L'Unità - anno VIII - n.42 - 16 ottobre 191900

212 Negli ambienti più schiettamente italiani si attendeva il cessare del Governatorato Mili– tare come la cessazione cli un grosso ostacolo alla lotta contro i clericali, che tentano di in– quinare di spirito austriaco la politica italiana. Ma l'annuncio della scelta dell'on. Credaro a governatore civile di Trento ci giunse in• slemc a quella delle rumorose proteste dei clericali, che facevano dire a tutta la stampa d'Italia d'esser loro i nostri legittimi rappre– sentanti. Non si ebbe neppure il tempo di fermare il pensiero sul nome nonchè sul valore clel– l'on. Credaro di fronte alla soluzione dei no~ stri problemi amministrativi. 1 c!~riç~li 19 di~sçrq f;\rµoso p~l SQQ anti .. 'dericallsmo e grldarono alto che essi, i pa– droni di Trento, fino ad oggi così accarezzati, non lo volevano. Ma ad un tratto la scena si muta, ed i clericali trentini annunziano trionfanti che S. E. Nittì e l' on. Creda_ro stesso aveano loro professata la loro fede (l' on. Credarn ha cre– duto necessario dichiarare di non essere mas– sone) cd aveano promesso la maggior defe– renza ai clericali; cd oggi l'on. Credaro che non ha avuto una parola per ricordare nel suo saluto i Legionari, i caduti, le eroiche batta– glie d'italianità dei Trentini, presenta un « par– ticolare reverente omaggio a S. A. il Principe Vescovo». L'atto dell'on. Credaro e tutta la sua po– litica successiva, per cui il Principe Vescovo è la prima autorità del Trentino, è ancora cer– tamente suggerito dalla convinzione errata che il popolo trentino sia non soltanto cattolicis– simo, ma anche clericale; errore ~uggerito dalle voci grosse del momento; mentre la voce più austera e più alta della storia può ricor– dargli che il deputato che Trento offerse al sacrificio avea sempre dovuto, per la sua opera di italianità, combattere contro questi uomini, ontro qu'!sto partito. Si informi l'on. Credaro sulle vicende po– litiche trentine nell'ultimo decen'(lio e si con– vincerà che la strada per cui si è messo lo condurrà a distruggere ogni sentimento d' ita– lianità in quella regione italianissima. TRIDENTI NUS. Un contadino combattente, che ha fatto la sola quarta elc~ mentare, ha scritto a un nostro amico la se• guente lettera, che riproduciamo, sopprimendo i nomi di luogo e di persone per non sciu– pare l'interesse del documento con l'apparenza di una reclame formale : « Domenica p. v. 5 Ottobre si celebrerà « qui la festa della bandiera della nostra se– « zi.one combattenti. Il presidente di dett3. se– <'( zione ha invitato gli altri circoli a prendervi « partè, fra i quali anche il nostro circolo « agrario, o meglio, circolo dei potatori, che « con pieno contento vi comunico che ha « accolto il fraterno invito ad unanimità. << Contempor,ineamcnte, il presidente del « Circolo potatori h,l ricevuto da voi due opu• « scoli (Che cosa vogliamo) e prima che si « <lasse luogo alla votazione, se si dovev;i. o « nò partecipare alla fe:,ta dei combattenti, « che come vi ho detto sopra ha aderito ad « unanimità, sono stato invitato a leggere al– « l'assemb'.ea intera il contenuto dell'opuscolo, « Che cosa vogliamo; tutti hanno ascoltato con « un religioso silenzio. Ognuno si è convinto « che questo programma è la via maestra che « si deve seguire ». Non se n'era accorto li « Resto del Carlino » riporta uu caso straordinario di cretinismo burocratico. Certo Amedeo Bratti di Longarone, smobilitato, aveva presentata a suo tempo domanda per godere del pacco \"estiario. Ecco che gli arriva la se– guente risposta: « Le si comunica che non le può esser accordato il pacco vestiario richie– sto, essendo ella morto fin dal 17 settem• IJre r916. Tanto a lei Ji norma. - n Com• mii!