L'Unità - anno VIII - n.49 - 4 dicembre 1919

240 Dunque la frequenza di intcr\'ento gover– nativo nelle faccende locali dei comuni è una caratteristica del decennale governo di Gio– vanni Giolitti : egli con la corruzione sfac– ciata, con l'arbitrio violento, col cinismo dis– simulatore, ha tolto a gran parte degli Ita– liani il diritto e la libertà di amministrare a modo proprio le quattro strade del loro pae_ sello, imponendo il dominio locale dei suoi clienti con la prepotenza e la camorra, salvo a legare a iè per la vita e per la morte quei suoi stessi clienti ; per assicurare sè ed il suo sistema, ha cssicurato nei vari comuni i suoi vassalli ed i loro sistemi ; col pretesto di tu– telare la rigid.a applicazione dalla « legge •• ha dato in balia degli interessi e delle pre– tese dei suoi vassalli i cittadini italiani. Ed ora quest'uomo, col più ingenuo can– dore, si fa banditore delle autonomie comunali! LANA. Astensioni in Calabria Q"allro Comt111icalabresi - lkm:higlùro, Bo· 111/oli, Slaili e C,mù1d - ho11no d,ser/alo ill massa e ptr accordo preso le unu: - così dico– no i giornali. Quest'astensione, che altrove è stata riprove• vole, ha in quei paesi un significato altissin o di protesta civile, e dimostra che una nuova co– scienza si è fatta strada fra le popolazioni. Non si può vivere per diecine di anni nel più com• pleto abbandono, non si possono sentire ad ogni lotta elettorale ripetere le solite promesse, sen• za che finalmente non- si formi uno stato di ribellione. I cittadini di quegli umili Comuni calabresi hanno preferito al comizio rumoroso od alla dimostrazione, che sono forme di ma– nifesta1.ione di volontà piò usuali alle folle delle grandi città, la protesta silenzios:i del- 1' astensione dal voto. E un monito per i de– putati calabresi, ed è un monito per il go– \'erno. l deputati calabresi dovranno ricordare che non si arriva per volontà di popolo a Monte• citorio per soddisfare la propria vanità o per aumentare I propri affari. li mandato politico deve essere considerato come un dovere da compiere. Nella C::alabria 1 che è. il felice paese delle leggi speciali emanate da Roma e dimenticate per via, vi sono ancora paesi popolosi con po– polazione agricola numerosissima, che non hanno una strada di accesso alla strada pro• vinciate ed alla stazione, non hanno acqua potabile, nè fogne, nè edificio scolastico. ln queste condizioni deplorevoli e stanchi di aspettare, gli abitanti di quatto Comuni ca– labresi hanno voluto con la loro astensione dimostrare come sia perrettamente inutile a,•e– re dei rappresentanti politici. 1\la questa sfiducia, che per ora si mani• festa lecitamente, può anche esplodere violen• temente; è su questo che dovrebbero seria– mente riflettere i nuovi eletti al Parlamento. m. r. Trieste e la burocrazia Il Lavora/ore di Trieste ha iniziato nna vi• vacissima e sacrosanta campagna f0ntro la o1. burocrazia odiosa >. Ecco per esempio, che cosa scrive in uno dei suoi articoli: « Che cosa chiediamo noi? « Noi per Trieste chiediamo che la buro– « era.zia non laceri il tessuto economico di que• « sta città che vuol ritrovare 1 1a sua vita, di « questa città che vuol «organizzare> la sua « potenza commerciale ed industriale, di quc– « sta citt:\ che vuole uscir..: da questa situa• « zionc incresciosa, perchè sente la febbre del « lavoro, il fremito della vita, l'affanno del• « \I oppressione. L'ossatura sulla quale si basa « e si eleva Jl edificio della bmocrazia, non e cede: lo sappiamo: è il parassitismo che im– << pone il suo imperativo immorale: ma vi è « un limite al di là del quale non si può tran• « sigere. Trieste è stretta in una morsa di « ferro: la vita langue; tutte le volte che essa « apre i suoi polmoni per un re.spiro più vasto, « la burocrazia dispotica, odiosa, bestiale, sof• « foca, reprime, annulla. In questa crisi che « ci travaglia, che ci sgomenta, va sommerso « ogni tentativo nostro di ricostruzione, si di– « sperde ogni