresentanti emergano nelle persone di coloro che sanno meglio interpre– tare l'interesse geoeralc in una data direzione: chi nell' igiene, 'chi nell' edilizia, chi nel- 1' educazione, chi nella legislazione indu– striale, ccc. Il vero rappresentante non è un pedisse– quo, ma un ltader. Non segue, ,lè comanda, ma guida; illumina e dilucida, non abbaglia. Non domina con l'imporsi,· ma con l' espri– mere, col sintetizzare e con l'inspirare. La crisi attuale del regime rappresenta• tivo è in massima dovuto alla deficiente or– ganizzazione naturale del corpo elettorale, che è folla anzichè popolo. e pertanto si pre~ta.... alla demagogia 1 e «:rea una vita politica di lotta per sopraffarsi, anzichè di critica costruttiva e di sintesi. Mentre la so– cietà completa è un' organismo di gruppi, il corpo elettorale legale una somma nume• rica. Mentre nell'industria, nel commercio, nella cultura, si procede per via di sintesi creatrici, nella politiéa si procede per via, spesso, di ibridi compromessi. l processi della suggestione, dell'imitazione> dell'intimidazione e della riclamt - forme latenti del processo bellico di distruzione e di sopraffazione - non impediscono del tutto, ma ritardano i pro• cessi della comprenetrazione ed unificazione dei vani punti di vista. Mancando una or· ganlzzazlone del corpo elettorale in rispon• denza con l'organiz7.azione naturale della so– cietà1 si•ha il partito e il comitato per l' ir– reggimentazione degli elettori; si ha la « di– sciplina », cne sacrifica le individualit~ ai voti, le coscienze al meccanismo, il lavoro reale alle frasi fatte. Il problema - badiamo bene - non è di sopprimere i partiti, ma di obbligarli a su– bir la pressione del maggior numero possi• bile di altre organizzazioni, ognuna delle quali sia un centro indipendente di coscien– za civica, e dalle quali I partiti debbono ac• cetta;e od attrarre verso di sè le person·ilità d' i/ile. Più i vari problemi della vita locale e nazionale saranno dibattuti in seno ai centri minori di associazione, e più anche i partiti e i I rogrammi saranno migliori e il Parla• mento riacquisterà il suo prestigio. ANGELO CRESPI, Puzzo di cadavere La Trihu,,a pubblica la seguente lettera di Filippo Carli, uno degli inventori ed apo– stoli del nazionalismo economico italiano : Breacia, 1S dicembre 1919. .: On. S,"g',wr Dire/lort, Nella Tribu,w di qualché giorno fa, leggo un articolo deir ing. Rietti nel quale è citato un passo della relazione fatta dal prof. Rocco e da me al Con~resso nazionalista di Milano, maggio 1914. Siccome quel passo si cita a sostegno della tesi protezionista, e siccome se ne dà la paternità ~gualmente a Rooco ed a me, dichiaro che io non ebbt parte alla sua redazione. Soggiungo però che allora io ero protezionista, ma che ora non sono nè pro– tezionista, nè na1.fonalista (ho dato le mie di– missioni dal partito fino dal 1° febbraio 1919). Che se l' ing. Rietti lo desidera; ed ,Ella lo permette, io gli esporrò le ragioni per le quali credo che la tesi protezionista ora sia da com• battere, e gli dimostrerò che è assurdo invo• care sulla fine del 1919 quelJo che si scriveva sul principio del 1914. Le .sarò grato, signor Direttore, se \'Orrà pubblicare questa dichiarazione, e le porgo i miei essequi insieme con vive grazie. Suo d.mo FtUPPO CARI;J•· Il Convegno della Lega V,tri amici hanno scritto al Comit,to or– dim1tore del Convegno per dolersi che la riu·– nione sia stata rinviata dalla fine di febbraio alla 'fine di marzo. Il Comitato ordinatore ha dovuto protrar• re la dr1ta, perchè lo sciopero postale e quel– lo ferroviario hanno impedito per quindici giorni il lavoro