>ario prefettizio ». li pv.;erino no11se n'era accorto: Andana combal!eulo ed era morlo. l.i11di'sguido postale ci costringe a ri– mandare al prossimo numero wi articolo di Balbino (jiuliano, con la 11ostra risposta, sul/' incide11/edi Fi11me. L'UNITA li problema dell'olio Il consumo annuo deil' olio si aggira io Italia intorno a un milione e mez1.odi quintali. Quest'anno Ja produzione indigena è di ap– pena 400 o 500 mila quintali. Come colmare il deficit,:J Bisognerebbe importare dall'estero olio d'oliva, oppure olio di miscela (cotone, arachide, ecc.) o semi oleosi. L'on. iforialdi, negli ultimi giorni dello scorso luglio, allo scopo di studiare i provve– dimenti più opportuni a disciplinare l1 impor– tazione dei semi oleosi e la produzione degli oli di semi, convocò a Rom<\ µna ra.ppr~çl\':' tanza delle maggiori ditte, che lruporlano semi e ne cavano olio. Ma di importare olio di oliva, non si parlò, nè si vuol parlare, mentre per la Sp:1gna si prevede un raccolto fra i pili abbondanti dell'ultimo decennio. Constatiamo subito che mentre gli stabili– menti che manipolano cd importano semi oleosi, sono quasi tntti nell'Italia Settentrionale, e più specialmente nella Liguria cara all'on. Murialdi, i negozianti che ritirano gli olii di oliva dal– l'estero sono sparsi per tutta l'Italia, compresa l'Italia l\·leridionale. E il governo, a quello che si va vocife– rando, ha intenzione di costituire, se già alla chetichella non ha costituito, un Consorzio - la parola continua ad a\'ere il suo quarto d 1 ora di celebrità - di importatori e di fab• bricanti di olii di semi, per integrare, con ade• guati ritiri dall'estero la produzione olearia nazionale. E ancora un organismo monopolistico chiu• so, che si vuol creare, o si è creato, al quale si faranno chi sa quali condizioni di favore. Se i principali importatori e i fabbricanti di olii di seme, anzichè riunirsi in combutta, esplicassero, ciascuno per proprio conto, e senza l'esclusione degli importatori di olii d'oliva le proprie attività ed energie commerciali, in piena concorrenza fra di loro, ne deriverebbe senza dubbio un movimento d'importazione dall'estero, con grande vantaggio dei consu– matori, che malgrado-tutti i calmieri presenti e futuri, se vogliono l'olio, devono pagarlo fior di quattrini. Ma non è tutto. Perchè l'olio affluisca in Italia il Governo, oltre che a non chiudere il movimento importativo nelle mani di alcune grosse ditte associate, che, secondo i loro par– ticolari interessi, terrebbero sempre il mercato nazionale a loro discrezione regolando i ritiri secondo la propria convenienza, dovrebbe cer– care di accordare agevolazioni, perchè l'olio estero giunga nella maggior quantità possibile a colmare le deficienze della produzione na– z:onale. E sapete come il Governo vuole favorire l'importazione? - Abolendo forse il dazio di entrata? - No! Presentando in via d'urg~nza ali' approvazione dell' apposita Commissione parlamentare, lo schema di decreto, che au• menta - dico aumenta - il dazio sull'olio d'oliva e:stero da lire 15 a lire 19,50 per quintale! - E sapete come è motivato il provvedi• mento! - Niente altro, che con le seguenti parole : « Il decreto ha lo scopo cl' impedire l'invasione del nostro mercato, almeno per,le merci di più temibile importazione ». Il Governo quindi - incredibile ma vero - mentre si affanna a creare un Consorzio che ritiri, ritiri, ritiri dall'estero semi oleosi per la produzione di olio per oltre un milione di quin– tali, dall'altra formula un decreto, per impedire la invasione del nostro mercato per l'olio, che ritiene merce di temibile importazione. I commenti guasterebbero! Qua.le la morale? Sempre la stessa! Favo• rire l'importazione dei semi oleosi 1 concelltra11do lui/o il lavoro mlle mani di fa)chi slabilimmli priuilegiali