energia creatrice. «L'ordinamento amministrati,·o del nostro « territorio è posto sotto l'impero di una legg/ « senza criterio logico. È la tela di Penelo~•e, « cf'ntuplicati gli uffici, centuplicate le cariche, « suddivisi i poteri, suddivise le• competenze» « ma l'elefantiasi burocratica è sempre il fat– « tare di dbgrcga1.ione. << Tutti i progetti di rinnovamento, di ri– « costruzione sono ancora lettera morta, pas• « sano lentamente pel lnw-lran degli uffici, li L'UNITA « ricoprono di pareri, di firme, di bolli, ma « l'esame nostro obbiettivo e sereno sta là a « dimostrare come la sorgente inesausta delle « energie produttive, dalla quale scaturiva una « volta la ricchezza di Trieste, sia cristalliz-. « zata senza che ne,suno si preoccupi di ri– « darle vita •· Ben detto, e perfettamente d'accordo. Ma il l...avoralort, quando viene ai rimedi, si limita a invocare che il governo « tolga di dosso a Trieste quella cappa di piombo». Una curiosa ingenuità lo guida a scrivere: « Rendete più semplice la macchina burocra• « tlca, signori del Governo; smontatela del e suo ingranaggio pesante: rendetela snella, « agile, leggera: spogliatela dei suoi ferri ar· << rugginiti: f<;1teche si muova, che c.,peri, se « proprio non s:ete capaci di sopprimerla addi– « rittura, se proprio non siete capa.ci di inca• • nalare in altro mÒdo l'attività statale. Sop· « primete, togliete, amputate: meno uffici, « meno personale, meno sezioni, meno divi• « sioni: pili austerità di dovere, più compren– « sione di responsabilità, più saggezza d' am• « ministrazione, più rettitudine, più coscienza: • questo si richiede >. Orbene, è necessario•che gli scrittori del Lavora/ore, scuotano dal loro spirito ogni re– liquia di socialismo di Stato, si convincano che la burocrada non può essere snella, agile, leggera: aul rii ul est aut non sii. I triestini, che hanno una lunga e gloriosa tradizione di governo locale, non si illudano di poter avere dai « signori del Governo» una burocrazia con meno uffici, meno personale, meno sezioni, meno divisioni. Essi, che hanno l'abitudine di governarsi da sè, chiedano il ri– tiro immediato ~enza sostituzione di tutti gli impiegati, <.he hanno invasa la loro città in quest'ultimo anno, cominciando dall'on. Ciuf• fclli: e poi facciano quello che credono più opportuno nell'amministra1.ione della loro città e del loro porto. La burocrazia non si può correggere: si deve negare. E magari fossero i triestini a dare a _!utta I' llalia la prova che si può vivere senza anarchia e senza burocrazia, col proprio co– mune, colla propria provincia, riconoscendo alla capitale quelle sole funzioni, che rispon– dono a necessità veramente nazionali, negando al padreterni di Roma e ai loro inviati ogni diritto di ingerirsi negli affari locali. Letture raccomandate Il nostro amic-o Piero Jahier ha iniziata, presso La Voce, Società anonima Editrice, di cui è anima Giu5eppe Prezzolini, la pubblica– zione di un quindicinale per contadini: Il 1111ovo ccmladino, giornale del popolo agricoltore/ (Direzione Firenze, Piazza S. Firenze, 2; Am• ministrar.ione, Roma, 16, Piazza Trinità dei Monti, 18; abbonamento annuo, lire 5; per biblioteche popolari lire 4.50; per associazioni agrarie che prendano almeno IO abbon:menti, lire 4.50 l'uno, più un nutpro gratuito all'as– sociazione; abbonamento cumulativo con l'.Edu– ca:iom nazio11ale di G. Lombardo Radice, lire 14 annue; un numero separato, cent. 25. Chi ha letto L' Aslico, giorm1le dellt lrùuu, diretto dal Jahicr, comprenderà senz'altre pa– role )I programma di larga educazione' umana e libera, a cui ,'informa questo giornale de– stinato alla nostr;.1 popolazione agricola. Ecco un articoletto del secondo numero: « I dazi d'entrata delle merci fore3tiere « in Italia sono stati approvati alla Camera. «Cosa.interessa questo al contadino? lnteressa « moltissimo, perchè il governo ha deciso dì « mantenere alti i dazi di tante merci indispen– « :-:.abiliall'a~ricoltore