d'organizzazione. D'altra parte alcuni «gruppi» desiderano di prepararsi co– scenziosamente alla discussione st, diando te– mi cd elaborando proposte concrete, seria– ment~ meditate. Queste domande di rin\"iOsono la più se– ria e .onesta collaborazione, che il Comitato potesse attendersi da coloro che intendono partecipare al convegno; sono il migliore ri– conoscimento dell'importanza e del valore co• struttivo dell'azione, che intendiamo svolgere in questo yCriodo di dìsorientamento e di O· scurità, Ad ogni ~modo, il convegno non sarà in nessun caso posteriore alla seconda quindici– na di marzo. I soci della Lega sono vivamente i0vitati ad inviare al più pre• sfo al Segretano, avv. Mario Rubini, Piazza Cola di Rieozo, 59, Roma, la loro quota di associazione pel H):!O (minimo lire 6), La Lega Jeve affrontare prossimamente forti spe,e per l'organizzazione e la buona riuscita del Convegno. Tutti gli aderenti devono aiutarci con pre• murosa sollecitudine, pagando al più prci:1to le loro quote e· contribuendo alle spese del Congre ..-o nella misura delle loro forze. Noi abbiamo, fnt i nostri soci e sirnpatiz• zanti, parecchi studenti e operai, che inter• verrebbero con gioia e con profitto di tutti al Convegno, se ne avessero i mezzi. Ebbene i mezzi debbono procurarli quei soci e simpa– tizzanti, che. beati loro, li hanno. Il ritardo della Cartiera nel for– nirci la' carta e lo sciopero ferroviario ci hanno impedito di trasportare I' Am. mlnlstrazione a Roma presso la Soc An. Ed. " La Voce " come ci eravamo proposti. Preghiamo perciò I lettori di scu- ' sarei se, a causa di ciò, è avvenuto qualche inconveniente che non si rf• peterà con I prossimi numeri. Avver• tlamo che dovremo sospendere l'Invio del periodico a molti rivenditori, e che perciò è opportuno che chi vuole tec– gerlo si associ, inviando subito Il va• gita di L. IO, alla Soc. An. Ed. " La Voce " o pagando L. IO al Conto Corr. post. 1/146di Roma. Abbona•evl subito: la forza di un giornale settimana/e l tutt11 negli abbonamenti :: :: :: ...... LA VOCE ìlOCIBTl AIIOlll■A IDITRICB n u· ,: Trt.nllA del MonU N. 18 - ROMA (8) ---- - Tel.. -.- 4.7'•8G ,.._. ___ _ RECENTISSIME: H.\RUU fiAGANI Vitadi Teodoro Herzl • Con prefazione di FRANCESCO Ruf'l'INI Lire Quat.&ro. • SOM~IARlO: La genesi del mo•haento •ionitico - Le OTigini, l'infatu~i• e la ,tovioaza di Henl. La sua carriera letteraria - Henl e la qae.tione t' braica. Un colloquio col Barone Hirch - Lo Stato ebnico •. - I primi puai - La preparadoòe del Congresto- I due J)Tlmi conaressi- Dot· triM politica di Herd - Henl e Gucliehuo Il - Il Sionismo davanti al Sultano - Herd ìn Kusaia - El Arish e I' Ua:anda - Gli ultim►, 1fort.i - • In mid or Lite come tbc Death ,._ 6 Opuscoli dtll' (/11ild n. i:,: GINO LUZZA'ITO e O. SALV.EMINL Contro i {endatari del rerro Opuscolo di pagg. 48 Cent.. C')lnquanta.. Sco1'lo del 20 '-'/ 0 n lhi ,u acquist,rà più di ro lopit IIPatto diRoma (Quaderni della VOCE, N. 38, L. S.lSO) A CURA DI On. GIOVANNI AMENDOLA. ..:.. Oo. AN– DREA TORRE. - UGO OJETII, - Prof. GIUSEPPE ANTONIO BORGESE. Sono scritti polemici, relazioni finora inedite, sul)' importante avvenimento politico dell'aprile 1918 1 che suscitò la vivace polemica fra il Gi'omnlt d'Ilali'a e il O,rriert della Sera, alla quale tanto si interessò la pubblica opinione.. Spedi1.ioni in lulla ltalia contro Vaglia sen:.:a aumento po1tnle Dirigere ordinn.tioni a e La Voce-. Trinith dei Monti, 18 - Romn (6) Oepoaito generale Sooiet.à delle M8888&"8'erie Italiane - Bologna. EGISTO CASAOLI GtrtnU ruponsa!Jik Tipografia Ga.lilei1ma, Via S. Zanobi o. 64

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