ed elùnù1andogli altri. S. AZZOLLINI. La guerra continua? In questi giorni nel Cadore si inizia la co– struzione <li una nuova strada carreggiabile a scopo militare, la cui necessità non si sentì durante quattro anni di guerra; e si noti bene che il CtJnfine da quella parte rimane quello che era ante guerr"; e si spenderanno ancora centinaia di migliaia di lire per una nuova opera militare mentre il Governo dovrebbe prendere il coraggio a due mani e far sospen• dere una buona volta tali opere almeno per ora non necessarie. (D,d Corrùre del Piave, 20 sctt. 1919). Il prezzo dei libri Caro Salwmù1i, Vedo con piacere che l'Unità lamenta l'ec• cessivo costo dei libri, particolarmente di quelli destinati al popolo. Sì, il prezzo del libro po– polare subisce aumenti continui e impressio• nanti. Qui alla Federazione delle Biblioteche Popolari ci cadono le braccia : non passa giorno, si può dire, che non esca un listino editoriale con nuovi aumenti di pre:z.zigià au– men:ati in precedenza. Nop dic!~!llO che gli editori ne abbiano intera la colpa; ma constatiamo anche noi che la crisi dei prezzi è specialmente sensi– bile per la prodt1zione libraria più popolare 1 e ne sono, quindi, maggiormente danneggiate l'istruzione del po:;olo e dei fanciulli. Si potrebbero citare a dozzine i casi di aumenti addirittura in\terosimili. Certi libri per la gioventù, buoni ma poco noti, dopo avere ingombrato per anni i magazzini del loro edi– tore, vennero scoperti e compresi in alcuni tipi di bibliotechine che la Federazione ac• ereditò presso il pubblico con una tenace opera di propaganda. Ebbene, quei libri che non si erano mai venduti per l'innanzi si esaurirono in alcuni mesi, e l'editore si affrettò a ripubblicarli in carta assai peggiore, con prezzi triplicati. Si tratta, in generale, di opu• scoli di 64, 72 e al massimo di 80 pagine, che costano ormai la bellezza di tre lire. Qui non è il caso d'incolparne soltanto il maggior costo delle ma·terie prime e della mano d'opera. La sicurezza dell'esito ha libe– rato l'editore da ogni scrnpolo di disc;ezione. Quando si pensi che le cose migliori sono esaurite e non si ristampano, che ~.ma edi– zione discreta dei ll-Jiu,-abi/i di V. Hugo non si trova a meno di 10 lire; che un'edizione ridotta del Robù1son Crosuè (200 pagine in-8) non rilegata, è salita ad 8 lire, e che tutti i libri popolari di più facile smercio subiscono eccessivi aumenti di prezzo ad ogni nuova ri– stampa1 si deve conchiudere - e ne abbia– mo la riprova nei fatti - che un colpo tre– mendo è ir{ferto al movimento - già tanto promettente - della diffusione del libro in mezzo""' al popolo. Anche il libro, pur troppo, sta diventando di nuovo un oggetto di lusso, accessibile solo alla gente che ha da spendere con larghezza. La lettura e lo studio vanno perdendo il loro carattere democratico ed egualitario, per di– ventare ancora il più odioso dei privilegi. Ma chi se ne preoccupa? Si è dato forse il caso di un giornale che, lamentando il crescere vertiginoso del costo della vita, ab– bia lamentato il rincaro eccessivo c!ella merce libro? Nessuno. I libri non sono cose che si mangiano, e il loro prezzo può crescere tran– quillamente e impunemente 1 senza il controllo Importuno della stampa, che pure in qualche caso potrebbe avere un effetto utile. C'è nessuno che abbia pensato a limitare il prezzo della carta per le edizioni popolari e scolastiche, come si è pr0V\"eduto a limitare il prezzo della carta per i giornali ? O crede il Governo che non sia almeno altrettanto im• portante salvare il movimento per la diffusione del libro in mezzo al popolo, quanto salvare un giornale o un periodico ? Eppure non c'è altro modo che questo per evitare che il prezzo dei libri più necessari al popolo che legge, ai fanciulli che leggono, al– i' Italia umile che cerca le vie del proprio rin– novamento, continui a salire ines•)fabile. esclu– dendo un sempre maggior numero dì persone dalla possibilità di sodisfare il più civile dei bisogni nuovi, qnando appunto ricominciava a farsi sentire e a dimostrare i suoi benefici effetti. La Federazione delle Biblioteche Popolari convocò, tempo fa 1 un 1accolta di brave per• sone che si presumevano interessate alla solu– zione di questo problema, cd ebbe anche una specie di mandato per solleci12re il Ministero del! 