che ci pote"ano arrivare « dall'estero a buon mercato, e colla concor• « renza avrebbero fatto rinviliare anche quelle « nostrali. « Sai perchè costerà tanto caro il tuo ara. e tra? Perchè gli aratri del Belgio che costan « meno e che eran pronti a entrare in Italia, « pagano un dazio d'entrata così forte che il « fabbricante del Belgi\,) non ci ha più conve– « nienza e li spedisce alt1ove. « E quel che si dice degli aratri va detto « di tutte le macchine agricole, dei ferri, degli « acciai, dei rami, degli ottoni, degli autocarri « (che se fossero a buon mercato potrebbero « rimpiaz;mre i treni per trasportare le derrate « agricole deperibili) dei filati, dei tessuti. • « I dazi alti, poi, abo 1 endo la concorrenza t: ~traniera, ci mettono alla mercè dei fabbri– « canti italiani. Si capisce che potranno au– « mentar la pa a agli operai - son :1umenti « che paghiamo noialtri consumatori, non cor– « ron più rischio loro. Qualunque cosa fabbri– • chino siamo obbligati a comprarla al prezzo « che gli fa piacere. « Per fortuna questo pro\'vedimento non è « definiti\'O. ~[a mentre arricchisce pochi in– « dustriali, fa il danno di milioni di it.1liani. « Perchè venga tolta questa ingiustizia occorre « che si vinca la lotta che si combatte tra « i partiti PROTEz1os·1sn che ,·ogliono questi « dazi alti e i partiti LJB.ERJSTJ che dicono « invece che la buona roba si fa largo da sè « e circolando per Il mondo senza bisogno « cli protezione fa risparmiare le borse e affra• « tella i cuori. « Gli agricoltori hanno un fflteresse spe• « ciale a sostenere il libtro scambi'o delle « merci pcrchè c'è il pericolo che paesi pr~ « duttori soprattutto di articoli industriali, .- quando vedran chiuso il guadagno dell'im– « portazione in Italia, ci rendano la pariglia « chiudendo la porta cli casa loro, con dei « dazi altrettanto forti, ai nostri prbdotti del– « l'agricoltura,. çronaca della Lega A Sondrio un gruppo di amici nostri si è riunito in Comitato Provvisorio per la costitu• zioMe di una ./Jga Democratica Vallellimse, cd in un numero unico in cui ha riprodotto inte– gralmente il programma della nostra Lega, ha lanciato il seguente appello: I « Tra il socialismo negatore della guerra e della Patria - che tenta illudere e trascinare le folle col miraggio del comunismo immediato e della dittatura del proletariato, negazione d'ogni idea d'ordinata democrazia - ed i! par– tito pvpolare, maschera del vecchio clericalismo, la nuova Italia - creata nella guerra e dalla guerra - non può essere che per la democrazia. « Ma radicali e liberali d'un. tempo, logori dall'abuso del potere, non vogliono o non sanno o nc,n possono combattere tali tendenze estreme. • I giovani han conosc!uto finalmflte, nel- 1' immediato contatto del soldato contadino - il più puro rappresentante del proletariato - quali siano i più imperiosi bisogni della Nazione e come ad una democrazia di nome sia necessario sostituire una democrazia real• mente fattiva. « Una tale democrazia può fat base del del suo programma quanto è contenuto nei postulati riprodotti dall'opuscolo del Comitato Ccntr31e della Dtga J)emocralica per il rimll>• t'fllfltnlo della politica 11a::ionale. Volendo rinno– vare sinceramente •anche nella nostra Valle i costumi politici - indipendentemente da gruppi o partiti preesistenti - proponiamo la costituzione di una L,ga Democratica Valtdli-– ,use perchè faccia suo integralmente detto programma. « Il Comitato provvisorio, nel mentre fa appello a tutti i giovani devoti alle più alte idealità democratiche di iscriversi compatti .. nella Lega, esorta tutti coloro che sono com• presi dell'importanza decisiva della lotta elet– torAle a scuotere l'apatia dei loro spiriti, per dedicare ogni loro individuale energia all'azione di propaganda perchè sia risparmiata alla no– stra cara terra di Valtellina e ali' Italia Vit– toriosa l'aborrito dominio dell'intolleranza cle– ricale o comunista. So11dr1'o 1 s Oliobre 1919. IL CO)IITATO PROVVlSORJO B..\NCOLINt ENRICO - Buzz1 P11mo - Ten. FRANCESCO CAMPAG~OLA - CAo Dott. FRANCESCO - CB-- SARE CAP.<\.R .\RO - Capit. BRu• NO CORTI - Rag. AClllLLE C.~. 3,1ozz1- Capit. PIETRO om CAs - Dott. E~HL10 GlANI DE VALPO - Avv. l'umo LAMDERTENGll1 - Dott. GIUSEPPELAv12zAR1- lng. GIOVAN~, LA VJZZARI - Dottore Rag. ULISSE MENECIIINI - lng. F1urro ORSArn - Capit. A. P A.~ SERA - Avv. RINO ROSSI - FAmo Rosc10. ,, I nostri amici di Catania I nostri amici di Catania, ricchi della e.. pc. ienza elettorale che ha loro ri\'elato assai cose (ne parlerà su queste colonne il nostro Lom– bardo-Radice) hanno costituito regolarmente, il Zì nov~rubre, il primo gruppo deH1à /Jga. Xc sono a capo: 1. Prof. Orazio Camajori 2. Prof. Filippo Giuffrida 3. Nino Greco 4. Avv. Mario Guglielmmo 5. Prof. Giuseppe Lombardo-Radice 6. Prof. Xino Parisi 7. Nino Lombardo-Radice. Recapito provvisorio del gruppo: Profess0re Lombardo-Radice, via Caronda, 266, Catania, al quale gli amici dell' Cnilit possono chiedere il nostro programma e inviare la 7t.1ot.1 di ades'one (L. 6 annue). Le adesioni alla Lega democratica per il rinnovamento della politica nazionale, si ricevono presso il Comitato esecutivo della Lega, Via dell' Umiltà, 86, Roma (I). Oli amici sono vivamente pregati di non tardare a inviare l'adesione col loro indirizzo preciso e con la quota annua di almeno 6 lire (per gli studenti e operai 3 lire). Quanto prima invie– ranno l'adesione, tanto prima la orga– nizzazione diventerà attiva e fattiva. Adesioni pervenutt: finora: 241. Bone Piero, Gorizia. - 242. Pocar Ervino, Gorizia. - 243. Comisi Mario, Gorizia. - 244 Mulis Emilio, Gorizia. - 245. Simonetti Euge• nio, Gorizia. - 246. l\Iarin Biagio, Gorizia. - 247. Morassi Gino, Gorizia. - 248. Gionchetti Gino, Gorizia. - 249. Prunsig Corrado, Goriz.ia. - 250. Patemolli Nino, Gorizia. - 251. Cas Gastone, Sondrio. - 252. Valgi Leone, Sondrio. - 253. Besta Francesco, Sondrio. - 254. Bossi Rino, Sondrio. - 255. Lambertenghi Piero, Sondrio. - 256. Cas Francesco, Sondrio. - 257. Pansera Amedeo, Sondrio. - 258. Rota Paolo, Sondrio. - 259. Buz1.i Piero, Sondrio. - .26o. Longoni Defcndente, Sondrio. - 261. Banco– rini Enrico, Sondrio. - 262. Lavizzari Giuseppe, Sondrio. - 263 Valontè Giovanni, Sondrio. - 264. De Magni Alessandro, Sondrio. - t65_ Orsatti Cesare, Sondrio. - 266. Orsini Battista, Sondrio. - 267. Cattanes l\Iario, Sondrio. - 268. Camozzi Achille, Sondrio. - 269. Mene– ghin! Ulisse, Sondrio. - 270. Capararo Cesare, Sondrio. - 27i. Lavizz.ari Giovanni, Sondrio. - 272. Roscis Fabio, Sondrio. - 273. Ciapparelli Roberto, Sondffo. - 274. ~tasatti Guido. Sondrio. - 275 Menghini Egidio, Sondrio. - 276. Ofsatti Filippo, Tirano. - 277. Zaqardi Ernesto, Tia rano. - 278. Ciani De V-alpo Emilio, Novate l\lezzola. - 2 i9 Dei Cas Pietro, Bormio. - :?80. Corti Bruno, Tresivio. - 281. Balgero Piero, Chiuro. - 282. Campagnuolo Francesco, Tala– mona. - 283. Valenti Gio Batta, Talamona. - 284. Parravvicini Aldo, Castione Andevenno. - 285. l\licheletti Luigi, Piateda. - 286. ~Io– relli Gino, Pavia. - 287. Fomari GiO\'anni, Roma. - 288. Varacalli Pietro fu Pa,.:,lo, An– tonimma (Reg. Cal.). - 289. Lamedica Giuseppe, Roma. - 290 Mones Aristide, S. Martino di Fimta. - 291. Azzara Isidoro, Castelvetrano (Trapani). - 292. Silipigni Vincenzo, (Palmi Reg. Calabria). - 293. Bordino Angela. - To– rino. - 294. Ascoli Dario, Torino. - 295. Car• bonc Milano, Lioopoli (Reg. Calabria). Si può aiutare l'" Unità" pagando subito l'abbonamento, sen1a aspet– tare sollecita-,ioui, che richiedono ingenti spese postali e rendono più grave il lavoro dell'amministrazione~ <M G LI AB B ON ATI, che desiderano un cambiamé'!Wo d · indirizzo, D E B B O N O ac– compagnare la domanda cori. TRENTA CENTESIMI per la spesa di stampa della fa– scetta. <M "" "" "" <M <M "" EotSTO CAS.AGLJ Germi~ rupon.sa6i/~ Tipografia Galileiaoa, Via. S. Zanobi n. 64

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