'Industria a fare qualche cosa nel senso sopra indicato. Ma finora i suoi passi non ap• prodarono. li recente Congresso delle Univer• sità Popolari, che non concluse molto, ebbe però il merito di insistere nella stessa propo• sta <li solurione. Chi sa che l'espressione di questo voto non ritsca. a qualche utile risul• tato ! Giova sperarlo. En·oRE FAmErn. e Gino Bianco Vittorio Veneto non esiste Il sindaco di Quiliano, paese del circon– dario di Savona, aveva recentemente scritto al Comando del 7° fanteria, di stanza a Lecce, chiedendo di essere informato sulle condi– zioni di salute di un soldato, che qualche mese fa era stato ricoverato nell'ospedale di Vittorio Veneto. Il predetto sindaco ~ ora ricevuta una laconica risposta, con la quale gli si comunica che non è possibile fornirgli le richieste informazioni (( perchè Vit– torio Veneto non risulta nell'elenco dei Co.. muni italiani». Senza commenti! Il caso Vasilico Sulla Libertà di Trento, 10 ottobre, leg-– giamo: « li figlio Vasilico, che non ha bisogno di « speciale cenno commemorativo per il pub-– .: b!ico trentino, sarebbe tuttora, a quanto ci– « si assicura da buona fonte, alle dipendenze << della Missione italiana, essendo impiega~o. « precisamente all'Ufficio montaggio baracche « diretto dai tenenti Botticelli e Bonelli in– .: qua.lità di sorvegliante dei lavori e d'in– << terprete ». 11 Generale Segre, dunque, giocava di equi– voco, quando annunzia,·a alla Consulta che Vasilico figlio non è ùnpiegalo della Missione italiana a Vienna: il Vasilico sarebbe, come dicevamo noi addelto, e come dice il giornale trentino, alle di,pendmu della Missione ita– liana. :Mettiamo da parte i giochi di parole. E ri– torniamo a domandare ancora una volta : il Generale Segre utilizza, si o no, per la Mis– sione italiana a Vienna, l'opera di una spia, austriaca? Soci1tà ~nonima Editrice LAVO[B ROl\'IA - Trinità dei Monti, 18 Si è pubbllcnto: PIETRO SILVA Chi è Gaetano Salvemini. con ritrn.tto Cent. 35, Biografia popolare. - Cki 11eacq1<ieta. dfrettameute alla Voce almcn,o 20 copie k ai,rà al prezzo di cent. 25. RENATO FUCINI (Neri Tanfuoio) Napoli a occhio nudo Lire 5.- Oon q1ic1to i,olum.6 delizioso Bi apre la Oollezi<me « La Quc8t-ioH-e Aferidion.-al.e » eh.e sarà acgu-ita da altre o <mte-nen.ti s critti di. Pa,squaleVillar-i,_GaetanoSal•emfai, lJM-ioo Ruta, Giustin,o .irortunato, eoo. eco. Io udii il Comandamento llillelettl••uJNrioli PAOLO MAROONI Lire 3.50, Direttore dell'Era nuova, il gi<nx,.Hi~. foglio interventista di J'ori1W, e morto tu fronte, il 1llat·coni ha lasciato belUsBirne pa-– gine -U oui valo1·e umano e letterario trll,IJCtNtàe-– assai q-u.ello put·amente patr-iottico opolitico. RENATO SERRA Scritti critici Giovanni Pa.sooli, Antonio Beltramelli. Carducci e Croce. Retra.ctationes. Lire 3.– Riata,npa del prim.o ti0l1't1'18 di wna ser~· ohe co1itcrrà tuUi gli soritti del primo fra i. oritioi italiani oo,itemporaui. LUOI.ANO FOLGORE Città veloce Lire 5.– EdizWJ~ di sole 550 C-Opie 1&1on-erate B1' carta a ma,w. Contiene la prod1tzioneptit. ,n.a– t 11rae profo1<da del gio-oau po;:ta futuri'1a. Tipogr:.fia Ga..lil6iana, Via S. ZanoW n. 6+

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